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REGIONE LAZIO. Disposizioni integrative per la gestione della pesca sportiva e dilettantistica nelle acque interne per l'anno 2024 - CACCIA AL CINGHIALE. DOPO IL SUCCESSO DELLA PASSATA EDIZIONE TORNA LA "GRANDE BATTUTA AL CINGHIALE" NELLA RISERVA DI PISCIN DI POLVERE DOMENICA 17 MARZO 2024- CONFAVI LAZIO, CONTINUA CON GRANDI ADESIONI IL TESSERAMENTO CACCIA 2024 - SCRIVICI PER RICEVERE LA POLIZZA ASSICURATIVA PIU' VANTAGGIOSA -

mercoledì 26 febbraio 2020

LAZIO, Concessioni alle Aziende Faunistiche Venatorie. Finché dura....

Il Consigliere regionale Maselli (FdI) scende in campo per le Aziende Faunistico Venatorie sollevando atteaverso una sua interrogazione alcuni dubbi sulle procedure di rinnovo delle Concessioni ed in particolare per quelle con scadenza esennale.
Nell'interrogazione si fa esplicito riferimento ad un "ipotetico" accordo informale tra le ADA Regionali con il quale si interpreterebbe la norma di cui all'art.8 della DGR 942/17 (durata decennale) in senso restrittivo ovvero obbligando le AFV con scadenza esennale a presentare immediata istanza di rinnovo. 
Ora la parola passa al Presidente della Regione Lazio che dovrà redimere la questione....

VALMONTONE. La Coop. Produttori Latte Casilina e la “Promozione carne da allevamenti di bovini da latte”


venerdì 21 febbraio 2020

REGIONE LAZIO. CON IL SUBMAXIEMENDAMENTO IL COLLEGATO AL BILANCIO E' LEGGE. MA SARA' DAVVERO LA SVOLTA PER IL MONDO RURALE?

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato, con 26 voti a favore e 16 contrari, la proposta di legge regionale n. 194 del 31 ottobre 2019, “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”, il cosiddetto “collegato” di ventitré articoli. 
Il voto finale è arrivato alle ore 3,25 dopo la discussione sul maxi subemendamento della Giunta sostitutivo dell’articolo 22, che si compone di 156 commi, e le dichiarazioni di voto. 
Dall’urbanistica all’agricoltura, dalle politiche sociali all’ambiente, dalla sanità al lavoro, il collegato tocca tutti i campi della legislazione regionale. 
L’articolato uscito dall’Aula in tema Rurale.
In materia rurale sono gli articoli 8, 9 e 10 che contengono norme di coordinamento delle procedure autorizzative in agricoltura e disposizioni di semplificazione in materia ambientale. Nelle more dell’entrata in vigore del Piano energetico regionale, l’articolo 10 contiene una serie di disposizioni in materia di fonti energetiche rinnovabili e sulla localizzazione degli impianti fotovoltaici in zona agricola. 
Durante la discussione degli emendamenti non sono mancati momenti di tensione trai banchi della maggioranza e dell'opposizione.
In maniera evidente è emersa la scarsa propensione a legiferare da parte della Giunta Regionale su materie specifiche, preferendo invece la proposizione di numerosissimi subemendamenti, che riguardano in questo caso tre articoli del collegato, ma che sono in bella sostanza tre leggi ad hoc, infatti ogni articolo è una legge vera e propria, basti pensare che il titolo dell’articolo 8 è "Coordinamento delle procedure autorizzative in agricoltura" che si compone di 31 articoli mentre l’articolo 9, quello successivo, il cui titolo è "Disposizioni di semplificazione in materia ambientale", si compone di altri 20 articoli.....
Il senso del "collegato" è una possibilità che ha la Giunta per raccordare alcune iniziative che deve mettere in campo, che evidentemente non trovano il conforto delle leggi esistenti o per allineare il programma di bilancio del triennio, quindi del 2020, 2021 e 2022.....
Innanzitutto viene istituito presso la Direzione regionale competente presso le Aree decentrate dell’agricoltura (ADA) il sistema autorizzativo per l’agricoltura, finalizzato alla gestione delle informazioni prodotte anche in modalità informatiche, utilizzate e condivise dalle Amministrazioni competenti al rilascio degli atti di assenso, pareri, nulla osta relativi alle procedure. Sulla base degli accordi dell’art. 15 della legge 241, si abilita la struttura regionale competente in agricoltura a stipulare protocolli d’intesa con tutti gli Enti che intervengono nei procedimenti di autorizzazione per le imprese agricole, e si consente alla struttura di sostituirsi mediante accordi tra Pubblica Amministrazione ai Comuni, che non sono in grado di rilasciare le autorizzazioni uniche per lo sviluppo di imprese agricole.

