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REGIONE LAZIO. Disposizioni integrative per la gestione della pesca sportiva e dilettantistica nelle acque interne per l'anno 2024 - CACCIA AL CINGHIALE. DOPO IL SUCCESSO DELLA PASSATA EDIZIONE TORNA LA "GRANDE BATTUTA AL CINGHIALE" NELLA RISERVA DI PISCIN DI POLVERE DOMENICA 17 MARZO 2024- CONFAVI LAZIO, CONTINUA CON GRANDI ADESIONI IL TESSERAMENTO CACCIA 2024 - SCRIVICI PER RICEVERE LA POLIZZA ASSICURATIVA PIU' VANTAGGIOSA -

mercoledì 24 agosto 2016

TERREMOTO CENTRO ITALIA. EMERGENZA.

Dopo la notte di terrore nel cuore dell'Italia, dove un forte terremoto di magnitudo 6,0 ha colpito la vasta area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle vittime del terremoto, alle numerose famiglie con case lesionate ed a tutti gli allevatori ai quali desideriamo mettere a disposizione le nostre strutture e ed il nostro staff per sostenerli in qualsiasi necessità di intervento.

FACCIAMO APPELLO DI LASCIARE LIBERE LE VIE DI COMUNICAZIONI CON I PAESI COLPITI DAL SISMA, IN PARTICOLARE LA VIA SALARIA PER PERMETTERE IL TRANSITO DEI MEZZI DI SOCCORSO E LASCIARE OGNI DISPOSITIVO WI-FI SENZA PASSWORD PERE FAVORIRE COMUNICAZIONI VIA INTERNET

PER OGNI ULTERIORE NECESSITA’ CHIAMARE:

SALA OPERATIVA PROTEZIONE CIVILE  803 555
NUMERO UNICO EMERGENZA 112
SOCCORSO STRADALE  803 116

venerdì 19 agosto 2016

Antiche tradizioni rurali...da conservare

LE UOVA
La conservazione delle uova per uso alimentare è stato un grave problema del passato e tale si  è  mantenuto  praticamente fino  agli  anni  ’50. Di norma con una dozzina di galline ovaiole si riusciva a far fronte alle esigenze quotidiane e forse a raggranellare qualche spicciolo con la vendita di qualche uovo, considerando che, oltre ai capponi a Natale, c’era il paio di galletti a Pasqua e per il periodo della trebbiatura e le 100 e più uova nel corso dell’anno, senza contare le regalie all’eventuale fattore e al prete che “passava a benedire” nel periodo pasquale.
I  nostri  nonni  non  avevano  la  possibilità  di consumare uova tutto l’anno come invece avviene oggi, dal momento che l’ovodeposizione era ciclica  e  legata  alle  stagioni.  Vecchie  e  nuove  statistiche  alla  mano  possiamo  verificare  come  il consumo  annuo  pro capite  di  uova sia  passato  da  poco  più  di  100
a fine  '800 (G.Trevisani,  1902)  agli  attuali  221  (UNA,  2015).
Per ovviare all’inconveniente di rimanere senza uova nei mesi invernali nei quali le galline non ne deponevano o ne producevano in numero insufficiente, da maggio-giugno si mettevano sotto la calce e si conservavano perfettamente, anche se erano adatte per lo più per fare la sfoglia.
Era un procedimento semplice: si faceva sciogliere la calce nell’acqua mescolando bene, poi si lasciava riposare in modo che la calce si deponesse sul fondo e intanto si mettevano le uova uno sopra l’altro in un piccolo orcio di terracotta smaltata versandovi sopra l’acqua di calce così ottenuta.
Fra  i  più  noti  metodi  di  conservazione  vale  la  pena  iniziare  con  quello  messo  a  punto  da Mariot - Didieux  nella  prima  metà  dell’800  e  riportato  da  Cassella  (1879).  In  pratica  le  uova venivano conservate  sotto  sale,  preferibilmente  salgemma,  in  casse  di  legno  rivestite  internamente di carta. Ogni cassa, contenente 600 uova, veniva posta in un luogo fresco ed asciutto. Il tempo di conservazione variava dai sette ai nove mesi.
Tutti   i  metodi  attuati  al  presente  e  nel  passato  si  propongono  di   evitare l’evaporazione dei liquidi che le uova contendono ed il loro rimpiazzo con aria ed inoltre di evitare le variazioni di temperatura capaci di provocare la putrefazione”.
In questa chiave va letto il metodo di  mettere  le  uova,  con  la  punta  in  alto (!?),  in  vasi  o  tinozze completamente  avvolte  da cenere  dilegno o da torba finissima, come pure il metodo di immergere per un minuto le uova, usando panieri in  filo di  ferro nell’acqua bollente
Scienza, tecnica e ...... cortesia nei confronti della massaia, erano proprio altri tempi!

