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lunedì 8 giugno 2015

Come speculare sulle adozioni nei canili? Una storia strana


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Non intendo fare nomi e non intendo dare riferimenti precisi: non solo per il consueto timore di querele, visto che in Italia dire la verità significa cercarsi le rogne col lanternino, ma perché, in questo specifico caso, non sono ancora sicura che la verità sia proprio quella che ho dedotto dalla storia. 

Quindi non voglio far capire di chi sto parlando, ma invitarvi semplicemente a riflettere, a trarre le vostre deduzioni…e magari a stare un po’ in campana, qualora vi capitassero personaggi simili.

venerdì 5 giugno 2015

Roma: stipendi d’oro ai manager dei Canili



CANILI: stipendi d’oro ai manager


 Dopo la sospensione della gara, la procura indaghi sui conti astronomici
Finalmente Roma Capitale ha deciso di sospendere la gara beffa che era stata architettata per l’assegnazione della gestione dei tre canili (Muratella, Vitinia, Ponte Marconi) e dell’oasi felina di Porta Portese. Meglio tardi che mai. E dire che di allarmi, CODICI ne ha lanciati diversi nei mesi precedenti. 
A inizio 2014 il Campidoglio, dopo anni di affidamento diretto e una pioggia di soldi sperperata, decide di indire un bando. Gli importi non sono bassi: per Muratella (una struttura con capienza da 400 posti, attualmente occupata da 600 cani) la cifra in ballo è di 1.340.877, 60 euro, per Vitinia, dove vivono 200 animali, la spesa è di 446.959,20 euro. Un po’ di più per Ponte Marconi: 558,699,00 euro per 250 esemplari. Infine, per il gattile di Porta Portese da 250 posti il bando prevede un importo di 493.734,00 euro. In totale,  l’appalto è di 2.840.269,80 (iva inclusa).
Alla gara pare avesse manifestato interesse anche la cooperativa  29 giugno, oggi al centro dell’inchiesta “Mafia Capitale”, ed era stata riconosciuta idonea alla partecipazione da parte del comune.
“Quello che denunciamo oggi – critica Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI – non è solo il fatto che Roma Capitale non abbia mai indetto una gara europea per la gestione dei canili bensì lo scandalo rappresentato dai compensi milionari con cui finora sono stati foraggiati coloro che hanno lavorato in queste strutture”.
“Nell’allegato al bando recentemente sospeso troviamo infatti l’ammontare attuale delle spese per i dirigenti e gli operatori: oltre 3 milioni di euro da destinare a 96 persone. Lo stipendio medio mensile è di 2500 euro lordi (1800 netti) secondo il contratto nazionale delle cooperative sociali a cui è stato aggiunto un salario accessorio del 24%”.
Tra l’altro non si tratta degli operatori che puliscono le gabbie perché il servizio è stato appaltato a un’altra cooperativa. Gli oltre 90 addetti sono amministrativi, educatori (pochissimi) e addetti al cibo.  
“Ci chiediamo – continua Giacomelli – se questi soldi siano stati spesi bene, visto lo stato in cui versano i canili e il gattile. Perché delle due una: o Muratella  e gli altri andranno in perdita in futuro o fino adesso l’amministrazione ha pagato stipendi inutili sperperando denaro pubblico. Molto probabilmente si è dato sfogo al solito meccanismo clientelare oliato dalla politica in cui i partiti si accaparrano posti di lavoro per le proprie clientele elettorali”.
“Ora la domanda è: cosa rischiano di diventare queste strutture se gli importi messi a disposizione sono stati addirittura dimezzati? Il bando parla dell’impiego di 106 unità senza però specificare i compiti e le qualifiche”.
Va detto, infatti, che alla richiesta avanzata in passato da CODICI di indire una gara internazionale, dato l’importo così alto, la risposta di Roma Capitale è stata a dir poco sconcertante: non si può attivare una procedura europea perché i luoghi non sono a norma”.
“Ciò che ribadiamo – conclude il Segretario di CODICI – è che la procura, in seguito anche al nostro esposto, allarghi le indagini di “Mafia Capitale” alla gestione dei canili e che finalmente prima si prendano le misure per regolarizzare le strutture e poi si indica una gara europea”.