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mercoledì 30 agosto 2017

FILIPPI, FederFauna: "Non limitare la caccia non e' affatto un regalo ai cacciatori. Limitarla sarebbe fare un regalo agli animalisti"


"Non limitare la caccia non e' affatto un regalo ai cacciatori. Limitarla sarebbe fare un regalo agli animalisti. Quelli che, parlando di incendi, hanno contato, non si sa come, la morte di 40milioni di animali. Se facciamo due conti, vista la totale superficie agro-silvo-pastorale, vorrebbe dire che ci sono 5miliardi di animali. Mi sembra che qualcuno stia dando un pochino i numeri!..."


Lo ha dichiarato il Segretario Generale di FederFauna Massimiliano Filippi alle telecamere del TG5, durante il servizio di Maria Luisa Cocozza, intitolato "Rimandare la caccia per incendi e siccita'?", andato in onda il 29/08 alle ore 20.00.



In questi giorni, infatti, come ogni anno all'avvicinarsi della stagione di caccia, le solite associazioni animaliste hanno chiesto alle Istituzioni di limitarne l'esercizio, questa volta in considerazione delle particolari condizioni climatiche e ambientali (caldo e incendi); richiesta sostenuta quest'anno anche dall'ISPRA, l'istituto di ricerca ministeriale coi ricercatori precari sempre pronti allo sciopero e a salire sui tetti.



Filippi, intervistato, ha spiegato che non ci sono le condizioni per chiedere un posticipo della stagione venatoria; che le estati calde e con poche precipitazioni non compromettono il buon esito delle covate, anzi, lo favoriscono; che la tortora africana si chiama cosi' proprio perche' in questo periodo migra in Africa, dove trova un clima ancor piu' arido (questa parte non e' stata trasmessa) e, soprattutto, che le associazioni animaliste "danno i numeri": essendo infatti note sia la superficie agro-silvo-pastorale nazionale totale, che la percentuale di essa andata a fuoco, se come sostenuto dagli animalisti in quest'ultima fossero morti 40milioni di animali selvatici, significherebbe che nella restante ce ne sono circa 5miliardi. Attenzione a non pestare la coda a un cinghiale quando prendete l'autobus!...

martedì 29 agosto 2017

Anche nel M5S qualcuno di buono c'è...: “Difendiamo gli animali dagli animalisti”

A palle ferme (e spero fredde, ma con certa gente non si può mai dire), sento la necessità di una riflessione sulla recente fiammata anti-paliesca accesa da un parlamentare del M5S che ha chiesto ufficialmente al Governo l’abolizione del Palio di Siena.
Una necessaria premessa anzitutto: tutti noi, ordinari cittadini, siamo civilmente e fermamente contrari a qualsiasi forma di crudeltà e violenza, psichica o fisica, indebitamente e inutilmente inferta a qualsiasi animale.
Detto ciò, però, bisogna subito porsi la domanda: chi o cosa sono oggi gli animalisti? La risposta che mi sono data è che ormai con questo termine non si raffiguri più la grande e diffusa massa – alla quale pure il sottoscritto appartiene – di coloro che amano gli animali e non vogliono che siano sottoposti a maltrattamenti fisici o psichici. No, oggi gli animalisti sono esclusivamente i viscerali adepti di una sorta di fanatica setta dogmatica. E sulla definizione di “dogma” i dizionari sono tutti univoci, dandone più o meno questa definizione: “principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione, imposto ai credenti come articolo di fede”. Con simile gente ogni tipo di rapporto dialettico non è solo inutile, ma è anche dannoso, perché si rischierebbe di regalare loro un immeritato quarto d’ora di visibilità che altrimenti neanche si sognerebbero di avere. Infatti sono sempre e solo alla ricerca del coup de théătre. In Italia sono migliaia i cavalli degli ippodromi macellati ogni anno perché infortunati e/o scartati perché non abbastanza competitivi. Su ciò silenzio assoluto o quasi. Ma per il solo cavallo incidentato in Piazza del Campo sotto le telecamere di mezzo mondo si accendono i fuochi d’artificio.

Mi ero già occupato della questione nell’appendice al mio breve saggio “IL PALIO (o della libertà)”, ma la prima edizione è del 2002 e la seconda è del 2006, quando la situazione non era ancora così “calda”. Comunque la si può trovare qui: (attenzione: le statistiche si riferiscono al periodo pre-crisi: oggi quei valori possono essersi ridotti significativamente).