giovedì 11 agosto 2016

LAZIO: Produzione Pecorino Romano dop a rischio

NEPI - Consiglio comunale straordinario a sostegno della filiera del ''Pecorino Romano''.
L'amministrazione comunale di Nepi ha indetto un consiglio comunale straordinario per deliberare un documento unitario in sostegno sulla problematica della produzione e trasformazione del Pecorino Romano dop. La delibera da inviare a tutte le componenti istituzionali coinvolte sarà discussa e votata dal consiglio comunale nell'intento di sostenere le richieste che sono state inoltrate dagli allevatori e dai trasformatori del territorio al Mipaaf e alla regione Lazio.
Il ministero delle politiche agricole il 9 marzo 2016, ha approvato il piano di regolazione dell'offerta del Pecorino Romano Dop ed ha assegnato all'unica azienda laziale che produce Pecorino Romano una produzione massima pari a 6 mila quintali a fronte dei 270 mila quintali di produzione assegnati alle aziende sarde che produco il pecorino romano.
Questa situazione già di per se pregiudica lo sviluppo delle aziende laziali e in particolare dell'unico grande trasformatore di Pecorino Romano laziale ''I Buonatavola Sini'' che attualmente trasforma 12 mila quintali ed è in crescita annua del 20%, ma con la direttiva rischia dopo la lunga moria degli altri trasformatori nepesini come ''Ronconi'' e ''Brunetti'' di vedersi ridimensionato e a rischio chiusura. L'alternativa ancora più dolorosa per il territorio sarebbe la diversificazione della produzione abbandonando l'antica arte del ''Pecorino Romano Fulvi'' apprezzato anche all'estero per commercializzare sul mercato una diversa produzione. Quest'ultima eventualità porterà una situazione di stravolgimento della produzione del latte ovino con un abbassamento del prezzo del latte alla fonte non sopportabile per gli oltre 400 allevatori del Lazio.
Altra questione di cui bisogna fare chiarezza, soprattutto nei confronti dei consumatori, è la tracciabilità della filiera, ossia quel Dop che tanto regolamentato e punto forte del ''Made in Italy'', in questo caso molto confuso, tra produzione sarda e laziale che commercializzano ambedue il ''Pecorino Romano dop'', senza distinzione di lavorazione e provenienza.
Su questi due principali temi il consiglio comunale di Nepi sarà chiamato a deliberare un documento da inoltrare al ministero delle politiche agricole e forestale, alla regione Lazio affinchè si salvaguardi la filiera del Pecorino Romano laziale individuando strumenti normativi e regolamentari idonei per la sopravvivenza dell'intera filiera.

 

mercoledì 10 agosto 2016

Roma, maltrattamenti e sprechi: inchiesta sui canili comunali

Più di quattro milioni di euro concessi nel corso degli anni violando sistematicamente le regole sugli affidamenti e la gestione dei canili comunali di proprietà di Roma Capitale. Soldi garantiti senza rispettare le procedure. Tanto che l'Autorità nazionale anticorruzione ha deciso di vederci chiaro e, qualche giorno fa, ha chiuso la sua istruttoria e ha inviato la delibera conclusiva alla procura, alla Corte dei conti e alla Guardia di finanza. Molte «le criticità» evidenziate per il periodo che va da ottobre 2001 ad aprile 2016. Ma ce n'è una che, per chi ama gli animali, è tra le più gravi, e riguarda proprio «le caratteristiche morali» di chi avrebbe avuto il compito di occuparsi di queste bestiole. Scrive il presidente Raffaele Cantone nel documento: «Si rileva la carenza di verifica dei requisiti di ordine morale in capo agli operatori economici affidatari». Come dire che chi avrebbe dovuto garantire il servizio, nonostante le belle cifre percepite, finiva con il maltrattare gli animali.

