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REGIONE LAZIO, NOMINATI I PRIMI COMMISSARI STRAORDINARI DEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA - CONFAVI LAZIO, CONTINUA CON GRANDI ADESIONI IL TESSERAMENTO CACCIA 2024 - SCRIVICI PER RICEVERE LA POLIZZA ASSICURATIVA PIU' VANTAGGIOSA -

lunedì 28 giugno 2021

LA BARCA DI SAN PIETRO. UN ANTICA TRADIZIONE CONTADINA.

Nella notte tra il 28 e 29 Giugno, durante la festività dei Santi Pietro e Paolo, le donne usavano riempire un contenitore in vetro a collo lungo di acqua e, dopo averlo posto in mezzo al prato veniva fatto colare al suo interno l’albume dell’uovo più grosso che le galline avevano deposto quel giorno. Si lasciava il contenitore all’aria aperta per tutta la notte, così che potesse assorbire la rugiada. Al mattino seguente l’albume prendeva le sembianza delle vele di una nave, prodotte dal soffio di San Pietro.
A seconda della forma delle vele i contadini prevedevano le condizioni del tempo: le vele aperte indicavano la venuta del sole mentre le vele chiuse e sottili, l’arrivo della pioggia. Si narra che quando nell’acqua si formi un bel veliero sia un buon auspicio per ottimi Raccolti nell’arco dell’annata. L’effetto del veliero si vedrà fino a mezzogiorno, poi lentamente si dissolverà.
Secondo tradizione questa forma assunta dalla chiara dell’uovo è la barca di San Pietro, che alla vigilia della festa ha voluto mostrare la sua vicinanza ai suoi fedeli, in altri paesi si narra invece che sia la barca dell’apostolo Pietro, pescatore e traghettatore di anime, usata per diffondere nel mondo la fede di Cristo; in altri ancora si tramanda la storia che questa barca sia quella che Pietro ha usato per scendere all’inferno e liberare la madre e accompagnarla in cielo.
Il culto di San Pietro risale al Medioevo quando i monaci Benedettini lo diffusero in territorio lombardo; nell’ottocento era popolare la leggenda secondo cui «nel giorno di San Pietro debba seguire temporale, perché il diavolo promette alla di lui madre di uscire dall’inferno per quell’anniversario», per questo motivo molti pescatori durante questa notte non escono in barca per timore di burrasche e temporali. In altri luoghi invece si pensa che questa notte sia proficua per la pesca, in altri ancora si narra ai ragazzi che le acque del lago siano infide perché la madre di San Pietro pretenderebbe un sacrificio umano, sempre la madre del santo è protagonista di altre leggende che la vedono invece benevola nei confronti dei raccolti perché nei periodi di siccità provvederebbe il 29 giugno a far cadere la pioggia per salvarli.

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lunedì 21 giugno 2021

San Vittore del Lazio: nasce il Monumento Naturale "Monte Sammucro - Terra di Confine"

San Vittore del Lazio: nasce il Monumento Naturale "Monte Sammucro - Terra di Confine" su un area di circa 308 ettari.
La proposta nasce nel 2018 su iniziativa del Comune di San Vittore del Lazio a curi sarà affidata la gestione dell'intera area naturale.
Nella delibera comunale si fa un chiaro riferimento alla interdizione dell'attività venatoria all'interno dell'area come anche al fatto che siano stati affrontati, discussi ed approfonditi con il mondo venatorio i diversi argomenti sulla tematica "caccia".






mercoledì 16 giugno 2021

CULTURA E...FOLKLORE RURALE. LA CACCIA AL GALLO...A STRANGOLAGALLI (FR)

