Domenica 17 gennaio, nel Lazio come anche in tutta la penisola Italiana, si celebra Sant’ Antonio Abate,
il Santo eremita egiziano fondatore del monachesimo cristiano e primo degli
abati.
Rimasto orfano a 20
anni, decise di abbandonare ogni ricchezza e di darsi alla vita monastica. A 35 anni, preso ormai da una grande
volontà di ascesi, si inoltrò per il deserto e si incamminò verso i monti del
Pispir, in direzione del Mar Rosso. Con quel percorso, nacque in lui il fuoco
dell’ascetismo: «una fiamma che nessun’acqua poté estinguere», tanto che
il suo isolamento divenne esemplare per molti altri monaci che si erano
ritirati nel deserto e a lui si rivolsero per ricevere il suo insegnamento e la
sua guida. In questo modo il santo eremita, chiamato ad essere abate, organizzò
alcuni monasteri intorno al suo eremo presso la riva del Nilo, a ridosso delle
montagne circostanti.
La sua festa fu istituita nel V secolo, in
Palestina, dall’abate Eutimio e venne segnata al 17 Gennaio.
Presto la devozione per
il santo assunse caratteri fortemente popolari ed egli fu considerato protettore contro i contagi e
l’herpes zoster (detto
dal volgo «fuoco di sant’Antonìo»).
Il fuoco, il bastone, l’animale, il saio monastico e l’assistenza, divennero
presto i principali simboli devozionali legati al culto di sant’Antonio Abate e
sono ancora oggi presenti nella tradizione religiosa popolare.
il "focarone" a Bagnaia (VT) |
I falò di sant’Antonio
abate (tipico e caratteristico quello di BAGNAIA in provincia di Viterbo, detto anche "focarone") che si accendono in moltissimi paesi, sono una pratica caratteristica ed
affascinante della tradizionale vita comunitaria; così come lo è la tradizione,
molto sentita in svariati luoghi, di portare gli animali dell’aia a ricevere la
benedizione ecclesiastica.
sfilata a cavallo a Sutri (VT) |
La sua
persona è così profondamente legata alla protezione degli animali domestici da
essere solitamente raffigurata con accanto un maiale,
mentre il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le
stalle ponendoli sotto la sua tutela. Un binomio questo che potrebbe apparire
quantomeno insolito per il santo passato alla storia come patriarca del
monachesimo.
Festa a Gallicano nel Lazio |
Occorre quindi fare un passo indietro per comprendere come abbia
potuto un asceta divenire santo rurale. Il salto non è così insolito come
sembra, pare infatti che il giorno a lui dedicato cada nelle vicinanze di
antiche feste pagane agresti in onore del dio celtico Lug, venerato in area
germanica. Lug era il dio del gioco e della divinazione, era colui che risorgeva
con la primavera, figlio della grande madre celtica cui erano consacrati i
cinghiali e i maiali, animali anche in precedenza dedicati alle divinità
protettrici della fertilità, come Demetra, o la latina Cerere. Quando le
reliquie di sant’Antonio giunsero in Francia, i primi cristiani celti
trasferirono quindi nel santo gli attributi del dio pagano e nelle leggende a
lui legate ecco che s’inserisce il cinghiale, diventato poi maiale per
estirpare il ricordo precristiano. Nascono così due racconti tradizionali per
cristianizzare gli emblemi; il primo racconta che il cinghiale-maiale fosse il
diavolo sconfitto da Antonio resistendo alle tentazioni, il secondo dice invece
che un giorno il santo guarì un maialino e da quel momento questi lo seguì
fedele come un cane. Successivamente il maiale divenne un privilegio dei
fratelli ospedalieri di sant’Antonio, fondati nel 1600, che potevano allevarlo
per nutrire gli ammalati che accorrevano per invocare la guarigione da parte
del santo dall’herpes zoster, grazie al suo dominio sul fuoco.
Tipico Ciambellone di S.Antonio a Gallicano nel Lazio |
Altra connotazione
interessante di queste festività è la coincidenza con l’inizio
del Carnevale che quasi dappertutto in Italia, come
anche in molti Paesi dell’Europa, comincia ufficialmente in questi giorni
(la domenica di Settuagesima può
cadere infatti dal 18 gennaio al 22 febbraio), proprio in concomitanza con la
festività del “Santo del porcellino”.
Nella giornata dedicata al Santo in moltissimi borghi del Lazio si svolgono tradizionali sagre con degustazione dei prodotti tipici locali.
In Provincia di Roma, a Gallicano nel Lazio, è protagonista il tipico Ciambellone di S.Antonio, a base di olio novello e farina, mentre a Jenne si svolgerà la sagra della Polenta e del Fallone (pizza realizzata con granoturco e acqua cotta al fuoco).
In provincia di Viterbo a Tuscania ecco arrivare la Sagra della Frittella al Cavolfiore, mentre a Sutri, tutti intorno al fuoco a degustare bruschette e vino!
FEDERFAUNA LAZIO parteciperà a diverse iniziative sul territorio Laziale.
Il Programma completo nei prossimi giorni.
In Provincia di Roma, a Gallicano nel Lazio, è protagonista il tipico Ciambellone di S.Antonio, a base di olio novello e farina, mentre a Jenne si svolgerà la sagra della Polenta e del Fallone (pizza realizzata con granoturco e acqua cotta al fuoco).
In provincia di Viterbo a Tuscania ecco arrivare la Sagra della Frittella al Cavolfiore, mentre a Sutri, tutti intorno al fuoco a degustare bruschette e vino!
FEDERFAUNA LAZIO parteciperà a diverse iniziative sul territorio Laziale.
Il Programma completo nei prossimi giorni.
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