Con le impreviste dimissioni del primo cittadino di Gallicano nel Lazio (www.gallicanonellazio.rm.gov.it) e la nostra richiesta di accesso agli atti ancora ad oggi inevasa, la questione sulla vigilanza sull'Ente Agrario rimane ancora aperta ma soprattutto si allarga la frattura tra gli interessi in gioco.
L'invito del sindaco rivolto a tutta la Giunta Esecutiva dell'Ente nell'Aprile 2015 sicuramente non ha sortito alcun effetto, ma chiaramente il solo fatto di aver invitato personalmente tutti i consiglieri ad interessarsi della vicenda, ha contribuito ad evidenziare le ripetute mancanze che oggi sono ancora più evidenti con le irrevocabili dimissioni dalla carica di Sindaco.
A volte il senso di responsabilità verso la propria comunità, così tanto invocata in mille occasioni, non può che passare attraverso il rispetto delle persone, delle regole e delle procedure. Non basta un "mea culpa" improvvisato a cambiare le sorti del patto di fiducia con i cittadini che ci appare irrimediabilmente incrinato.
La Regione Lazio, a guida PD, sembrerebbe affatto interessata alla "debacle" locale ma chiaramente le parole della Direzione Agricoltura non lasciano spazi a dubbi ed interpretazioni: "..la direzione resta ferma alla modifica dell'art.8 dello Statuto dell'ente agrario per le motivazioni espresse in tutti gli atti precedentemente prodotti..." salvo ovviamente il potere di vigilanza (ai sensi del DPR 616/1977 art. 78 e art. 37 della LR 14/99) demandato al primo cittadino che però....è dimissionario.
Da tempo abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di fare chiarezza sulla vicenda della "modifica ed aggiornamento dello Statuto dell'Ente Agrario" ma fino a ora, invece, la risposta è stata una combinazione di vaghezza e di silenzio, di fastidio e di insofferenza.
Abituati oramai a questo clima, andremo avanti ugualmente, senza smettere di sottolineare la mancanza di condivisione e di collegialità delle decisioni prese e l’assenza di un confronto reale tra le forze politiche e le parti sociali che avrebbero potuto contribuire, ognuna nel rispetto del proprio ruolo, alla (buona) amministrazione del piccolo centro prenestino.
L'invito del sindaco rivolto a tutta la Giunta Esecutiva dell'Ente nell'Aprile 2015 sicuramente non ha sortito alcun effetto, ma chiaramente il solo fatto di aver invitato personalmente tutti i consiglieri ad interessarsi della vicenda, ha contribuito ad evidenziare le ripetute mancanze che oggi sono ancora più evidenti con le irrevocabili dimissioni dalla carica di Sindaco.
A volte il senso di responsabilità verso la propria comunità, così tanto invocata in mille occasioni, non può che passare attraverso il rispetto delle persone, delle regole e delle procedure. Non basta un "mea culpa" improvvisato a cambiare le sorti del patto di fiducia con i cittadini che ci appare irrimediabilmente incrinato.
La Regione Lazio, a guida PD, sembrerebbe affatto interessata alla "debacle" locale ma chiaramente le parole della Direzione Agricoltura non lasciano spazi a dubbi ed interpretazioni: "..la direzione resta ferma alla modifica dell'art.8 dello Statuto dell'ente agrario per le motivazioni espresse in tutti gli atti precedentemente prodotti..." salvo ovviamente il potere di vigilanza (ai sensi del DPR 616/1977 art. 78 e art. 37 della LR 14/99) demandato al primo cittadino che però....è dimissionario.
Da tempo abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di fare chiarezza sulla vicenda della "modifica ed aggiornamento dello Statuto dell'Ente Agrario" ma fino a ora, invece, la risposta è stata una combinazione di vaghezza e di silenzio, di fastidio e di insofferenza.
Abituati oramai a questo clima, andremo avanti ugualmente, senza smettere di sottolineare la mancanza di condivisione e di collegialità delle decisioni prese e l’assenza di un confronto reale tra le forze politiche e le parti sociali che avrebbero potuto contribuire, ognuna nel rispetto del proprio ruolo, alla (buona) amministrazione del piccolo centro prenestino.
Chiaramente una riflessione sui singoli ruoli avuti nella vicenda sarà oggetto di approfondimento di chi di competenza.
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