In provincia di Frosinone in posizione geografica panoramica sulla valle del fiume Liri c'è il piccolo borgo medievale chiamato Strangolagalli.
Nel mese di settembre viene organizzato un particolare quanto folkloristico torneo a cavallo con protagonisti i galletti che devono mostrare tutta la loro abilità per divincolarsi dalla tenacia dei cavalieri che armati di retino avranno il compito di catturarli.
La Caccia al Gallo vuole essere una simpatica parodia ispirata ad un episodio realmente accaduto. Una rievocazione in chiave goliardica, ma che richiama alla memoria l'attacco di Carlo VIII Re di Francia, nel 1495, al Ducato d'Avalos-d'Aquino di Monte San Giovanni, Strangolagalli e Colli. Gli abitanti del posto, per respingere l'impeto degli assalitori francesi e dunque gli antichi Galli, gettarono su di loro delle reti dalle mura del castello di Monte San Giovanni. Durante l'impresa avrebbero gridato: “Acchiappat gl'iagl, acchiappat gl'iagl... Accidat'gl, accidat'gl...Ietta la rete...Iatuen...” tradotto dal dialetto: “Acchiappate i galli, acchiappate i galli...Uccidetelo...Getta la rete...Andatevene...”
L'eroismo di questo popolo semplice e sprovveduto non riuscì ad arginare la conquista del Castello di Monte San Giovanni ottenuta tramite nuove micidiali armi, quali i cannoni. Un fatto che ebbe una grandissima risonanza e che aprì la strada all'espansione del Re Carlo VIII verso il Regno di Napoli.
Anche questa è CULTURA RURALE e promozione del nostro territorio attraverso la riscoperta di storia e tradizioni locali.

domenica 13 giugno 2021

CONSIGLIO REGIONA LAZIO: Statuto Arsial e proposte di legge sugli usi civici all'ordine del giorno della commissione VIII

Due temi oggi all’ordine del giorno della seduta della commissione ottava, Agricoltura, del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Valerio Novelli: l’approvazione dello statuto dell’Arsial e la scelta di un testo base per il lavoro emendativo su una  attesa proposta di legge che regoli finalmente la delicata materia degli usi civici e dei beni collettivi.

Per quanto concerne lo Schema di Deliberazione n. 176, "Approvazione dello Statuto dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio (Arsial), ex art. 8-ter co 2 della L.R. 10 gennaio 1995, n. 2", l’Assessore all’agricoltura  Enrica Onorati ha illustrato il contenuto dello statuto dell’agenzia, che disciplina l’organizzazione e il funzionamento di Arsial, recando norme sull’ordinamento dell’agenzia, sul personale e il patrimonio di essa, che ha per obiettivo la promozione e lo sviluppo del settore agricolo. Si tratta di 30 articoli suddivisi in otto capi: gli articoli 1-5 contengono le disposizioni generali, il capo secondo (articoli 6-16) la descrizione degli organi dell’agenzia; il capo terzo (articoli da 17 a 19) descrive le attività di Arsial; il capo quarto contiene gli articoli relativi ai principi di organizzazione dell’agenzia e al personale della stessa. Gli ultimi quattro capi riguardano la materia patrimoniale e in essi si ribadisce che l’ente ha una natura puramente strumentale, ha concluso Onorati.

Il secondo punto riguardava l’esame abbinato ai sensi dell’art. 61 del regolamento del Consiglio regionale di tre proposte di legge in materia di beni collettivi e usi civici. “Dare ordine e sistematicità a una materia molto importante che ha necessità di chiarimenti”, questo secondo l’assessora Onorati il tema all’ordine del giorno nel presentare la proposta di giunta, la PL n. 157 del 2019, concernente "Disposizioni in materia di beni collettivi". Situazione aggravata dopo una sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimità costituzionale di una norma regionale che interveniva in materia, ha aggiunto Onorati. La Regione riconosce e valorizza i beni collettivi in quanto essenziali per la comunità e disciplina il coordinamento tra soggetti gestori, garantendo forme sostitutive in caso di inerzia. 

Devid Porrello del Movimento 5 stelle ha sottolineato come la sua proposta, la PL n. 221 del 2021, concernente "Piano di riordino degli usi civici presenti sul territorio regionale. Modifiche alla legge regionale 8 gennaio 1986, n. 8, concernente l’istituzione dell’albo regionale dei periti, degli istruttori e dei delegati tecnici per il conferimento di incarichi connessi ad operazioni in materia di usi civici",  interveniva solo su un aspetto e non sull’interezza della materia. Non può infatti essere l’università agraria a gestire questo tipo di beni, a suo avviso. 

