“Affidi ai nostri agricoltori i 50.000 ettari delle università agrarie e
gli altri 20.000 di proprietà degli enti regionali, noi li metteremo a
regime, produrremo ricchezza e lavoro”. Alla richiesta del presidente
della Coldiretti regionale, David Granieri, il
governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, risponde con un impegno:
“Consegnerò alle aziende agricole le terre che mi avete segnalato, farò
un pacchetto al quale aggiungo anche gli 800 ettari di Castel di Guido”.
Su questo scambio è calato il sipario della grande mobilitazione degli
agricoltori del Lazio che si sono ritrovati al PalaTiziano di Roma per
difendere il cibo italiano. Diecimila imprenditori agricoltori partiti da Latina, Frosinone, Rieti,
Viterbo hanno manifestato per rilanciare l’identità alimentare italiana e
i prodotti tradizionali che rischiano di sparire dalle strade e dalla
piazze delle città dove hanno rappresentato per secoli un valore
aggiunto inestimabile dal punto di vista storico, culturale e turistico.
Dal kebab al sushi, dalla frutta esotica alle caldarroste congelate e
vendute ovunque durante tutto l’anno, mentre – denunciano gli
agricoltori – per il baccalà fritto o per il panino con la porchetta a
Roma i turisti, e non solo loro, sono costretti a cercare su internet o
nelle guide. Ospite attesissima al PalaTiziano il
ministro Maria Elena Boschi, che ha spiegato le ragioni alla base del
decreto, sollecitato da Coldiretti, che introdurrà in Italia
l’etichettatura obbligatoria dell’origine del latte e dei derivati.
“Qualcuno ci ha detto che abbiamo fatto un favore alla Coldiretti. No,
il favore – ha detto Boschi – lo abbiamo fatto all’Italia ed ai
consumatori che potranno verificare se il latte o il formaggio che
stanno per comprare sia locale o importato e che quindi potranno
scegliere. E che sicuramente sceglieranno il Made In Italy”.
Fonte: cinquequotidiano.it
Nessun commento:
Posta un commento