Tra i numerosi interventi degli anticaccia emerge quello della consigliera BLASI (M5s) che ribadisce il voto contrario sulla possibilità di autorizzare ed aumentare aumentare il carico venatorio nelle aree contigue dei parchi nazionali in considerazione della presenza dell'orso marsicano. La consigliera Blasi annovera tra le cause principali di mortalità del plantigrade tutte quelle attività legate all’uomo, perché la maggior parte degli orsi che sono morti tra il 1970 e il 2010 sono dovuti a morte per bracconaggio, avvelenamento e incidenti stradali...
Di diverso avviso è stato invece il consigliere PIROZZI (SPP) che sbotta sull'intervento della consigliera 5S e ironicamente sottolinea come "....scopro oggi che stiamo autorizzando la caccia all’orso. La caccia all’orso è vietata. Ora...Benvenuti sulla terra!".
Il consigliere PIROZZI non perde occasione di sottolineare inoltre come in molte zone del Reatino come anche del Frusinate "..c’è un problema legato a tutte quelle zone...C’è il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove io vivo da cinquantacinque anni. ...C’è una grossa problematica relativa ai cinghiali....Non è che dovrebbe essere permesso andare a caccia solo nelle aree contigue. Bisognerebbe prevederlo anche all’interno del parco con i selecontrollori, dove le Province hanno fatto dei corsi ben pagati, dove fino ad oggi non si è mai intervenuti. Per difendere l’ambiente c’è la presenza dell’essere umano. Tutte quelle attività agricole nel corso degli anni sono state devastate, e la Regione deve rimborsare dei soldi, e questi cosa fanno? Io dico che in altre Regioni autorizzano anche l’intervento degli agricoltori, purché in possesso della licenza di caccia.
Se oggi scopro, con tutto il rispetto, che questa norma, seppur tante altre non condivisibili, è contro l’orso marsicano io mi arrendo. Significa che cinquantacinque anni di vita in quelle terre devastate da un ambientalismo, che non serviva a niente... Perché l’ambientalismo non è vietare la caccia al cinghiale o ad altre specie che creano danni alla terra. Ambientalismo vuol dire rispettare innanzitutto l’uomo. Se rispetti l’uomo, rispetti l’ambiente."
Il consigliere CIACCIARELLI (Lega) esprime la vicinanza al mondo rurale della Val di Comino ed evidenzia come per gli agricoltori sia "...una battaglia quotidiana cercare di difendersi dall’invasione dei cinghiali, e soprattutto con quella norma-capestro è stato impedito di sopravvivere, a questi Comuni. Il fatto che ci sia la possibilità di andare a caccia anche al di fuori dei Comuni di appartenenza significa portare anche una piccola economia su questi Comuni, scordati purtroppo da Dio e dalle istituzioni perché si trovano in una condizione orografica molto complessa e difficoltosa. Quindi, un conto è cercare di difendere l’orso, quindi noi siamo per la difesa dell’orso; un conto è stare contro i cacciatori. Ebbene, noi siamo invece a favore dei cacciatori, a favore della caccia, una caccia che deve chiaramente essere esercitata nel rispetto della normativa e non al di fuori delle regole che vengono poste in essere".
Con la presentazione in tarda nottata dell'art. 22 ovvero il Submaxiemendamento la Giunta Regionale pone fine alla discussione del "collegato" prevedendo inoltre alcune disposizioni modificative e abrogative di alcune leggi regionali ed in specie l’abrogazione del comma 9 dell’articolo 6 della legge n. 82 del 1988, al fine di semplificare la disciplina vigente in materia di raccolta di tartufi superando il divieto attualmente imposto a coloro che non abbiano superato l’esame di partecipare alle successive prove d’esame per un intero anno.
Alla fine il "collegato"  è legge.....ma i dubbi e le perplessità rimangono, anzi, aumentano.

