Nel Lazio, dove i Comuni arrivano ormai a spendere anche oltre 20 milioni di euro l’anno per il mantenimento dei cani randagi nei canili, l’amministrazione di Genzano è riuscita a ridimensionare il problema siglando una convenzione con l’associazione “La Colombina”, che si impegna a dare gli animali in adozione. Prima che “Fido” trovi una famiglia, però, i volontari non possono far altro che farsene carico, ma lo stesso Comune ha contestato loro la detenzione degli amici a quattro zampe in una struttura non autorizzata, tanto che il 28 settembre 2015 il sindaco Flavio Gabbarini ha firmato un’ordinanza con cui ha sospeso l’attività di canile fino a che non verrà regolarizzata e imposto di ridurre il numero di cani a 12 rispetto ai 50 presenti nella struttura al momento dell’ultimo controllo. Un provvedimento che è stato ora bloccato dal Tar del Lazio, con apposita ordinanza, accogliendo la richiesta fatta in tal senso da Paolo Bozzato, responsabile dell’Enpa, e dalla moglie Maria Grazia Bonaventura, presidente della “Colombina”. L’associazione sta infatti da tempo cercando di mettere in regola il “rifugio” per gli animali, senza che, complice il ginepraio di norme in materia, le venga data tale possibilità. I giudici hanno così deciso di indagare e ordinato al Comune di Genzano di depositare al Tar, nell’arco di 30 giorni, tutti i documenti e una dettagliata relazione sulla vicenda. Una situazione importante per le stesse casse pubbliche, visto che Genzano, grazie alla convenzione con “La Colombina”, può arrivare ad azzerare quasi le spese per i canili, mentre Comuni come Artena sono costretti a mantenere ben 170 randagi, con serie ripercussioni sul bilancio. Prossima udienza l’8 giugno.
Fonte: www.ilcaffe.tv
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