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giovedì 19 gennaio 2017

ALLEVATORE MORTO NE CROLLO DELLA STALLA. LA SOLITUDINE DI UN L'ITALIA ABBANDONATA AL PROPRIO DESTINO...

C’è una prima vittima del terremoto, e se ne temono altre. Come era facile immaginare, l’uomo di 83 anni è rimasto sepolto nel crollo della sua stalla, a Castel Castagna (Teramo): gli allevatori sono tra i pochi a essersi fermati in queste zone, costretti a stare vicino agli animali in stalle spesso rese pericolanti o inagibili dallo sciame sismico che flagella il Centro Italia dallo scorso 24 agosto. Invece, i sedici allevatori dati per dispersi ieri fra le scosse e una slavina, poi raggiunti al telefono, in serata sono stati portati in salvo da vigili del fuoco e carabinieri a Colle d’Arquata (Ascoli Piceno). Quattro stalle sono crollate sotto il peso della neve in provincia di Macerata: circa un centinaio di animali morti, 600 mucche e 5 mila pecore al freddo soltanto nelle Marche secondo una stima della Coldiretti, che accusa:Cinque mesi di tempo persi, chi ha sbagliato deve pagare”.  E’ quella degli allevatori che non hanno potuto abbandonare il bestiame dopo i terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre, e da due giorni, prima della sequenza di scosse di magnitudo superiori a 5 registrate ieri in Abruzzo, in provincia dell’Aquila, lottavano anche con cumuli di neve alti fino a 3-4 metri. Condizioni meteorologiche proibitive, che hanno stroncato decine di capi, e ieri mattina hanno messo letteralmente a rischio la vita di alcuni agricoltori. ”E’ una strage di animali – accusa la Coldiretti -, con solo il 15% delle strutture di protezione mobili completate da agosto ad oggi”, nonostante la nuova ordinanza che velocizza le procedure di acquisto dei moduli in autonomia, e le promesse. Il bilancio dei danni è destinato a salire, perché molte aziende agricole delle aree terremotate sono irraggiungibili a causa della neve. Anche dell’uomo di 83 anni, morto nel teramano sotto le macerie della sua stalla, si è saputo solo a tarda sera. Le cisterne non passano a ritirare il latte, e, come spiegava ieri ai microfoni di Radio24 il sindaco di Ussita Marco Rinaldi, ”non si riesce a portare da mangiare agli animali”.
Altre due stalle sono crollate a Sarnano, un bollettino di guerra per una piccola economia montana legata soprattutto alla zootecnia. Poche le buone notizie: a Pieve Torina Attilio Rivelli (150 mucche distribuite fra la neve e una stalla di amici) potrà trasferirne una parte in un altro ricovero, con l’aiuto della Regione. Ma per la gran parte dei suoi colleghi l’attesa non è finita. Da Amatrice e Accumoli si chiede l’intervento dei soldati: ”Sono bloccato qui in casa da due giorni – racconta Gabriele, allevatore di Terracino – la strada è scomparsa sotto 2 metri di neve, sono al limite della sopportazione, mandate l’Esercito, le forze speciali”. La vice presidente della commissione Agricoltura al Senato Elena Fattori, di M5s, chiede che il ministro Maurizio Martina riferisca in aula sulla situazione degli allevatori. Già ieri, al question time alla Camera, Martina ha parlato di “situazione aggravata per le imprese agricole”. E i sindaci ripetono: se ”mollano” loro, lo spopolamento dei piccoli centri montani sarà una certezza. (nelle foto Ansa, sopra una stalla crollata e sotto i Vigili del fuoco a Castelsantangelo sul Nera, Macerata. Più sotto, altre foto di pecore e un asino nella neve nell’azienda Scolastici di Pieve Torina, Macerata, e alcuni maialini morti di freddo)

Fonte: ilsole24ore

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