mercoledì 19 febbraio 2020

Dream Farmers. Nel Lazio corso di formazione gratuito per aspiranti contadini

La Regione Lazio (con il contributo dei fondi stanziati dall’Unione Europea) finanzia un corso di formazione gratuito per aspiranti contadini. Dream Farmers si propone così di offrire uno sbocco occupazionale che intercetta la domanda di un settore in fase di rilancio. L’obiettivo è quello di formare 18 operatori agricoli, grazie a 550 ore suddivise tra lezioni in aula ed esercitazioni pratiche (350 ore) e stage presso una delle aziende partner della provincia di Roma (per un totale di 200 ore).

Chi può partecipare

Il corso avrà luogo tra marzo e luglio 2020, è gratuito e prevede un’indennità giornaliera di 10 euro lordi (per 6 ore). Per candidarsi c’è tempo fino al 7 marzo, data ultima per consegnare la domanda d’ammissione presso la sede romana di Adecco Formazione, cui è demandato il compito di organizzare le attività. Ma a chi si rivolge il corso? Ferma restando la disponibilità limitata di posti (18), possono partecipare alla selezione tutti i maggiorenni in situazione di fragilità, con l’intento di promuovere la partecipazione e l’integrazione nel mercato agricolo del lavoro: inoccupati e disoccupati, migranti, detenuti, ex detenuti, persone in condizione di povertà o a rischio di marginalità economica e/o sociale. Al termine del corso, che si svolgerà a Roma, i partecipanti riceveranno un attestato di qualifica professionale relativa al profilo di operatore agricolo. Un bel modo di favorire l’inclusione sociale, e insieme per fornire personale qualificato al mercato di settore, promuovendo l’urgenza di ripristinare una filiera del lavoro agricolo trasparente e rispettosa dei diritti del lavoratore.

L’importanza di una filiera del lavoro trasparente

Ricordiamo che anche il Lazio, con altre cinque regioni d’Italia, è stato recentemente interessato dalla visita dell’ispettrice Onu Hilal Elver, esperta di diritti umani in missione tra le aziende agricole della Penisola. Drammatico l’esito: salari troppo bassi, orari di lavoro prolungati oltre misura e sfruttamento della posizione di fragilità dei migranti sono all’ordine del giorno, in un settore alimentato almeno al 50% da manodopera agricola prestata da migranti irregolari. Sfruttati senza protezioni legali e sociali adeguate. La formazione è uno degli strumenti utili a contrastare il fenomeno: e il corso ad accesso gratuito promosso dalla Regione Lazio, pur una piccola goccia nel mare, può garantire prospettive migliori a 18 persone che hanno voglia di imparare il mestiere.

REGIONE LAZIO, COMPLETATA RICOGNIZIONE DISTRETTI RURALI, AGROALIMENTARI E BIOLOGICI

La Regione Lazio ha completato il lavoro di ricognizione dei distretti rurali, agroalimentari e biologici, già riconosciuti dalle procedure di concertazione regionale con il territorio, e ne darà comunicazione ufficiale al Mipaaf, presso il quale è costituito il Registro nazionale dei distretti del cibo che raccoglie tutte le realtà riconosciute a livello regionale.

