"Il nostro obiettivo non è solo quello di arrivare a una giusta
indicizzazione del prezzo del latte ovino, ma vogliamo anche costruire un
percorso di sviluppo a 360 gradi che si basi su un’attenta programmazione
strutturale e su una regolamentazione chiara".
Dopo Sardegna e Toscana, il Lazio è la terza regione per numero di capi
ovini e allevamenti con 13mila aziende impegnate in questo settore di
eccellenza, che vanta una tradizione millenaria.
Per garantire il giusto compenso agli allevatori laziali e della Tuscia
è necessario valorizzare le produzioni locali, a partire dalle mense
scolastiche, e puntare fortemente sui contratti di filiera, facendo partecipare
attivamente tutti i protagonisti, dalla produzione alla trasformazione fino
alla distribuzione.
C’è ancora tanto lavoro da
fare, ma importanti risultati sono stati raggiunti, a partire dalla
desecretazione dei dati relativi alle importazioni di latte, formaggi e tutti i
derivati dirette alle singole aziende.
Altra battaglia di primaria importanza riguarda l’approvazione da parte
della Regione di un emendamento alla proposta di legge 37 del 20 giugno 2018,
sulla disciplina del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande,
che prevede che la vendita del latte da parte degli allevatori del Lazio non
possa essere effettuata a prezzi inferiori ai costi di produzione.
Fonte: tusciaweb.eu
Nessun commento:
Posta un commento