E nella stessa direzione andava un mio articolo su queste pagine esattamente di un anno fa, che potete trovare qui.

LA SOPPRESSIONE DELLE CORSE DEI CAVALLI CONDANNEREBBE DECINE DI MIGLIAIA DI CAVALLI AL MACELLO

Ma ora sento la necessità di approfondimenti su questo tema che, qui di seguito, cerco di illustrare nella stessa maniera confusa in cui mi vengono in mente (numero le considerazioni per far credere che un qualche ordine ci sia).

Se gli animalisti chiedono e ottengono la soppressione del Palio di Siena e delle altre manifestazioni più o meno analoghe, che succede poi? Di quei cavalli “disoccupati” pagheranno loro il mantenimento, finché morte non sopravvenga, o proporranno che questo costo sia posto a carico del contribuente, ossia anche di chi non è “animalista”? O, peggio ancora, se ne fregheranno del tutto per cui per qualche centinaio di cavalli che gira intorno a quelle manifestazioni non ci sarà altro destino che la macellazione? Un bel successo davvero per chi è capace di scandalizzarsi fino all’ossessione per un solo cavallo finito al macello perché incidentato al Palio: per salvare qualche cavallo da ipotetici incidenti futuri, si macellano subito tutti, compresi quelli che si voleva salvare dal futuro ipotetico incidente (ovviamente con l’eccezione dei cavalli del Palio di Siena che finiscono la loro carriera liberi nei pascoli, mantenuti dalla nostra comunità).
E se viene chiesta e ottenuta l’abolizione del Palio e delle altre corse analoghe, mica si continueranno a tollerare, vero?, le corse dell’ippica e i concorsi ippici, dove la mattanza equestre raggiunge vette vertiginose: migliaia di cavalli – circa il 90% dei nati – consegnati ogni anno al coltellaccio della squartatore perché infortunati o, peggio ancora, perché non abbastanza competitivi (ma che differenza fa?). Anche in questo caso il costo astronomico per il mantenimento di alcune decine di migliaia di cavalli diventati inutili a chi farà carico? Alla caritatevole, straordinaria sensibilità degli animalisti o al solito Pantalone? Oppure lo scopo di questi signori era solo quello di vincere la battaglia per motivi di principio (tipico atteggiamento di ogni fanatica setta dogmatica) dopodiché il problema non è più tale e quelle decine di migliaia di cavalli, già da loro amatissimi, possono tranquillamente finire in macelleria? Chi disse che il ”troppo amore” può uccidere più dell’odio?

L’ “AMORE” DEGLI ANIMALISTI ARRIVA FINO ALLE ZANZARE?

Ma gli animalisti non sono tutti così ottusi. Qualcuno lo è anche di più. Le loro frange più estreme e “intelligenti” hanno una risposta anche per questo problema: liberare in natura tutti questi animali lasciandoli ovviamente anche liberi di riprodursi. Si pensi solo ai danni che qualche migliaio di cinghiali caprioli e cervi già producono nelle zone temperate come l’Italia, quelle zone ossia dove si pratica l’agricoltura per la sopravvivenza dell’uomo, e immaginiamoci per un solo momento cosa succederebbe se vi si immettesse anche qualche decina di migliaia di cavalli, animali celebri per avere cinque bocche: una ogni zoccolo e una sul muso. Un’ideona: salvare i cavalli per far morire di fame l’uomo! Senza contare che nessun erbivoro in natura muore di morte naturale, ma tutti (tutti!), non appena un incidente o l’età ne riducono la capacità di fuga, finiscono divorati vivi (vivi!) dai carnivori predatori. Come risultato non c’è davvero male per gente che a ogni piè sospinto si autoproclama caritatevole difensore dei cavalli dalla brutalità umana!
Gli animali del nostro pianeta si classificano in una lunga scala che va dalla balenottera azzurra (il più grande di tutti: 180 tonnellate) per arrivare, diciamo, alla minuscola drosofila o moscerino della frutta (misurabile in frazione di milligrammo). Sarebbe interessante sapere a quale livello gli animalisti pongono l’assicella per separare da tutti gli altri quegli animali che meritano la loro protezione, ossia quali loro hanno deciso essere soggetti senzienti (capaci di provare sentimenti e dolore) e quali no. Non è una questione di lana caprina perché l’ala estrema del fanatismo animalista, i vegani, non solo non mangia carne, e non solo non mangia neanche i derivati come uova, latte e latticini, miele ecc., ma neanche si veste di pellicce e pelli animali (scarpe, cinture ecc.) né di lana o seta. La cosa vuol dire che anche i bachi da seta rientrano nella lista. Ma allora si deve pensare che pure le zanzare e ogni altro insetto molesto rientri tra le specie “protette”. Protette”!? Protette un cavolo! Perché se tutti ci comportassimo da vegani fondamentalisti – come loro vorrebbero – in tempo di una mesata bovini, ovini, maiali, conigli e pollame e anche i bachi da seta, ossia tutti gli animali oggetto del loro straordinario amore, scomparirebbero in una immane ecatombe, barbaramente massacrati e cremati. Quando l’amore è troppo è troppo.

