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lunedì 21 novembre 2016

MARTEDI 20 NOVEMBRE Mille pastori con le pecore al Foro di Traiano: la protesta per salvare il pecorino Dop

Mille pastori con le pecore al Foro di Traiano: la protesta per salvare il pecorino Dop

Scendono in piazza in difesa del pecorino romano Dop. Sono i pastori di Roma e del Lazio che presentano le loro proposte per promuovere e valorizzare un prodotto di qualità, come il formaggio pecorino. Ad annunciare la manifestazione, prevista per le ore 10.00 della mattina di martedì 22 novembre, la Coldiretti Roma Lazio che ha scelto per la protesta il Foro di Traiano. 
LE MOTIVAZIONI DELLA PROTESTA - Mille i pastori che insieme alle pecore invaderanno la città nella mattina di martedì. Due le motivazioni alla base della protesta. In primis le difficoltà del comparto produttivo laziale del Pecorino Romano penalizzato da una politica di filiera influenzata dai poteri forti. La seconda motivazione, invece, è quella di sollecitare il Consorzio di Tutela della Dop a prestare più attenzione nei confronti degli allevatori, in particolare di quelli romani e laziali relegati ai margini del circuito produttivo dallo schiacciante predominio sardo. 
COLDIRETTI - A spiegare le motivazioni alla base della protesta è David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio: "Martedì saremo in piazza per aprire una vertenza sindacale che ripristini equilibrio nei rapporti interni alla filiera e introduca equità nella gestione degli interessi economici dei due distinti, ma complementari, sistemi produttivi regionali del Lazio e della Sardegna". Negli ultimi mesi si sono verificati episodi che hanno causato gravi danni di immagine e perdite economiche alla pastorizia e alla produzione del Lazio, che conta tra Roma, Viterbo e Rieti 3.000 allevamenti con un patrimonio di 750.000 capi ovini e 359 imprese di trasformazione, 3 delle quali accreditate a produrre Pecorino Dop.
"Non rinunceremo mai - puntualizza Aldo Mattia, direttore della Coldiretti del Lazio - al marchio Romano, che ci appartiene per storia e per territorio. Martedì chiederemo al Mipaaf di istituire, come da nostra richiesta già esplicitata in un dossier, la nuova Dop del Cacio Romano e chiederemo al Consorzio di Tutela di valorizzare la filiera laziale del Pecorino attraverso la introduzione di un sottomarchio che permetta al nostro prodotto di essere venduto sui mercati con la dicitura Pecorino Dop Laziale, per potersi così distinguere chiaramente da quello prodotto in Sardegna che oggi monopolizza le vendite".
IL CASO - A ottobre i carabinieri del Nac (Nucleo anticontraffazione) hanno sequestrato in un caseificio di Roma 500 caciotte, quindi, 10 quintali, perché recavano la dicitura Romano sull'etichetta che, stando alla tesi del Consorzio di Tutela, smontata dal ricorso presentato dalla Coldiretti, rischiava di pregiudicare la reputazione del Pecorino Dop, ingenerando confusione tra i consumatori.

Fonte: www.romatoday.it



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venerdì 18 novembre 2016

Legge di Bilancio,emendamento Pd: “Tassa comunale per i proprietari di cani non sterilizzati”



La proposta del deputato Michele Anzaldi ha superato l'esame di ammissibilità. Secondo il parlamentare dovrebbe ridurre il randagismo, che "costa alle casse pubbliche circa 5,25 miliardi all’anno". Forza Italia si oppone 
“I proprietari o detentori di cani non sterilizzati sono tenuti al pagamento di una tassa comunale annuale, istituita da ciascuna amministrazione locale con propria delibera”. A prevederlo è un emendamento proposto dal deputato Pd Michele Anzaldi alla legge di Bilancio che ha superato l’esame di ammissibilità. La proposta di modifica stabilisce che si siano “esenzioni, riduzioni e detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti”. Immediata la reazione di Forza Italia, che si oppone al balzello e ha lanciato su Twitter un sondaggio che chiede agli utenti se siano d’accordo con l’idea di Anzaldi.
Secondo il deputato Pd la nuova imposta dovrebbe contrastare il randagismo, che è “un problema sentito dal punto di vista etico ed è anche una questione di carattere economico. Secondo una proiezione dai dati ufficiali esistenti, la gestione dei 750mila cani randagi in Italia costa alle casse pubbliche circa 5,25 miliardi all’anno“. L’emendamento rappresenta dunque, stando al deputato Pd, “una proposta concreta per promuovere la cultura della sterilizzazione ed evitare che centinaia di migliaia di cani debbano finire nelle ‘prigioni’ dei canili“. Anche perché “un cane in canile costa al Comune da 3 a 8 euro al giorno, cioè 1000-3mila euro all’anno, ma evidentemente questa è la retta che i comuni pagano esclusi altri costi come personale, gestione ecc. che devono per forza afferire ad altri capitoli di spesa. Non vengono considerati, inoltre, i bandi straordinari, come le spese del SSN per anagrafe, sterilizzazioni, profilassi, farmaci, visite, test e cure di malattie, antiparassitari”.
Ovviamente “se si procede con la sterilizzazione, certificata dai medici veterinari abilitati ad accedere all’anagrafe regionale degli animali di compagnia – aggiunge – non si sarà tenuti a pagare il contributo”. L’emendamento dispone poi che siano “esentati dall’imposta: i cani di proprietà di allevatori professionali, i cani esclusivamente adibiti alla guida dei ciechi e alla custodia degli edifici rurali e del gregge, i cani adibiti ai servizi dell’Esercito ed a quelli di pubblica sicurezza; i cani appartenenti a categorie sociali eventualmente individuate dai comuni”.

martedì 15 novembre 2016

Usi Civici Gallicano nel Lazio. Il Difensore Civico invita il Sindaco a segnalare tempestivamente alle Autorità le inadempienze dell'Ente U.A.

La vicenda dell'aggiornamento dello Statuto dell'Ente Università Agraria di Gallicano nel Lazio, ad oggi (a quanto di nostra conoscenza) ancora non effettuato, e da circa tre anni fonte di comici rimbalzelli tra due Direzioni Regionali, è passata ora nelle mani del Sindaco di Gallicano nel Lazio che in forza dei poteri di cui all'art. 78 del DPR 616/77 dovrà tempestivamente segnalare le inadempienze verificatesi.
Con la nota prot. 4933/2015 il Sindaco aveva infatti formalmente invitato TUTTI I CONSIGLIERI del Consiglio di Amministrazione dell'Ente, senza però aver ottenuto alcun riscontro.  A distanza di un anno da questa comunicazione nè il Segretario dell'Ente nè i Consiglieri si sono preoccupati di dare seguito a quanto comunicato..e ci riserviamo quindi di procedere per vie legali nei confronti dei responsabili di eventuali gravi omissioni, restando però fiduciosi in un pronto e risolutivo intervento da parte del primo cittadino a difesa della legalità e della trasparenza Amministrativa che segnalerà i tempi brevissimi agli Organi Giudiziari Competenti le evidenti inadempienze del Consiglio di Amministrazione dell'Ente.