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REGIONE LAZIO. Disposizioni integrative per la gestione della pesca sportiva e dilettantistica nelle acque interne per l'anno 2024 - CACCIA AL CINGHIALE. DOPO IL SUCCESSO DELLA PASSATA EDIZIONE TORNA LA "GRANDE BATTUTA AL CINGHIALE" NELLA RISERVA DI PISCIN DI POLVERE DOMENICA 17 MARZO 2024- CONFAVI LAZIO, CONTINUA CON GRANDI ADESIONI IL TESSERAMENTO CACCIA 2024 - SCRIVICI PER RICEVERE LA POLIZZA ASSICURATIVA PIU' VANTAGGIOSA -

venerdì 31 gennaio 2020

REGIONE LAZIO. INTERVENTI CONTRIBUTIVI “GELATE DAL 25 FEBBRAIO AL 1 MARZO 2018”. PROROGATO IL BANDO

Attuazione D.G.R n. 850 del 19 novembre 2019 concernente "L.R. 28 dicembre 2018, n 13, art. 4 commi 17 - 21. "Misure di intervento al fine di sostenere la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole del settore olivicolo e castanicolo". 

Bando pubblico "Interventi contributivi finalizzati a compensare il mancato reddito derivante dagli impianti produttivi olivicoli colpiti dall'avversità atmosferica Gelate dal 25 febbraio al 1 marzo 2018.
Scadenza: 06/03/2020 Alle ore: 12:00


ECCO GLI AMBITI TERRITORIALI DI INTERVENTO

PER ASSISTENZA SULLA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE POTETE CONTATTARE I NOSTRI UFFICI NAZIONALI O DIRETTAMENTE 
LA SEGRETERIA DEL COMITATO DIRETTIVO LAZIO
INVIANDO UNA MAIL A: 
LAZIO@FEDERFAUNA.ORG


 


lunedì 27 gennaio 2020

Comune dell'Aquila, prosegue l’analisi della bozza di regolamento di uso civico dei pascoli.Un esempio di condivisione.

“Nella giornata di ieri si è svolto un altro proficuo incontro della Consulta dell’Agricoltura del Comune dell’Aquila durante il quale si è continuato il percorso di analisi della bozza di regolamento di uso civico dei pascoli e si è potuta intraprendere una pianificazione delle azioni da mettere in campo per implementare un sistema di guardiania sull’uso effettivo del pascolo e il controllo in fase di monticazione e demonticazione”. A comunicarlo l’assessore all’agricoltura del Comune dell’Aquila, Francesco Cristiano Bignotti, che in una nota aggiunge che “insieme all’assessore agli Usi civici Fabrizio Taranta abbiamo deciso di condividere questo percorso rilevandolo come cruciale per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio aquilano. 
Sulla tematica inerente la creazione di un efficace sistema di guardiania, – specifica l’assessore – particolarmente attenzionato dai consiglieri Dino Morrelli ed Elia Serpetti, tutti i partecipanti hanno espresso la volontà di richiedere al Prefetto un incontro per poter discutere congiuntamente di questa tematica per studiare strategie condivise. Come già avvenuto nei mesi scorsi, le prossime riunioni della consulta saranno allargate anche alle Asbuc del territorio con il fine di tentare di omogeneizzare il più possibile i vari regolamenti. Durante l’adunanza è stata posta anche attenzione sul regolamento del parco Gran Sasso e Monti della Laga, appena reso noto, nei cui confronti si è pianificata di svolgere un’azione congiunta per la stesura di opportune osservazioni, nella quale saranno coinvolti anche il consigliere comunale delegato alla montagna Daniele D’Angelo ed i sindaci del territorio. Per le tematiche trattate e il proficuo lavoro che sta svolgendo – conclude l’assessore – la consulta comunale dell’Agricoltura, che accrescerà il numero dei suoi membri già a partire dalla prossima riunione, con l’ingresso di altre realtà sindacali che hanno fatto domanda di adesione, si conferma un ottimo strumento per l’analisi condivisa del territorio e la sua valorizzazione”.

LAZIO, OK A PIANO E REGOLAMENTO DELLA RISERVA NATURALE STATALE LITORALE ROMANO

Adottato dopo oltre 20 anni di attesa il Piano di Gestione e il Regolamento della Riserva Naturale Statale Litorale Romano. Si tratta di un importante traguardo per la Regione Lazio visto che pur trattandosi di un’Area protetta di interesse nazionale, la Riserva racchiude all’interno del suo perimetro aree di Roma Capitale e del Comune di Fiumicino - in questo caso per più di un terzo del suo territorio - che sono gli Enti gestori della Riserva. Da oggi, grazie all’adozione del Piano, gli enti gestori avranno uno strumento di riferimento per la gestione delle aree di rispettiva competenza e tutti i portatori d’interesse avranno certezza  riguardo alle azioni consentite in  coerenza con la vocazione territoriale della Riserva e con il Piano.

