Scendono in piazza in difesa del pecorino romano Dop.
Sono i pastori di Roma e del Lazio che presentano le loro proposte per
promuovere e valorizzare un prodotto di qualità, come il formaggio
pecorino. Ad annunciare la manifestazione, prevista per le ore 10.00
della mattina di martedì 22 novembre, la Coldiretti Roma Lazio che ha
scelto per la protesta il Foro di Traiano.
LE MOTIVAZIONI DELLA PROTESTA - Mille i pastori che insieme alle pecore invaderanno la città nella mattina di martedì. Due
le motivazioni alla base della protesta. In primis le difficoltà del
comparto produttivo laziale del Pecorino Romano penalizzato da una
politica di filiera influenzata dai poteri forti. La seconda
motivazione, invece, è quella di sollecitare il Consorzio di Tutela
della Dop a prestare più attenzione nei confronti degli allevatori, in
particolare di quelli romani e laziali relegati ai margini del circuito
produttivo dallo schiacciante predominio sardo.
COLDIRETTI
- A spiegare le motivazioni alla base della protesta è David Granieri,
presidente della Coldiretti del Lazio: "Martedì saremo in piazza per
aprire una vertenza sindacale che ripristini equilibrio nei rapporti
interni alla filiera e introduca equità nella gestione degli interessi
economici dei due distinti, ma complementari, sistemi produttivi
regionali del Lazio e della Sardegna". Negli ultimi mesi si sono
verificati episodi che hanno causato gravi danni di immagine e perdite
economiche alla pastorizia e alla produzione del Lazio, che conta tra
Roma, Viterbo e Rieti 3.000 allevamenti con un patrimonio di 750.000
capi ovini e 359 imprese di trasformazione, 3 delle quali accreditate a
produrre Pecorino Dop.
"Non rinunceremo mai -
puntualizza Aldo Mattia, direttore della Coldiretti del Lazio - al
marchio Romano, che ci appartiene per storia e per territorio. Martedì
chiederemo al Mipaaf di istituire, come da nostra richiesta già
esplicitata in un dossier, la nuova Dop del Cacio Romano e chiederemo al
Consorzio di Tutela di valorizzare la filiera laziale del Pecorino
attraverso la introduzione di un sottomarchio che permetta al nostro
prodotto di essere venduto sui mercati con la dicitura Pecorino Dop
Laziale, per potersi così distinguere chiaramente da quello prodotto in
Sardegna che oggi monopolizza le vendite".
IL CASO
- A ottobre i carabinieri del Nac (Nucleo anticontraffazione) hanno
sequestrato in un caseificio di Roma 500 caciotte, quindi, 10 quintali,
perché recavano la dicitura Romano sull'etichetta che, stando alla tesi
del Consorzio di Tutela, smontata dal ricorso presentato dalla
Coldiretti, rischiava di pregiudicare la reputazione del Pecorino Dop,
ingenerando confusione tra i consumatori.
Fonte: www.romatoday.it
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