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venerdì 27 gennaio 2017

Regione Lazio. Insediata la Commissione Speciale sul Terremoto



Si è insediata oggi la commissione speciale sul terremoto del Consiglio regionale del Lazio, istituita con la legge regionale n. 17 del 2016 (legge di Stabilità 2017). Eletto presidente Pietro Di Paolo (Cuoritaliani), con 12 voti, vicepresidenti Daniele Mitolo (Pd) e Devid Porrello (M5s).
Il nuovo organismo avrà il compito “di effettuare studi, esami, indagini, ricerche, approfondimenti sulle misure a favore delle zone del Lazio colpite da eventi sismici, con particolare attenzione all’attività di prevenzione e gestione dei conseguenti interventi”, come stabilito al comma 154 dell’articolo 3 della legge. La commissione, inoltre, potrà:
a) elaborare proposte legislative e amministrative per definire e programmare interventi per neutralizzare o quantomeno ridurre i danni legati al terremoto;
b) promuovere incontri, seminari e convegni sui temi di propria competenza;
c) scambiare, rendere pubblici e diffondere i dati, le informazioni e le esperienze dei soggetti istituzionali, al fine di promuovere una maggiore conoscenza del fenomeno e una cultura di prevenzione dello stesso;
d) fornire al Consiglio regionale il quadro dettagliato in merito all’attività, ai risultati conseguiti e ai benefici prodotti dagli interventi posti in essere a favore delle popolazioni colpite dal terremoto, con particolare riferimento ai fondi disponibili, alle risorse impegnate ed erogate e, infine, alle modalità e ai criteri per la concessione di contributi ai soggetti coinvolti, pubblici o privati.
“Privilegeremo soprattutto la fase dell’ascolto e punteremo a favorire la semplificazione burocratica a beneficio dei terremotati che ce la stanno mettendo tutta per ripartire”, ha dichiarato il neo presidente Di Paolo.
È previsto che la commissione duri in carica fino alla fine della legislatura e che presenti annualmente all’Aula una relazione sull’attività svolta.
Ne fanno parte, oltre ai tre consiglieri eletti nell’ufficio di presidenza: Enrico Panunzi (Pd); Daniela Bianchi (Si-Sel); Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti); Daniele Fichera (Psi); Marino Fardelli (LB-OL); Piero Petrassi (Cd); Antonello Aurigemma (Pdl-FI); Giancarlo Righini (FdI); Francesco Storace (La Destra); limpia Tarzia (Lista Storace).


A cura dell'Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Emergenza Allevatori. Risarcimento dei capi morti.Caos sui numeri...

Nelle Marche,come del resto in tutti i  territori colpiti dal sisma e dalle abbondanti nevicate, continua l'emergenza allevatori.
L'assessore Regionale all'Agricoltura delle Marche, Anna Casini (PD) non usa mezzi termini: "Errore fidarci di Coldiretti". “Il nostro errore è stato fidarci della Coldiretti che doveva supportare gli allevatori che potevano farsi la stalla da soli sin dal 5 dicembre – continua Casini – Abbiamo sbagliato e ci scusiamo con gli allevatori. Ribadiamo che tutti i capi morti per il maltempo, regolarmente registrati, verranno risarciti, dopo avere ricevuto la conta dei danni per calamità dovuta alla neve e non certo al terremoto. Secondo i nostri veterinari infatti i capi morti, per ora circa 200 su un totale di 24mila bovini, 69mila ovicaprini, 60mila suini e 1 milione e 821 avicoli nell’area terremotata. (fonte: www.regione.marche.it)