Il Piano è il frutto di un lavoro di partecipazione e condivisione che si è avuto in tutte le fasi, dall’analisi alle osservazioni e fino all’adozione, con i cittadini, gli stakeholder, le associazioni di categoria, i comitati di quartiere, gli agricoltori etc. che vivono e lavorano in questo delicato, prezioso e ricchissimo territorio. Natura, archeologia, cultura, storia, tradizioni agricole, tecnologia, innovazione, economie locali si fondono insieme per dare corpo ad un territorio complesso e unico.

“L’adozione del Piano di Gestione e il Regolamento della Riserva Naturale Statale Litorale Romano è un successo e dimostra quanto sia importante la collaborazione tra istituzioni per il bene dei cittadini e del territorio. Questo lavoro certamente potrà costituire una ‘buona pratica’ anche per la pianificazione delle aree naturali protette regionali, che stiamo portando avanti in questi anni con rinnovato impulso. Ringrazio per questo il Commissario ad acta Vito Consoli e tutti i suoi collaboratori per il lavoro svolto, e gli Enti Gestori Roma capitale e il Comune di Fiumicino per la proficua collaborazione”, ha dichiarato il presidente, Nicola Zingaretti.

Fonte: Regione Lazio

venerdì 24 gennaio 2020

MONITORAGGIO PATOM. QUANTO RENDE UN ORSACCHIOTTO?

Nella seduta di Consiglio Regionale del 21 gennaio è stato approvato l'ordine del giorno D9/075 a firma dei consigleri Blasi e Novelli (M5S) per la riattivazione dei fondi necessari al progetto PATOM ovvero il monitoraggio della popolazione dell'orso bruno marsicano nel territorio del Lazio.
Ma la consigliera Blasi attacca la Giunta Zingaretti colpevole, a suo dire,  di aver approvato una norma all'articolo 13 al Collegato al Bilancio in discussione in queste ore alla Pisana, che consentirebbe la caccia ai non residenti nell’area contigua al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnlm).

Ma a quanto ammontano le risorse finanziare fin d'oggi stanziate per le attività di monitoraggio?
Sarebbe di non poco interesse, soprattutto per le categorie degli Allevatori e Agricoltori delle aree contigue conoscere i dati ufficiali della rete di monitoraggio PATOM....

Noi al momento rimaniamo in attesa di qualche informazione che ci svelerà qual'è la reale situazione nei territori dell'Alto Cicolano....
 
Speriamo a breve di fornire importanti aggiornamenti

mercoledì 22 gennaio 2020

Gallicano, l’Università agraria volta pagina. Verso la rinascita di un Ente che sembrava perduto

Si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel nella gestione dell’Università agraria di Gallicano nel Lazio, uno degli Enti più importanti in tutto il Lazio per il suo patrimonio di boschi e terreni. Il prossimo 25 gennaio il comitato di Amministrazione ha indetto l’assemblea degli utenti, primo passo propedeutico all’approvazione del nuovo Statuto e all’indizione di nuove elezioni. 
Quella dell’Università Agraria è una delle storie più anomale  di tutto il Lazio.
Tutto comincia nel dicembre 2017, quando l’allora cda dell’Università agraria di Gallicano si rifiuta di approvare un nuovo Statuto e dare seguito all’indizione di nuove elezioni, a seguito delle disposizioni normative statali che imponevano la trasformazioni di questi enti in società privatistiche. Uno strappo che porta nel giro di pochi mesi l’Ente al commissariamento, per mano della stessa Regione Lazio. La gestione straordinaria termina il 30 novembre 2018 con un nulla di fatto: nessuna elezione, nessuno Statuto e, ciò che è peggio, nessuna proroga del commissariamento. In sostanza l’Ente viene condannato a una sua cancellazione. A questo punto interviene in via sostitutiva il Comune attraverso il sindaco Pietro Colagrossi, che si impegna in prima persona alla rinascita dell’Università.
Colagrossi decide di segnalare alla Prefettura di Roma ed alla Regione Lazio la grave criticità venutasi a determinare, chiedendo al contempo l’autorevole parere della Prefettura in merito alle attività da intraprendere. Vengono così convocati i comizi elettorali per lo svolgimento dell’elezione diretta di un Comitato di Amministrazione, composto da 5 membri, incaricato di traghettare l’ente verso l’approvazione di un nuovo Statuto e le successive elezioni. 
A maggio 2019 il comitato dei cinque entra in funzione: Fabrizio Betti (coordinatore), Gabriele Milani, Duilio Rossi, Pierpaolo Buonamore e Andrea Ciamei. 
I cinque, nei limiti delle loro funzioni, si limitano ad accelerare il processo di rigenerazione dell’Ente, provvedendo al contempo anche al risanamanento delle casse
A tal proposito viene affidato l’incarico (attraverso un bando) per la riattivazione del frantoio oleario e vengono assegnati 70 ettari di terreni agli agricoltori, un provvedimento quest’ultimo che non ha eguali nella storia e che ha il merito di riattivare subito l’interesse verso la rinascita dell’Università agraria.
Il prossimo 25 gennaio l’assemblea generale degli utenti avrà la prima occasione di recuperare tutto il tempo perduto e dare vita a una nuova gestione per il benessere di tutto il territorio. L’assemblea è convocata in prima convocazione alle ore 16 e in seconda convocazione alle 17:30 presso i locali del frantoio sociale sito in via Colle Vigne.