L’INTERA SPECIE OVINA POTREBBE SPARIRE DALLA FACCIA DELLA TERRA

La cosa mi riporta alla mente le campagne contro la tradizione che vuole gli agnellini sacrificati per la tavola pasquale. Sembra che nessuno abbia riflettuto sul fatto che nessuna azienda dell’ovinicoltura potrebbe affrontare un futuro senza più il ricavato della vendita degli agnelli, perché la sola produzione di lana e latte non sarebbe in grado di sostenere l’impresa. Anzi, la sola produzione di lana, visto che se non nascono gli agnelli non c’è neanche produzione di latte (a meno di far nascere gli agnelli e poi ammazzarli subito, sennò diventerebbero adulti e il gregge vedrebbe pressoché raddoppiati i propri capi il primo anno, quadruplicati il secondo e così via). Ergo l’intera popolazione ovina del pianeta, ossia centinaia di milioni di capi, verrebbe necessariamente sterminata. Insomma, quello che i fanatici fondamentalisti dell’ISIS vorrebbero fare a tutta la specie umana, gli animalisti riuscirebbero a farlo, ma con molto amore, a diverse specie animali (sempre che non si preveda l’aberrante proposta di restituirle tutte libere alla natura nelle zone temperate del pianeta, come i cavalli di cui prima).
Ancora a proposito di cavalli. C’è una corrente importante del fanatismo animalista che vuole non solo l’abolizione dei circhi e degli zoo perché gli animali vi sono sottoposti a stress tremendi (è vero) per divertimento degli umani (è pure vero), ma, coerentemente e per lo stesso motivo, vuole anche proibire l’uso del cavallo a titolo privato (non agonistico) nelle passeggiate o nell’escursionismo a scopo di diletto dell’uomo. In Italia sarebbero altri 200 o 300mila cavalli (non esistono statistiche ufficiali) che andrebbero ad aggiungersi alle decine di migliaia che abbiamo ricordato sopra: o macellati o messi in libertà nei nostri campi.

IL CINISMO DEI CAPI E LA DABBENAGGINE DEGLI ADEPTI

Per concludere: non c’è una sola proposta o pretesa del fanatismo animalista che, come ogni altra setta fondamentalista, non sia foriera di lutti e orrori. Dovunque si giri lo sguardo è la stessa cosa. Si pensi all’abolizione della corrida (decine di migliaia di capi della razza Miura eliminati) o ai rodei equestri in Nord e Sud America, o alle corse dei cammelli (o anche al loro semplice uso nel trasporto di persone e cose) dei nomadi del deserto, o ai cani da slitta degli eschimesi (e magari anche a quelli poliziotto o quelli dei ciechi, quelli da valanga e quelli da terremoto e, perché no?, quelli da guardia e quelli da compagnia). La dabbenaggine di chi aderisce in buona fede a certi movimenti è pari alla disonestà, cinismo, protervia e ipocrisia di chi li guida, che sa bene come stanno le cose. Ma ogni mezzo è buono, anche il più scellerato, per raggiungere il fine, ossia la visibilità, la notorietà e, purtroppo, anche il potere politico. Roba da riaprire, per certa gente, le porte del manicomio e chiudere quelle del Parlamento.
Dimenticavo: se l’aberrante programma animalista avesse intero successo, a occhio e croce più di un miliardo di esseri umani direttamente o indirettamente sarebbe ridotta in miseria o peggio. Ma chi se ne frega: sono solo uomini, donne, bambini e vecchi, mica animali. Chapeau!