"Sulla base dei dati forniti dalla ASL di Rieti non risultano incrementi significativi di morti animali, legate al fenomeno sismico". Lo comunica la Regione Lazio in una nota. "Nel 2016 nella zona del cratere, su una popolazione totale di 7.000 capi tra bovini e ovini, sono state accertate complessivamente 171 morti animali, tutte per cause varie indipendenti dal terremoto. Dall'inizio del 2017 sono stati certificati a oggi 20 casi, anche questi indipendenti dal sisma", conclude la nota. (fonte: Ansa)
L'Assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Carlo Hausmann, sembra ottimista nonostante i forti ritardi nella consegna dei moduli agli agricoltori.
Ad aumentare i dubbi sui numeri ci pensa la stessa Coldiretti che invece fissa in più di mille il conto degli animali morti, feriti e abortiti nelle aree del Terremoto per l’effetto congiunto delle scosse, della neve e del gelo.  
All'Assessore Agricoltura del Lazio, ed ex Direttore generale dell’Azienda Romana Mercati, il compito di trovare il bandolo della matassa, in considerazione del fatto che i numeri sono molto importanti, soprattutto quando si parla di sviluppo economico e territoriale e di finanziamenti assai cospicui.
Insomma, siamo ancora in piena emergenza, e subito è cominciata la guerra dei numeri.



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giovedì 26 gennaio 2017

Le BUFALE di Matteo...e le BALLE di Nicola..

Era il 23 settembre 2016 quando l'allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi affermava "Stiamo gestendo con un atteggiamento molto serio la ricostruzione, senza promesse, senza show, senza effetti speciali per una realtà molto difficile, ma che noi vogliamo ricostruire come prima e più bella di prima. Il ragionamento di Casa Italia invece è più complesso, perché vuole creare un cambio di mentalità".
Noi a distanza di 4 mesi continuiamo il nostro viaggio nelle zone colpite dal terremoto del 24 agosto e poi dall'abbandonati nevicate di questi ultimi giorni.
Siamo andati a Bagnolo, vicino Amatrice, e la situazione non sembra essere molto diversa dagli altrei paesi circostanti. “Ci avevano promesso le stalle prima dell’inverno e invece non è stato fatto nulla e ci troviamo in serie difficoltà con il bestiame esposto al freddo gelido di questi giorni”. Sono queste le parole degli allevatori che rincarano la dose: "..nessuno si vede per aiutarci…fa meno 10 e gli animali stanno fuori e ci avevano promesso le stalle prima del tempo cattivo, ora dobbiamo andare in giro in cerca di metterli da qualche parte perché non abbiamo più stalle…"
Sui ritardi della consegna delle Stalle abbiamo avuto modo di parlare in un nostro precedente post, nel quale l'Assessore Regionale all'Agricoltura del Lazio, Carlo Hausmann, ha spiegato i motivi dovuti essenzialmente a difficoltà organizzative e anche perchè:"...abbiamo sollecitato in ogni modo la ditta vincitrice dei lotti per le stalle per bovini, in palese ritardo, di completare la consegna. Dopo due lettere di messa in mora, il 5 gennaio è stata consegnata la formale diffida alla LMV, che ha dieci giorni di tempo, al netto dei giorni di maltempo, per completare la fornitura, pena l’interruzione del contratto."
Intanto i giorni passano inesorabili, tra burocrazia, politica e disorganizzazione e gli allevatori rimangono in difficoltà, come era previsto....
Ma entriamo nel merito cosa prevede la Determina Regionale "Approvazione delle procedure per la gestione degli interventi necessari alla delocalizzazione delle strutture produttive zootecniche danneggiate ed inutilizzabili a seguito dei sismi del 26 e 30 ottobre 2016".
Innanzitutto possono accedere ai benefici previsti dal presente atto gli imprenditori agricoli, in possesso di CUAA (Codice Unico di identificazione Aziende Agricole). Quindi non sono stati ricompresi, per determinate ragioni, tutti quei piccoli allevamenti ruraeli/familiari e hobbistici presenti sul territorio.
Tra le spese ammissibili rientrano, tra l'altro:
- Fornitura di moduli zootecnici per bovini, ovicaprini e fienili;
- Acquisto di animali a seguito di decessi in conseguenza del sisma;
- acquisto di macchine agricole o attrezzature;
- acquisto di impianti di mungitura fissi e mobili (lattodotti, carri, carrelli, ecc.);
- acquisto di gruppi elettrogeni;
- lavori di realizzazione, rifinitura ed adeguamento alle necessità dimensionali delle piazzole relative alle superfici sulle quali posizionare le tensostrutture relative ai moduli zootecnici., nonché di eventuali vie d’accesso necessarie per l’installazione;
- spese necessarie per l’allaccio delle utenze necessarie all’allevamento (acqua, energia elettrica ….).
Inoltre gli impianti e le attrezzature temporanee delocalizzate sono finalizzati esclusivamente ad assicurare il ricovero degli animali e la continuità produttiva per il tempo strettamente necessario alla realizzazione dei lavori di ripristino con miglioramento sismico o ricostruzione delle stalle, fienili o depositi danneggiati.
Le strutture temporanee sono rimosse a cura dell'operatore interessato entro trenta giorni dalla ultimazione dei lavori di ripristino o ricostruzione delle stalle, fienili o depositi. In caso di inadempimento totale o parziale dell'obbligo di rimozione, si provvederà in via sostitutiva, da parte della Regione Lazio, previa diffida, ponendo le spese a carico dell'operatore inadempiente. 
Nei comuni interessati dal sisma (di cui all’art. 1 del decreto legge 17 ottobre 2016, n. 189, nonché all’elenco aggiuntivo approvato con l’ordinanza del Commissario straordinario n. 3/2016) era stata prevista l'installazione di 89 moduli per un importo complessivo di €. 2.612.340,28.
Nello specifico 24 moduli per bovini da carne, 27 per bivini da latte, 18 per ovicaprini e 20 tunnel per foraggio e mangimi.
Ad oggi secondo le parole dell'Assessore, solamente 60 moduli sono stati realizzati, a fronte di una richiesta minima di 89...ed in piena emergenza neve! Qualcosa non ha funzionato...
In che modo sono state accertate le reali esigenze degli allevatori? Basandosi su dati meramente statistici o direttamente in sito verificando puntualmente la consistenza reale delle attivitò agricole e zootecniche presenti?
Noi abbiamo più di un dubbio...che ovviamente approfondiremo... 