A oggi, i distretti del Lazio sono 8: i tre rurali di Valle dei Latini, Montagna Reatina e Monti Cimini; i due agroalimentari dell’ortofrutta (nel territorio di Aprilia, Cisterna di Latina, Cori, Fondi, Latina, Monte San Biagio, Pontinia, Priverno, Sabaudia, San Felice Circeo, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Sperlonga, Terracina) e dei Castelli Romani e Prenestini; i tre biologici Etrusco-romano, Valle di Comino e Via Amerina e delle Forre.

Subito dopo l’annotazione nel Registro nazionale, sarà possibile per i distretti partecipare al primo bando nazionale pubblicato ieri dal Mipaaf per il finanziamento dei distretti del cibo, che ha visto la concertazione con tutte le Regioni italiane e che mette a disposizione delle filiere territoriali oltre trenta milioni di euro.

Tutti i dettagli del bando, che scade il 17 aprile, sono pubblicati sul sito del Ministero.

Nelle prossime ore la Regione Lazio pubblicherà l’avviso con le procedure di costituzione per nuovi distretti del cibo, cui potranno partecipare tutti i territori interessati.

Lo comunica in una nota l’Assessorato Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali della Regione Lazio

giovedì 6 febbraio 2020

La concessione dei pascoli. Dalla riforma PAC del 2003 al caos 2020. Tanti problemi, poche soluzioni

L’assegnazione dei pascoli, tra leggi inutili e mancanza di regolamenti, ma oggi un altro problema è quello delle terre collettive sempre più in balia delle speculazioni....

Il caso delle concesioni dei pascoli è arrivato in Commissione di Vigilanza del Comune dell'Aquila ma il problema sembra estendersi ben oltre i confini regionali. 
Sul tavolo la richiesta di confronto di alcuni allevatori per verificare la possibilità di assegnare i pascoli non annualmente, ma su base triennale o quinquennale.
Molte perplessità sono emerse proprio da quest'ultima proposta proprio perchè come ha riferito l'assessore D’Angelo: "Non so quanti conoscano l’ambiente agricolo montano, ma è un vero e proprio far west....occorre gestire certe presenze che non hanno a cuore il territorio e potrebbe essere dannoso affidare loro pascoli per 3 o 5 anni”. Sul tavolo anche i problemi di viabilità causati dagli animali lasciati liberi di scorrazzare.
Di ben altro avviso, molto più preoccupante, è lo studio della dottoressa Lina Maria Calandra che ha illustrato gli esiti della nota ricerca portata avanti per l’Univaq. Una ricerca che per la dottoressa ha rilevato una “regia”, un “sistema organizzato ad alti livelli” per far soldi facili giocando illecitamente con il “traffico di titoli”, marche auricolari e le concessioni dei pascoli, attraverso anche intimidazioni e condotte criminali. In tre parole, mafia dei pascoli

L'origine del problema risale alla legge europea di riforma della PAC del 2003: “Prima il contributo veniva erogato in base alla produzione, mentre dal 2003, ritenendo il mercato saturo, hanno introdotto i titoli, calcolati sui contributi precedenti e divisi per ettari".
Un sistema di gestione dei pascoli consentite da una legislazione carente e da regolamenti inesistenti.

