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martedì 12 marzo 2019

Latte Ovino. Per Coldiretti Viterbo “l'accordo non è proponibile per il Lazio e la Tuscia”

L’accordo sul prezzo del latte ovino raggiunto in Sardegna può essere considerato solo un punto di partenza per il rilancio del settore zootecnico, cruciale per il centro Italia, ma non è soddisfacente perché copre solo i costi di produzione che in una realtà come quella del Lazio e della Tuscia sono maggiori – spiega Mauro Pacifici, presidente Coldiretti Viterbo –.
"Il nostro obiettivo non è solo quello di arrivare a una giusta indicizzazione del prezzo del latte ovino, ma vogliamo anche costruire un percorso di sviluppo a 360 gradi che si basi su un’attenta programmazione strutturale e su una regolamentazione chiara".
Dopo Sardegna e Toscana, il Lazio è la terza regione per numero di capi ovini e allevamenti con 13mila aziende impegnate in questo settore di eccellenza, che vanta una tradizione millenaria.
Per garantire il giusto compenso agli allevatori laziali e della Tuscia è necessario valorizzare le produzioni locali, a partire dalle mense scolastiche, e puntare fortemente sui contratti di filiera, facendo partecipare attivamente tutti i protagonisti, dalla produzione alla trasformazione fino alla distribuzione.
C’è ancora tanto lavoro da fare, ma importanti risultati sono stati raggiunti, a partire dalla desecretazione dei dati relativi alle importazioni di latte, formaggi e tutti i derivati dirette alle singole aziende. 
Altra battaglia di primaria importanza riguarda l’approvazione da parte della Regione di un emendamento alla proposta di legge 37 del 20 giugno 2018, sulla disciplina del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande, che prevede che la vendita del latte da parte degli allevatori del Lazio non possa essere effettuata a prezzi inferiori ai costi di produzione.
Fonte: tusciaweb.eu

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