Dal tenore degli interventi, il presidente ha preso  atto che il testo su cui si poteva convergere era quello di Giunta, e ha messo ai voti la scelta dello stesso come testo base, proposta approvata dalla commissione. Seguiranno necessariamente audizioni su un così complicato tema, ha detto infine Novelli prima di chiudere la seduta.

A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

venerdì 11 giugno 2021

Filippi: la guerra degli animalisti agli allevamenti intensivi genera allevamenti piu' intensivi...a discapito dei piccoli

Il Segretario Nazionale di FederFauna, Massimiliano Filippi: la guerra degli animalisti agli allevamenti intensivi genera allevamenti piu' intensivi... a discapito dei piccoli

A causa di una legislazione mal posta, spesso influenzata dalle pressioni della lobby animalista, negli ultimi 15 anni hanno chiuso circa la meta' degli allevamenti europei, nonostante la produzione del settore sia aumentata. 


Questo sicuramente perche' le aziende agricole maggiori sono quelle che hanno beneficiato di piu' dei sussidi comunitari, ma anche perche' i parametri che la legge impone circa le caratteristiche funzionali delle aziende: dalla gestione dei reflui agli spazi riservati agli animali, sono mal pensati e difficilmente sostenibili dalle piccole realta', che risultano quindi penalizzate. 

Nel mentre i grandi allevamenti, che hanno maggior capitale alle spalle e parecchi ettari su cui contare, anche delocalizzati, non incorrono in questi problemi. Alla faccia delle campagne degli animalisti contro "l'allevamento industriale".

Innanzitutto e' necessario fare chiarezza sulle definizioni di allevamento intensivo ed estensivo, che non si riferiscono al numero totale degli animali presenti o alle dimensioni degli spazi in cui vengono tenuti, come viene spesso erroneamente presentato, ma deriva dai termini inglesi "Capital Intensive e Capital Extensive". Il primo categorizza quegli allevamenti in cui gli investimenti sono superiori al valore del lavoro profuso, ovvero la manodopera, mentre il secondo categorizza gli allevamenti in cui il valore del lavoro supera gli investimenti.

Basti pensare ad allevamenti con stalle moderne, sale mungitura all'avanguardia e numerosi mezzi agricoli contro una stalla in legno e pietra sugli alpeggi.

Puo' capitare quindi che in un allevamento intensivo gli animali abbiano grandi spazi in cui muoversi, mentre in un allevamento estensivo gli animali siano tenuti in spazi ben piu' ristretti, senza che cio' influisca negativamente sul loro benessere, ma cio' che capita piu' spesso, purtroppo, e' che ad un piccolo allevamento venga imposto di adeguarsi strutturalmente e funzionalmente a parametri che gli risultano economicamente insostenibili e che ne decretano quindi la chiusura. 

Aveva fatto ben sperare in una inversione di tendenza la "intenzione di arrestare il processo della scomparsa delle piccole fattorie" dichiarata dal commissario all'agricoltura della UE Janusz Wojciechowski qualche giorno fa. Purtroppo, il giorno successivo la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha agito in senso esattamente opposto, chiedendo che la Commissione Europea produca una proposta di legge per vietare l'uso delle gabbie negli allevamenti... 

Adesso le solite associazioni animaliste racconteranno la solita favola delle galline felici nell'aia della nonna (tanto nessuno si chiede quanto debba essere grande l'aia della nonna per produrre i 6 miliardi di polli che vengono macellati ogni anno in UE), ma di fatto, ancora una volta, quali saranno quelle aziende in grado di avere gli spazi e i capitali per allevare rinunciando alle gabbie?!...

martedì 8 giugno 2021

FROSINONE. CANILI FAI DA TE..."C'EST PLUS FACILE"