Fonte: www.ilmessaggero.it 

venerdì 5 agosto 2016

Accordo tra FEDERFAUNA e CONF.A.V.I. PER OFFRIRE MIGLIORI GARANZIE CACCIA

Gli allevatori, i commercianti e i detentori di animali aderenti a FederFauna, che siano anche cacciatori, da oggi potranno godere di una tessera comprensiva di una tra le migliori polizze assicurative per la caccia presenti sul mercato per rapporto costi-garanzie.
Cio´ grazie ad un Accordo sottoscritto ieri a Thiene (VI) tra FEDERFAUNA Confederazione Sindacale degli Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali, rappresentata dal Segretario Generale Massimiliano Filippi e CONF.A.V.I., Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane, rappresentata dalla Presidente Nazionale Maria Cristina Caretta.
FederFauna non e´ e non aspira a diventare un´Associazione Venatoria, ma e´ e resta un´Organizzazione Sindacale che, da Statuto: "rappresenta e tutela gli interessi sociali, morali ed economici di tutte le persone e le imprese che operano in tutte le attivita´ connesse agli animali e di tutti quei soggetti terzi, privati e non, che da tali attivita´ traggano beneficio anche non economico", tuttavia, a grande richiesta (pare che anche numerosi agricoltori, allevatori siano appassionati di caccia) si e´ dotata di un servizio in piu´: una tessera comprensiva di una polizza caccia che offra garanzie ben superiori a quelle obbligatorie per legge, ma ad un prezzo per l´utente molto contenuto.


PRESSO TUTTI I RESPONSABILI  E LE SEDI TERRITORIALI DI FEDERFAUNA SONO DISPONIBILI I NUOVI BOLLETTINI POSTALI PER LA STAGIONE VENATORIA 2016/2017.

CONTATTATECI!!!!



lunedì 1 agosto 2016

REGIONE LAZIO. Il Tesserino Venatorio e l'arte di sapersi arrangiare...



Tra poco più di un mese avrà inizio la stagione venatoria 2016/2017 senza non poche sorprese e forti perplessità. Questa mattina, suindicazione del Sindacato Venatorio Italiano per il Lazio abbiano inoltrato al Presidente della Regione Lazio e Assessore all'Agricoltura la nostra nota nella quale segnaliamo il problema delle "mancata segnatura" dei capi abbattuti per carenza di spazi sul tesserino regionale in distribuzione i questi giorni.

Di seguito il testo della nota.


OGGETTO:  Tesserino venatorio regionale-LEGGE 7 luglio 2016, n. 122. Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2015-2016. (16G00134)
                  
Gent.mo Presidente, Egregio Assessore

Come noto la Legge in oggetto recentemente approvata dal governo prevede che: "12-bis. La fauna selvatica stanziale e migratoria abbattuta deve essere annotata sul tesserino venatorio di cui al comma 12 subito dopo l'abbattimento.».
Nel tesserino venatorio regionale in distribuzione in questi giorni è impossibile segnare subito dopo l'abbattimento, come prevede la legge, più di 10 capi per mancanza delle caselle per quelle specie di cui il calendario venatorio fissa un limite di abbattimento superiore a 10 e cioè:
cesena (Turdus pilaris) 20 capi
cornacchia grigia (Corvus corone cornix) 20 capi
gallinella d'acqua (Gallinula chloropus) 20 capi
gazza (Pica pica) 20
ghiandaia (Garrulus glandarius) 20 capi
merlo (Turdus merula) 20 capi
porciglione (Rallus aquaticus) 20 capi
tordo bottaccio (Turdus philomelos) 20 capi
tordo sassello (Turdus iliacus) 20 capi
volpe (Vulpes vulpes) 20 capi

Si chiede pertanto come la Regione Lazio intenda ovviare al problema che i cacciatori si troveranno ad affrontare potendo essi incorrere in sanzioni da mancata "segnatura" del capo non appena abbattuto per oggettiva carenza del tesserino venatorio stampato e distribuito dalla Regione Lazio.

Roma, 01.08.2016                                                                                           

Sindacato Venatorio Italiano
   Delegato Regionale Lazio
                                Alessandro Pani
Il Segretario FederFauna Lazio
Gabriele Milani

Il n. 19 di FEDERFAUNA INFORMA E' ON LINE!!

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