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lunedì 23 gennaio 2023

PILLOLE DI RURALITA'. UNA CIPOLLA PER SAPERE QUANTO SARANNO PIOVOSI I PROSSIMI MESI

Una cipolla per prevedere il meteo....

Tra le tante tradizioni contadine, quelle che appartengono ad un passato spesso dimenticato, ce ne sono di curiose e affascinanti legate ad alcuni metodi empirici per prevedere il tempo. A Gennaio, mese che segna il pieno inverno, era necessario nel mondo rurale cominciare a stabilire i tempi per le semine dell’annata che si presenta e quindi torna utile capire il clima a venire. Molte comunità rurali, in mancanza dell'odierna tecnologia, si affidavano alla divinazione attraverso l'utilizzo della cipolla la notte tra il 24 e il 25 gennaio (Conversione di S.Paolo).

Il metodo è assolutamente semplice. 

Si taglia una cipolla prima a metà. La parte che cade a destra rappresenta i mesi pari quella a sinistra i mesi dispari. Da queste due metà si ricavano altri due mezzi e infine altri due fino a ottenere 12 spicchi da cui si prende un velo per ognuno. I veli di cipolla si dispongono su un tagliere disponendoli 6 sopra e 6 sotto (rappresentano i mesi ) e mettendo nel velo di cipolla un pizzico giusto di sale. 

La mattina seguente se il sale è:

- sciolto / piogge o neve

- intatto / tempo bello e sole

- parzialmente sciolto / tempo variabile


"Delle calende non me ne curo purché a san Paolo non faccia scuro"

martedì 17 gennaio 2023

VIVA S.ANTONIO ABATE!!!

Il 17 Gennaio si benedicono le stalle e si conducono a benedire gli animali domestici, puliti e infiocchettati, davanti ai sagrati delle chiese.  

I suoi discepoli tramandarono alla Chiesa la sua sapienza, raccolta in 120 detti e in 20 lettere; nella Lettera 8, Sant’ Antonio scrisse ai suoi “Chiedete con cuore sincero quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed esso vi sarà dato”. 

Nel 561 fu scoperto il suo sepolcro e le reliquie cominciarono un lungo viaggiare nel tempo, da Alessandria a Costantinopoli, fino in Francia nell’ XI secolo a Motte-Saint-Didier, dove fu costruita una chiesa in suo onore. In questa chiesa a venerarne le reliquie, affluivano folle di malati, soprattutto di ergotismo canceroso, causato dall’ avvelenamento di un fungo presente nella segala, usata per fare il pane. Il morbo era conosciuto sin dall’ antichità come “ignis sacer” per il bruciore che provocava; per ospitare tutti gli ammalati che giungevano, si costruì un ospedale e una Confraternita di religiosi, l’ antico Ordine ospedaliero degli “Antoniani”; il villaggio prese il nome di Saint-Antoine di Viennois. Il Papa accordò loro il privilegio di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade, nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento. 
Il loro grasso veniva usato per curare l’ ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio” (herpes zoster); per questo nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande eremita egiziano, poi fu considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla. 

Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici; in alcuni paesi di origine celtica, Sant'Antonio assunse le funzioni della divinità della rinascita e della luce, LUG, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali e maiali, così s. Antonio venne rappresentato in varie opere d’ arte con ai piedi un cinghiale.

Il Bastone a "T"

l bastone su cui si appoggia Sant'Antonio è spesso a forma di stampella, emblema tradizionale del monaco medievale il cui dovere era di aiutare gli zoppi e gli infermi, oppure è semplicemente un bastone pastorale. Spesso il manico del bastone è a forma di T, o in alternativa può comparire la lettera tau sulla sua tonaca, all’altezza della spalla. Questo simbolo richiama la croce egizia, antico simbolo di immortalità poi adottato come emblema dai cristiani alessandrini. Secondo un’altra interpretazione la lettera tau allude alla parola “thauma”, che in greco antico significa “prodigio”.

I festeggiamenti in onore di S.Antonio Abate sono anche una buona occasione per ricordare oltretutto l'importanza della zootecnica come risorsa socio economica per l'intero nostro Paese e ridare il giusto valore alla figura dell'allevatore, unici veri garanti del rispetto del benessere degli animali, sempre più spesso fatti oggetto di critiche e duri attacchi mediatici.

Noi diciamo: W S.ANTONIO!!!