Mauro Aurigi (consigliere comunale del M5S)

venerdì 25 agosto 2017

Caso Fipronil. Sequestrate migliaia di uova a Viterbo

Trovati due nuovi casi positivi di tracce di insetticida in due diversi allevamenti. Nuove contaminazioni dopo il sequestro di due aziende in Campania e lo stop a uno stabilimento nelle Marche. 


Migliaia di uova sono state sequestrate dai carabinieri dei Nas in provincia di Viterbo nell'ambito dei controlli sulla contaminazione da Fipronil. A Vetralla, in provincia di Viterbo, 53mila uova destinate a alimentazione umana e 32mila uova destinate all'alimentazione animale. Lo ha riferito il comandante del Nas, generale Adelmo Lusi, nel corso di una conferenza stampa a Roma. I
Il provvedimento di sequestro è scattato dopo aver riscontrato due casi di positività all'insetticida in altrettante uova prodotte dai due allevamenti marchigiano e laziale. 

Fonte: repubblica.it

lunedì 21 agosto 2017

USI CIVICI. L'ARUAL BOCCIA LA REGIONE LAZIO: PEGGIORE FRA TUTTE LE REGIONI

Anche quest'anno il 14 agosto, Zingaretti e la sua maggioranza non hanno perso l'occasione per fare un altro danno ai nostri enti. 
Ritenendo che non bastasse il danno prodottoci lo scorso anno con la L.R.12/2017 che prevede, tra l'altro l'abbattimento dei costi di alienazione dell'80% + 1/3 quest'anno, non contento lo ha aumentato ad 1/5 . 
Non solo ha pensato bene di affinare la sua vendetta introducendo una serie di provvedimento vessatori che tendono ad arrecarci danni e cavillose procedure da osservare. 
La regione di Zingaretti peggiore di quella di Storace e della Polverini.
E questo sarebbe un presidente di sinistra? Si vergogni Zingaretti e la sua maggioranza. 
Alle prossime elezioni chi è di sinistra  ed amministratore di una Università Agraria NON voti Zingaretti . 
Scelga chi vuole ma non per Zingaretti.

Fonte: Arual

venerdì 18 agosto 2017

Lazio. Il Consiglio Regionale approva il collegato Bilancio. Le novità

Il Consiglio Regionale del Lazio, ha approvato, con 27 voti a favore, 16 contrari, la proposta di legge regionale n. 381 del 24 aprile 2017, “Disposizioni concernenti misure integrative, correttive e di coordinamento in materia di finanza pubblica regionale”. 
Ecco le principali norme:

FONDO DISSESTO FINANZIARIO DEI COMUNI

Si istituisce il Fondo per prevenire il dissesto finanziario dei Comuni con uno stanziamento di 3,4 milioni nel triennio 2017-2019. Si tratta di quei Comuni del Lazio, 61 in tutto, che si trovano nella procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, il cosiddetto predissesto. La norma velocizza anche i tempi per la composizione della commissione incaricata di valutare le domande di concessione prevedendo che sia composta soltanto da personale regionale.
INCENTIVI AI CITTADINI PER MANUTENZIONE AREE VERDI URBANE
E’ stata introdotta una norma che prevede la concessione di contributi per incentivare la manutenzione delle aree riservate al verde pubblico urbano da parte dei cittadini. Con tale misura, la Regione intende dare attuazione al Codice dei contratti pubblici (Dlgs 18 aprile 2016, n.50 art.189, comma 1) con il quale si disciplina la possibilità per i cittadini, riuniti in consorzi, di stipulare apposite convenzioni con i Comuni per la gestione, tra l’altro, delle aree riservate al verde pubblico urbano. La misura è finalizzata a promuovere l’utilizzo di questo strumento in un’ottica di sussidiarietà orizzontale (art.118 della Costituzione) che prevede espressamente che i Comuni possano incentivare la gestione diretta delle aree verdi da parte dei cittadini.