NON BASTA DIRE CHE LE "STALLE ERANO ABUSIVE" PER GIUSTIFICARE LE INADEMPIENZE E LE PROMESSE NON MANTENUTE.   

 Questo allora è il nostro appello

Chiunque abbia cibo per animali o spazi per il loro ricovero momentaneo, contattando la nostra segreteria regionale, verrà messo direttamente in contatto con i coltivatori e allevatori di Bagnolo e degli altri comuni del reatino. 

"Dove non arriva lo Stato, arriva la solidarietà"
 

mercoledì 25 gennaio 2017

Gli allevatori del centro Italia in ginocchio. FEDERFAUNA offre spazi per la messa in sicurezza degli animali

Le stime non sono rassicuranti. Coldiretti, lancia l'allarme e parla di oltre 1000 capi di bestiame morto a causa del terremoto e delle abbondanti nevicate. (Fonte: www.secoloditalia.it)
E la corsa contro il tempo continua. Gli Allevatori di tutta Italia stanno dando prova di grande unità, organizzando trasporti di foraggio e mangimi e raggiungere le stalle isolate da giorni. 
Ad Accumoli la situazione è drammatica. Il sindaco Petrucci sottolinea come una coltre di neve che supera abbondatemente il metro sta rendendo impossibile le operazioni di messa in sicurezza delle stalle e l'approviggionamento delle derrate alimentari per gli animali con strade comunali e provinciali interrotte ed impraticabili. «La situazione è insostenibile per gli uomini e gli animali che sono rimasti nelle campagne terremotate dove, a distanza di 5 mesi dalle prime scosse, si registrano pesanti ritardi ed inefficienze burocratiche».
La nostra Confederazione, attraverso i propri allevatori iscritti, mette a disposizione spazi e terreni per la messa in sicurezza temporanea degli animali che non hanno più un ricovero agibile.