Ma come avvengono le assegnazioni dei pascoli a l'Aquila?
A L’Aquila, come a Lucoli e in molti altri comuni vicini, almeno a livello burocratico la questione di favorire gli allevatori locali è “superata” da un iter che prevede, come spiegato dall’assessore Fabrizio Taranta, prima l’assegnazione ai residenti con tariffe da 20 a 25 euro a ettaro, in base al fatto che si tratti di pascoli di alta o media montagna. 
I pascoli “avanzati” vengono poi assegnati attraverso aste. Questo non impedisce evidentemente a chicchessia di aprire un’azienda con sede locale sul territorio o “appoggiarsi” a soggetti del posto. Inoltre il sistema dell’asta fa lievitare le tariffe. 
Per quanto riguarda invece la richiesta di concedere i pascoli su base triennale o quinquennale, l’assessore ha illustrato il parere dell’avvocatura comunale, per la quale si potrebbe fare, ma a determinate condizioni, ovvero attraverso una “sorta di prelazione” sui terreni da parte di chi aveva ottenuto l’assegnazione nell’anno precedente. Il che comunque non risolverebbe il “problema” sottinteso alla richiesta tesa ad evitare lungaggini burocratiche.
Insomma, la questione appare più che mai complessa e non di facile soluzione. 
Ci si augura che il tutto non finisca con un’accorata presa di coscienza e un italico scaricabarile....

NEL LAZIO COME AVVENGONO LE ASSEGNAZIONI DEI PASCOLI?

NEI PROSSIMI GIORNI TORNEREMO SULL'ARGOMENTO DOPO AVER ANALIZZATO IL CASO DI QUALCHE ENTE DI GESTIONE DELLE TERRE COLLETTIVE CHE TRA "DIMENTICANZE" E "NON RICORDO" HANNO CONTRIBUITO AD IMPOVERIRE UN COMPARTO GIA' FORTEMENTE COMPROMESSO QUALE APPUNTO QUELLO AGRO-ZOOTECNICO.

IL PASSAGGIO TRA IL "FERTILE PASSATO" E l'ARIDO FUTURO...

mercoledì 5 febbraio 2020

''MAFIA PASCOLI'' A RAGGI X UNIVERSITA'. ALLEVATORI DENUNCIANO SPECULAZIONI

L'AQUILA: DOCENTE CALANDRA OGGI IN AUDIZIONE IN COMMISSIONE GARANZIA COMUNE RIVELA CONTENUTI INTERVISTE NELLE MONTAGNE ABRUZZESI, ''SOCIETA' FANNO INCETTA TERRENI PER FONDI UE, ANIMALI LASCIATI AL LORO DESTINO'


Interessante articolo pubblicato oggi su www.abruzzoweb.it in merito a presunte speculazioni su concessioni pascoli fittizzi e fondi UE di cui proponiamo un estratto.