USI CIVICI

La norma modifica leggi regionali precedenti che riguardano gli usi civici (n° 1 del 1986, alla n° 8, sempre del 1986 e modeste modifiche all’art. 17 della LR 12 del 2016).
Per la legge n° 1 del 1986, le proposte sono finalizzate a ridurre l’impatto economico a carico dei cittadini interessati specialmente laddove si tratti di aree interamente urbanizzate. Contestualmente si snellisce e semplifica l’iter relativo alla alienazione delle terre soggette a vincolo. Per la legge n° 8, del 1986, sono previste modifiche che riguardano gli incarichi ai professionisti iscritti all’Albo Regionale. Si introduce il limite temporale degli incarichi (tre anni) per favorire la rotazione dei periti demaniali.
Inoltre, per snellire e semplificare la nomina dei periti, si prevede di attribuire agli enti le competenze per la nomina, alla Regione resta la gestione e tenuta dell’Albo stesso. Inoltre viene soppressa la Commissione per la gestione dell’Albo, i cui compiti sono demandati direttamente alla struttura diminuendo così gli oneri economici a carico della Regione. Le modifiche all’art. 17 della LR 12/2016, attengono esclusivamente alle modalità di calcolo del canone di natura enfiteutica, per far si che esso sia adeguato ai limiti della ragionevolezza sancito dalla Corte Costituzionale.


Palio che vai...protesta che trovi

il "Porcodromo" a Civalegna (Pavia)
Il 14 maggio scorso a Cilavegna in provincia di Pavia si svolgeva la 53° Sagra degli Asparagi e Palio dei Maiali nel "Porcodromo" appositamente allestito in Piazza dalla Pro Loco. Quattro contrade (Rione S.Antonio, Dosso, Oropa e Castello) che si sono sfidate per aggiudicarsi il drappo annuale il tutto per mantenere sempre viva un antica tradizione centenaria risalente al 1600 circa quando il conte Cesare Taverna acquistò il feudo di Civalegna. I maiali corrono in una pista appositamente realizzata per l'occasione, affiancati dai propri "fantini" della corrispondente contrada vestiti anch'essi in maniera settecentesca bardati dei colori del proprio rione. Gli attivisti per i diritti degli animali del movimento Iene Vegane hanno organizzato una irruzione nell’arena durante il Palio occupando lo spazio destinato alla corsa per quasi mezzora, ma poi hanno dovuto desistere nonostante l'aver provocato a lungo il pubblico ed i contradaioli presenti.

Da martedi 15 a domenica 20 agosto a Montefiore dell'Aso (AP) è in corso la "21° Maialata in Piazza", ovvero l'evento estivo per eccellenza del borgo marchigiano che quest'anno devolverà l'intero ricavato al Comune di Arquata del Tronto pesantemente danneggiato dall'ultimo sisma. In Piazza anche questa volta l'eccellenza della cucina marchigiana: polenta bianca o rossa servita sulla tipica tavoletta di legno ed  i tagli di carne di maiale caratteristici della "salata" marchigiana....ed infine concedersi una passeggiata tra i vicoli del paese visitando il "Maialata Store" dove acquistare simpatici gadget...

Domenica 20 agosto dalle ore 18.30 ad Anagni si svolgerà il Palio di San Magno, che quest'anno, per motivi di sicurezza (comunicato del sindaco, ndr) si terrà nel campo sportivo comunale e non in piazza Innocenzo III dopo l'emanazione della recente circolare del Ministero dell’Interno (n.555/op/0001991/2017/1 del 7 giugno 2017) emanata successivamente ai fatti di Torino. Saranno otto le contrade anagnine (Castello, Cellere, Colle S.Angelo, Tofano, Torre, Trivio, Tufoli e Valle),  che si sfideranno alla tradizionale gara all’anello.

La decisione di trasferire il Palio dal Centro Storico al campo sportivo ha suscitato polemiche e reazioni contrastanti. La parola d'ordine oggi è "sicurezza" ma anche di "salvaguardia dell’incolumità delle persone, in questo caso anche dei cavalli che partecipano al Palio" - sono queste le parole del sindaco in una recente intervista che poi ha aggiunto - "le nuove disposizioni per le pubbliche manifestazioni in Italia hanno bloccato numerosi eventi. L’alternativa era annullare la manifestazione, ma sarebbe stato interrompere una manifestazione per la quale si impegnano numerose persone”.

Se da una parte c'è chi chiede di garantire giustamente l'incolumità delle persone e degli animali, c'è chi dall'altra sponda si domanda quanto costerà rifare interamente il manto erboso del campo sportivo...

Buon Palio a tutti....!!!.