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martedì 24 gennaio 2017

Amatrice e le Stalle Abusive. La Regione Lazio in ritardo...e l'AIDAA annuncia battaglia...ma agli Allevatori chi ci pensa??

Se da una parte c'è chi rassicura e promette sollecite soluzioni, dall'altra c'è chi pondera bene le parole e giudica i fatti, e per quanto riguarda gli Allevatori di Rieti e provincia, la situazione è davvero preoccupante.
Ad agitare i già "caldi animi" ci pensa poi anche l'AIDAA (Associazione  Italiana Difesa Animali e Ambiente) che in merito alle opere di installazione dei moduli-stalla, denuncia pubblicamente come "mucche, capre, pecore e maiali restano al gelo per colpa della burocrazia che non ha assegnato i moduli delle stalle agli allevatori, o come pare allevatori che ora hanno gli animali all'addiaccio in quanto le loro stalle erano abusive e per questo motivo non hanno avuto diritto ai moduli sostitutivi delle stalle crollate? Non stiamo parlando di una questione di poco conto, ma di un fatto che potrebbe essere stato la causa della morte di centinaia di animali" e prosegue: "La notizia che ad Amatrice sono stati consegnati moduli-stalla, seppure con termini e tempi allungati dalla immancabile burocrazia, lo conferma lo stesso sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che però aggiunge anche che "Il fatto è che qualcuno aveva le stalle abusive in precedenza per cui molti animali sono fuori". AIDAA qualora risultassero accertati i fatti emersi dalle parole del Sindaco Pirozzi, annuncia battaglia perchè "crediamo che la questione sia generalizzata. Una volta finita l'emergenza occorrerà fare chiarezza e se ci saranno delle responsabilità sulla morte di mucche ed altri animali andranno fatte emergere e se del caso punite".

Le parole degli animalisti e del Sindaco Pirozzi certo non aiutano a rasserenare i pochi allevatori rimasti ad affrontare, da soli, giorno dopo giorno, la complessità di una situazione in continua emergenza.

Più sereno, dai caldi uffici regionali, sembra essere invece l'Assessore Rergionale all'Agricoltura del Lazio, Carlo Hausmann, il quale ammette le lacune organizzative ed i ritardi verificati....
Il 28 novembre il commissari straordinario per la ricostruzione Vasco Errani ha emanato un'ordinanza per l'acquisto e il rimborso dei materiali per la ricostruzione da parte degli allevatori che è stata resa esecutiva dalla Regione Lazio il 7 gennaio? E' giusto? Se è così come mai sono trascorsi così tanti giorni, soprattutto a ridosso dell'inverno e dell'arrivo delle basse temperature?
Credo sia necessario chiarire che l’ordinanza Errani n. 5 del 28 novembre, che prevede il rimborso del 100% per le dotazioni e per le attrezzature produttive ai privati, è stata sin da subito operativa e le imprese sono state informate sulla possibilità di poterla utilizzare. L’ordinanza, è bene ricordarlo, prevede il possesso di tre requisiti fondamentali: la certificazione del danno; la perizia di un tecnico abilitato che certifichi che l’acquisto del bene corrisponda al danno verificato; l’accertamento della congruità del prezzo. Mentre per il primo, la certificazione del danno, è potuta intervenire subito la Regione Lazio, che ha fornito a tutte le aziende delle zone terremotate la certificazione AeDES (Agibilità e Danno Emergenza Sismica, il livello più alto di certificazione); nel caso invece degli ulteriori due requisiti, producibili a cura delle aziende, si sono verificate alcune difficoltà da parte delle imprese stesse."