L'AQUILA - "Ci hanno raccontato di minacce più o meno velate e di furti di bestiame, della presenza sempre più massiccia, anche nelle montagne abruzzesi, di società arrivate da fuori regione, da Nord a da Sud, che affittano i pascoli a peso d'oro, dove poi vengono portati animali talvolta malati, quasi sempre abbandonati a se stessi. E ancora di 'strani' avvicinamenti da parte di compaesani, che da un giorno all'altro scoprono la passione per la zootecnia, e vogliono acquistare pecore e vitelli, il cui acquisto poi viene effettuato da misteriose spa".
Un mondo torbido, altro che l'idillio delle Georgiche virgiliane, o l'epica della transumanza, ora patrimonio Unesco dell'Umanità, quello che illustra ad Abruzzoweb Lina Calandra, docente di Geografia del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila.
Un quadro emerso dalle centinaia di interviste... che gettano luce sull'inquietante fenomeno, ai limiti della legge, o per molti favorito da leggi sbagliate, detto in gergo giornalistico "mafia dei pascoli".
Ovvero quello che ha come protagoniste società con sede un pò in tutta Italia, che anche qui in Abruzzo, fanno incetta di pascoli, affittandoli a costi proibitivi per i locali, oppure intestandoseli con prestanome e società di comodo, solo sulla carta. Non per allevarci davvero animali, produrre carne, latte e formaggi, questo è il punto, ma per intascare decine e decine di milioni di euro di aiuti comunitari dell'Agea. Alla faccia di chi l'allevatore eroicamente continua a farlo per davvero e non vede poi un becco di un quattrino.
La questione è tornata prepotentemente d'attualità prima con il rinvenimento, il 27 dicembre scorso, di 138 carcasse di pecore, lasciate morire di fame e freddo, sulle montagne del comune di Lucoli, ad ovest dell'Aquila, su cui ora indagano i Carabinieri forestali. Poi ancor di più con la maxi-inchiesta della Procura di Messina che a metà gennaio ha portato a 94 arresti, 194 indagati e 151 aziende sequestrate. Vibrando un duro colpo alla clan mafioso dei Batanesi, che ha base dei Nebrodi in Sicilia. Dalle carte dell'inchiesta, emergerebbe che il clan con società di comodo ha fatto incetta di pascoli, in tutta Italia e anche in Abruzzo, intestandoseli falsamente, solo sulla carta, esattamente nei Comuni dell’Aquila, Barisciano, Ofena, Castel del Monte, Pettorano sul Gizio, Crognaleto, Cortino, Valle Castellana, Rocca Santa Maria, Isola del Gran Sasso, e Caramanico.
Rivela la docente, "un numero altissimo di persone contattate ci ha parlato proprio di questi fenomeni, non solo allevatori, ma anche amministratori locali e personale amministrativo dei vari enti. E questo ci ha davvero allarmato. L'idea che ci siamo fatti è che non ci si trova di fronte a casi episodici, ma ad un vero e proprio sistema organizzato, che ha come obiettivo quello di accaparrarsi, in ogni modo, i finanziamenti europei, destinati all'attività zootecnica".
Ed eccoli i contenuti di alcune interviste.
"Più di un allevatore ci ha raccontato di essere stato avvicinato, negli anni passati, da 'forestieri' che gli dicevano che i pascoli li avrebbero affittati loro, ma che poi li avrebbero messi a disposizione per poterci pascolare......"e ancora: "Ci hanno raccontato di camion pieni di pecore e vitelli, arrivati chissà da dove, scaricati sui pascoli, e poi lasciati al loro destino. Per di più in molti ci hanno spiegato che queste bestie erano malate, e dunque gli allevatori locali non potevano portare al pascolo i loro animali, per evitare contaminazioni".
"...un allevatore ci ha rivelato che le sue particelle di pascolo sono state inserite in altre domande di contributo, e così la sua pratica si è bloccata. Lui sosteneva che lo avevano fatto apposta per boicottare la sua attività, per farlo desistere e lasciare il campo, o meglio il pascolo libero...".
"E' accaduto che un allevatore è stato contattato da un compaesano, che voleva acquistare un tot di animali, anche se non si era mai occupato di zootecnia. E poi l'acquisto è avvenuto tramite una misteriosa società. Il sospetto che quel compaesano agisse come prestanome, a questo punto è legittimo".
Tra i terreni al centro delle truffe....anche terre demaniali, intestata anche a soggetti deceduti da 8 o 10 anni. Un sistema "messo in atto con plurime connivenze, con “diffusa omertà”, ma anche con estorsioni e intimidazioni".
"C'è poi il resto della storia da raccontare, emersa dalle interviste - conclude Calandra -: quella che ha come protagonisti allevatori veri, che portano avanti la loro attività con crescente difficoltà, a causa dei costi di gestione sempre più alti, e del crollo dei prezzi di vendita dei loro prodotti. E intanto i soldi per gli aiuti comunitari, di cui dovrebbero essere loro i primi beneficiari, troppo spesso prendono altre vie".

martedì 4 febbraio 2020

Consiglio Regionale del Lazio. In discussione il "collegato" alla Legge di Bilancio. Novità in tema di Funghi e Caccia nelle aree contigue.