Provincia di Frosinone.
La storia che stiamo per raccontarvi ha dell’assurdo.
Ai sensi della L.R. 34/97 tutti i cani rinvenuti in territorio comunale devono essere, una volta accalappiati, avviati verso canili sanitari o strutture pubbliche/private preventivamente autorizzate.
Tali strutture, canili sanitari, rifugi pubblici o privati, devono altresì possedere elevati standard di qualità e superare oltremodo la verifica della sussistenza dei requisiti richiesti da parte di una Commissione ad hoc nominata dalla ASL di competenza. Gli adeguamenti alla normativa hanno chiaramente comportato, per molte strutture esistenti, l’esigenza di ingenti inves
timenti. Ora comincia la parte dolente.
Da quanto ci è stato segnalato sembrerebbe (il condizionale in questo caso è d’obbligo) che molti cani accalappiati siano però “direzionati” dai Comuni verso Associazioni (non meglio identificate) che li “ospitano” in strutture non autorizzate o prive di ogni standard di sicurezza.
Nelle stesse “precarie” strutture avverrebbe poi la registrazione e la microchippatura a cura di personale sanitario (sempre secondo le informazioni raccolte e per le quali abbiamo richiesto riscontro agli uffici competenti).
I cani restano in dette precarie strutture fino al momento della loro eventuale adozione.
Nonostante le Direttive Regionali siano chiare e le funzioni dei Comuni e delle ASL ben richiamate dalla normativa vigente sembrerebbe sia concretizzata una “straordinaria gestione” da parte degli Enti locali frutto (non è poi così assurdo da escluderlo) di iniziative personali e singolari interpretazioni della normativa riguardante il tema del randagismo.
In poche parole molti animali vengono accalappiati, registrati e microchippati direttamente a nome di associazioni o di singoli individui che li detengono poi in strutture non autorizzate e privi dei prescritti standard di qualità.
Insomma, nonostante la normativa e gli alti costi sostenuti per tentare di arginare il fenomeno del randagismo (soldi che escono dal portafoglio degli Italiani, ndr) c’è chi tenta di sbarcare il lunario…….
Per questo motivo abbiamo così richiesto alle Autorità competenti di verificare la veridicità delle informazioni. 
Attendiamo fiduciosi.

venerdì 4 giugno 2021

SOSTIENI LA FONDAZIONE PER LA CULTURA RURALE ONLUS.

La Fondazione per la Cultura Rurale-Onlus è un importante strumento che permetterà di acquisire risorse per finanziare le battaglie in difesa dei diritti di tutti i portatori della Cultura Rurale.
Va ricordato che la scelta della destinazione del 5 per mille non comporta alcun ulteriore aggravio di tassazione per il contribuente, ma prevede la destinazione alla Fondazione per la Cultura Rurale-Onlus di una parte di quello che il contribuente deve comunque pagare allo Stato.
Per contribuire al finanziamento della Fondazione per la Cultura Rurale-Onlus attraverso la destinazione del 5 per mille, sarà sufficiente riportare nell’apposito riquadro del modello della dichiarazione dei redditi il numero di codice fiscale del- la Fondazione per la Cultura Rurale-Onlus (codice fiscale 93031550242), apponendo accanto ad esso la firma del con- tribuente.



LE CORNACCHIE INVADONO ROMA. LA SOLUZIONE ANIMALISTA? CAMBIARE STRADA!....


Invasione di cornacchie a Roma. Scatta il panico nella capitale, cornacchie impazzite aggrediscono i passanti. 

Appollaiate sui balconi o sui pini, mirano la preda per poi attaccare mandando qualcuno addirittura in ospedale. 

Questo succede in particolare in Viale dell’Astronomia dove una coppia di cornacchie ha creato il nido deponendo le uova. 

La richiesta di spostare il nido è stata subito negata dalle associazioni animal-ambientaliste che consigliano di “cambiare strada ed eventualmente proteggersi con un ombrello per non farsi notare”. 


Non possiamo lasciare così incontrollata la fauna selvatica e mettere a repentaglio l'incolumità dei cittadini. 

La fauna va gestita per il benessere di tutti.