Cosa deve fare un allevatore per comprare del materiale e ottenere il rimborso? Riguarda solo il Lazio o anche le altre regioni interessate dal sisma?
Nello specifico, gli agricoltori e gli allevatori interessati devono presentare una domanda, sulla base della modulistica regionale, che va presentata alla nostra Area Decentrata di Rieti. Una volta presentata la domanda, dopo un rapido controllo effettuato dai nostri uffici, e nel caso in cui la spesa sia autorizzata, si procederà al pagamento. Il produttore non deve sostenere alcuna anticipazione, ma sarà sufficiente, al termine dei lavori, presentare una fattura non quietanzata del fornitore. La Regione Lazio provvederà al pagamento e successivamente il produttore entro dieci giorni dall’erogazione dovrà presentare la quietanza delle fatture".

Quali sono le criticità che prevede nei prossimi mesi per il mondo degli allevatori e degli agricoltori colpiti dal sisma? Ci sono situazioni che la preoccupano più di altre?
“Tutto quello di cui abbiamo parlato sinora riguarda essenzialmente la gestione dell’emergenza, quindi interventi tampone per garantire la continuità produttiva, ma la situazione è estremamente seria soprattutto nel settore zootecnico, perché bisogna recuperare un’efficienza generale del sistema. Per far ciò dobbiamo tener presente che molte delle imprese sono depauperate, hanno grandi problemi di liquidità, altre hanno un potenziale produttivo ridotto e soffrono di un mancato reddito, oltre ovviamente alle condizioni produttive molto difficili".
Fonte: osservatorio-amatrice.blogautore.repubblica.it
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Queste sono invece le parole di Anna, abitante di Amatrice che vive da mesi  in un container insieme al compagno. Anna è una delle circa 220 titolari di Aziende Agricole del territorio amatriciano che dal 24 agosto cerca di sopravvivere alla distruzione del sisma e ora anche dalla neve, abbondante, troppo.

"La cosa assurda è che hanno fatto un appalto unico e solo 30 aziende sono state prese in considerazione. Dovevano portare i tunnel da adibire a stalla, ma non sono mai arrivati. Ora stanno frazionando gli appalti, ma è tardi. Le scosse sono continue». La voce si interrompe. «Ecco, appunto, un'altra scossa - spiega - non abbiamo tregua. Portare via gli animali adesso? Impossibile con la neve e poi muoversi significa avere una destinazione, con stalle e terreno. Non possiamo andarcene".
Le aziende sono in forte crisi e gli animali, soprattutto ovini e bovini, cominciano a soffrire la scarsità di alimenti che tardano ad arrivare a causa delle condizioni di percorribilità delle vie di comunicazione.

E mentre ci si interroga sull'entità dei decessi accertati e degli abusi edilizi noi possiamo ben comprendere e constatare, al contrario, come la metodica (oramai divenuta prassi) di imporre vincoli e prescrizioni urbanisitici senza conoscere la reale vocazione territoriale, abbia prodotto solo effetti negativi sia dal punto di vista economico che sociale. Vincoli che in molti casi vengono richiesti a gran voce proprio da quelle associazioni "amiche della natura e dell'ambiente"...
Questa perdurante criticità non ha aiutato, e non aiuta tutt'ora, alcun allevatore al qual è richiesto, oltre al già notevole sforzo economico, dovuto ad una pressante tassazione, anche il superamento di una burocrazia a volte invalicabile soprattutto per alcune zone dell'entro terra sabino a prevalente economia agricola.


MA ALLORA AGLI ALLEVATORI CHI CI PENSA????? 