Con la relazione dell’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, il Consiglio regionale del Lazio ha iniziato l’esame della proposta di legge regionale n. 194 del 31 ottobre 2019, “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”, il cosiddetto “collegato”. 
“Potenziare le capacità di crescita” del Lazio e la “riduzione degli oneri amministrativi incombenti su cittadini, famiglie e imprese”, attraverso un “sistema coordinato di dispositivi di semplificazione e incentivazione agli investimenti nel territorio laziale” con lo scopo di “candidare il sistema economico e industriale del Lazio quale territorio per gli investimenti nel prossimo decennio, attraverso un combinato avanzato di meccanismi di semplificazione amministrativa, sostegno economico del singolo progetto di investimento, promozione di ambiti sperimentali di partenariato pubblico privato sul tema dell'intelligenza artificiale”. 
Questi gli obiettivi del “collegato” illustrati all’Aula dall’assessore Sartore che ha poi illustrato i 23 articoli della proposta di legge, tra i quali l'articolo 3 per il conferimento di funzioni amministrative ai comuni in materia di paesaggio, con l’obbligo per le amministrazioni comunali di destinare il 25 per cento degli introiti derivanti dalle compatibilità paesaggistiche alla riqualificazione e al contrasto del rischio idrogeologico e  l'articolo 8 che istituisce il sistema autorizzativo per l’agricoltura. Importanti novità con l’articolo 9 che contiene disposizioni di semplificazione in materia ambientale, in particolare si riducono gli adempimenti a carico di coloro intendono andare a raccogliere funghi, si consente ai cacciatori l’utilizzo di determinati richiami vivi e s’interviene in tema di prelievi venatori nelle aree contigue ai parchi nazionali e l'articolo 11 che ropone modifiche alla legge regionale 15/2014 sullo spettacolo dal vivo, prevedendo lo sviluppo di una rete di teatri sul territorio.

Per Giancarlo Righini (FdI) siamo di fronte a un mare magnum di norme che va dalla raccolta dei funghi all’urbanistica, dalla cultura all’agricoltura, senza che siano affrontate in modo organico le materie nelle quali si richiede un testo unico da anni, come l’edilizia. Sulla stessa lunghezza d’onda, il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Simeone, secondo il quale il “collegato” al bilancio dovrebbe essere un semplice allineamento alle leggi di riferimento, mentre “invece tutto quello che non questa amministrazione non riesce a fare in via ordinaria diventa collegato”. 
Infine, Silvia Blasi (M5s) ha annunciato cinquanta emendamenti, in materia di agricoltura, ambiente, gestione forestale, caccia.

VITERBO: CORSO SUL MIGLIORAMENTO EVOLUTIVO DELLE PIANTE

Dal 25 al 28 febbraio 2020 presso l’Università della Tuscia -  Dibaf –Dipartimento per l’Innovazione dei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali, Via San Camillo De Lellis, Viterbo, si terrà un corso sul miglioramento evolutivo delle piante. 
Si tratta di un’attività curata da ARSIAL e da Rete Semi Rurali, nell’ambito della programmazione regionale in materia di biodiversità agraria e finanziata dal PSR Lazio 2014/2020, Operazione 10.2.1. Il corso che rientra nel programma “Promuovere la Diversità per Innovare i Sistemi Agricoli” ha lo scopo, tra gli altri, di ottenere sementi adattate ai diversi agro-ecosistemi del Lazio e contribuire alla mitigazione dei mutamenti climatici, implementando sistemi capaci di contenerne l’impatto. Esso è rivolto principalmente a tecnici, amministratori e agricoltori, interessati ai sistemi di produzione biologici, biodinamici o a basso input, ma anche ad esperti nello sviluppo rurale, ricercatori, studenti e cultori di discipline agrarie, alimentari, del paesaggio, sociologiche, storiche, antropologiche e geografiche.

L’evento è accreditato dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Viterbo per il riconoscimento dei crediti formativi.

La partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi entro il 10 febbraio sull’apposita pagina web https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc5cshPTTF_ugyYLGt4H9gxicjbytWckabNrCvUHhegEfzQ-A/viewform

Per informazioni e contatti: livia.ortolani@semirurali.net e http://www.arsial.it/arsial/arsial-e-rete-semi-rurali-al-via-un-corso-sul-miglioramento-evolutivo-delle-piante/