Nota:
Ocdpc n. 431 dell'11 gennaio 2017: ulteriori interventi urgenti di protezione civile conseguenti agli eventi sismici che hanno colpito il territorio delle Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo a partire dal giorno 24 agosto 2016

Art.3 - Ulteriori interventi urgenti per la continuità operativa del settore zootecnico. 
Per realizzare le stalle temporanee, gli imprenditori zootecnici possono avvalersi delle deroghe già previste per i Mapre-moduli abitativi provvisori rurali, anche per gli aspetti paesaggistici e urbanistici, dato il collegamento diretto tra la funzionalità delle stalle temporanee e la realizzazione dei Mapre. Le stalle temporanee ed i moduli abitativi provvisori per gli allevatori non sono soggetti alle verifiche di incidenza ambientale, trattandosi di interventi puntuali. Al termine dell'esigenza, dopo la rimozione, saranno ripristinate le condizioni dei luoghi.

 

giovedì 19 gennaio 2017

Emergenza neve nelle zone terremotate


ALLEVATORE MORTO NE CROLLO DELLA STALLA. LA SOLITUDINE DI UN L'ITALIA ABBANDONATA AL PROPRIO DESTINO...

C’è una prima vittima del terremoto, e se ne temono altre. Come era facile immaginare, l’uomo di 83 anni è rimasto sepolto nel crollo della sua stalla, a Castel Castagna (Teramo): gli allevatori sono tra i pochi a essersi fermati in queste zone, costretti a stare vicino agli animali in stalle spesso rese pericolanti o inagibili dallo sciame sismico che flagella il Centro Italia dallo scorso 24 agosto. Invece, i sedici allevatori dati per dispersi ieri fra le scosse e una slavina, poi raggiunti al telefono, in serata sono stati portati in salvo da vigili del fuoco e carabinieri a Colle d’Arquata (Ascoli Piceno). Quattro stalle sono crollate sotto il peso della neve in provincia di Macerata: circa un centinaio di animali morti, 600 mucche e 5 mila pecore al freddo soltanto nelle Marche secondo una stima della Coldiretti, che accusa:Cinque mesi di tempo persi, chi ha sbagliato deve pagare”.  E’ quella degli allevatori che non hanno potuto abbandonare il bestiame dopo i terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre, e da due giorni, prima della sequenza di scosse di magnitudo superiori a 5 registrate ieri in Abruzzo, in provincia dell’Aquila, lottavano anche con cumuli di neve alti fino a 3-4 metri. Condizioni meteorologiche proibitive, che hanno stroncato decine di capi, e ieri mattina hanno messo letteralmente a rischio la vita di alcuni agricoltori. ”E’ una strage di animali – accusa la Coldiretti -, con solo il 15% delle strutture di protezione mobili completate da agosto ad oggi”, nonostante la nuova ordinanza che velocizza le procedure di acquisto dei moduli in autonomia, e le promesse. Il bilancio dei danni è destinato a salire, perché molte aziende agricole delle aree terremotate sono irraggiungibili a causa della neve. Anche dell’uomo di 83 anni, morto nel teramano sotto le macerie della sua stalla, si è saputo solo a tarda sera. Le cisterne non passano a ritirare il latte, e, come spiegava ieri ai microfoni di Radio24 il sindaco di Ussita Marco Rinaldi, ”non si riesce a portare da mangiare agli animali”.
Altre due stalle sono crollate a Sarnano, un bollettino di guerra per una piccola economia montana legata soprattutto alla zootecnia. Poche le buone notizie: a Pieve Torina Attilio Rivelli (150 mucche distribuite fra la neve e una stalla di amici) potrà trasferirne una parte in un altro ricovero, con l’aiuto della Regione. Ma per la gran parte dei suoi colleghi l’attesa non è finita. Da Amatrice e Accumoli si chiede l’intervento dei soldati: ”Sono bloccato qui in casa da due giorni – racconta Gabriele, allevatore di Terracino – la strada è scomparsa sotto 2 metri di neve, sono al limite della sopportazione, mandate l’Esercito, le forze speciali”. La vice presidente della commissione Agricoltura al Senato Elena Fattori, di M5s, chiede che il ministro Maurizio Martina riferisca in aula sulla situazione degli allevatori. Già ieri, al question time alla Camera, Martina ha parlato di “situazione aggravata per le imprese agricole”. E i sindaci ripetono: se ”mollano” loro, lo spopolamento dei piccoli centri montani sarà una certezza. (nelle foto Ansa, sopra una stalla crollata e sotto i Vigili del fuoco a Castelsantangelo sul Nera, Macerata. Più sotto, altre foto di pecore e un asino nella neve nell’azienda Scolastici di Pieve Torina, Macerata, e alcuni maialini morti di freddo)

Fonte: ilsole24ore

martedì 17 gennaio 2017

Sant'Antonio amaro tra gelo ed emergenza sisma. La crisi degli allevatori Laziali non conosce tregua..

"Siamo abbandonati al nostro destino". Questo è il grido d'allarme degli allevatori in occasione della tradizionale benedizione San Antonio Abate il Patrono degli animali che coinvolge milioni di italiani con i loro amici nelle piazze e parrocchie di tutta Italia, che quest’anno ha pero’ il centro in Piazza San Pietro a Roma dove sono giunti migliaia di allevatori che con le loro famiglie con una vera e propria Arca di Noe’. Un Sant'Antonio amaro soprattutto per gli allevatori della aree colpite dal sisma, che hanno mucche e pecore in mezzo alla neve, poiché non sono state ancora ultimate le stalle mobili, tanto che si segnalano aborti e produzione di latte dimezzata. Se i ricoveri per il bestiame non arriveranno in tempi brevi c'è il pericolo concreto che molti animali muoiano.
Nelle fattorie italiane sono scomparsi circa 2 milioni di animali tra mucche, maiali e pecore oltre al progressivo e costante spopolamento delle aree interne e montane. A questi fattori dobbiamo aggiungere il forte rischio che sta correndo l’enogastronomia Made in Italy con la dipendenza dall’estero che per carne, salumi, latte formaggi che è vicina al 40%. (secondo le stime Coldiretti).
Nonostante una importante attività di recupero in Italia sono minacciate di estinzione - sottolinea la Coldiretti - ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei Piani di Sviluppo Rurale della precedente programmazione. Dalla capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo alla gallina di Polverara ritratta con il caratteristico ciuffo fin dal 1400 in quadri e opere conservati anche nei Musei vaticani, dalla Mora romagnola una curiosa razza di maiale dal mantello nerastro, con tinte dell’addome più chiare ai bovini di razza Garfagnina con mantello brinato e pelle di colore ardesia.
Ora la Regione Lazio deve necessariamente "cambiare passo" e accelerare garantendo l'ultimazione delle strutture nel giro di questo mese. A rischio non c'è solo l'economia rurale dei paesi terremotati ma l'intera filiera agro-alimentare regionale.

mercoledì 11 gennaio 2017

Carpineto Romano. Dalla prossima settimana i primi recuperi dei bovini vaganti.

Foto Archivio
A poco più di un mese dalla sottoscrizione dell'Accordo con l'Amministrazione del Comune di Carpineto Romano e la Confederazione FederFauna, cominceranno la prossima settimana le operazioni di recupero dei bovini vaganti presenti sul territorio. 
La FederFauna - Confederazione Sindacale degli Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali - attraverso i propri allevatori associati proveranno a risolvere o quantomeno arginare il fenomeno del "bovini vaganti" attraverso la cattura, il trasporto e la custodia degli animali all'interno di luoghi idonei dove riceveranno, così, le attenzioni che meritano.
Grazie alla fattiva collaborazione dell'Amministrazione Comunale di Carpineto Romano, in prima linea il Sindaco Matteo Battisti, FederFauna si impegna, in questo modo, alla salvaguardia e tutela dei cittadini e degli automobilisti del territorio e anche della ricollocazione e incolumità dei bovini abbandonati.