Fonte:montiprenestini.info

venerdì 17 gennaio 2020

S.ANTONIO ABATE. L'eremita che strappa i peccatori dal fuoco infernale.

 

Il 17 Gennaio si benedicono le stalle e si conducono a benedire gli animali domestici, puliti e infiocchettati, davanti ai sagrati delle chiese.


CURIOSITA' 
Perché il suo culto è associato all'allevamento dei maiali?
 
I suoi discepoli tramandarono alla Chiesa la sua sapienza, raccolta in 120 detti e in 20 lettere; nella Lettera 8, Sant’ Antonio scrisse ai suoi “Chiedete con cuore sincero quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed esso vi sarà dato”. 
Nel 561 fu scoperto il suo sepolcro e le reliquie cominciarono un lungo viaggiare nel tempo, da Alessandria a Costantinopoli, fino in Francia nell’ XI secolo a Motte-Saint-Didier, dove fu costruita una chiesa in suo onore. In questa chiesa a venerarne le reliquie, affluivano folle di malati, soprattutto di ergotismo canceroso, causato dall’ avvelenamento di un fungo presente nella segala, usata per fare il pane. Il morbo era conosciuto sin dall’ antichità come “ignis sacer” per il bruciore che provocava; per ospitare tutti gli ammalati che giungevano, si costruì un ospedale e una Confraternita di religiosi, l’ antico Ordine ospedaliero degli “Antoniani”; il villaggio prese il nome di Saint-Antoine di Viennois. Il Papa accordò loro il privilegio di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade, nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento.
Il loro grasso veniva usato per curare l’ ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio” (herpes zoster); per questo nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande eremita egiziano, poi fu considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla. 
Nella sua iconografia compare oltre al maialino con la campanella, anche il bastone degli eremiti a forma di T, la “tau” ultima lettera dell’ alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al destino. 
Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici; in alcuni paesi di origine celtica, Sant'Antonio assunse le funzioni della divinità della rinascita e della luce, LUG, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali e maiali, così s. Antonio venne rappresentato in varie opere d’ arte con ai piedi un cinghiale.


I festeggiamenti in onore di S.Antonio Abate sono anche una buona occasione per ricordare oltretutto l'importanza della zootecnica come risorsa socio economica per l'intero nostro Paese e ridare il giusto valore alla figura dell'allevatore, unici veri garanti del rispetto del benessere degli animali, sempre più spesso fatti oggetto di critiche e duri attacchi mediatici.
Noi diciamo: W S.ANTONIO!!!

martedì 14 gennaio 2020

Latte di mandorla: perché mette a rischio la vita delle api

Il business del latte di mandorla sta mettendo a rischio la vita delle api, essenziali nel processo di produzione della bevanda. L’allarme arriva dagli Stati Uniti.

La filiera del latte di mandorla (che poi dovrebbe dirsi “bevanda di mandorle”, per legge possono essere chiamati latti solo quelli di origine animale) sta avendo un impatto devastante sull’ambiente mettendo a rischio la vita delle api.
L’allarme arriva dagli Stati Uniti, dove il consumo è aumentato del 250 per cento con un indotto pari a 1,2 miliardi di dollari all’anno. A tal proposito, un’indagine del The Guardian fa luce sulla crescente richiesta di mandorle in California che sta annientando le api utilizzate per impollinare i mandorleti. Lo scorso inverno sono morti circa 50 miliardi di esemplari, ossia un terzo dell’intera popolazione di api americane allevate a scopi commerciali.
Una delle conseguenze è la crescita del numero di apicoltori che hanno dovuto ridurre la produzione di miele per affittare le loro colonie di api ai proprietari delle piantagioni di mandorli. Dennis Arp, un apicoltore commerciale, ha spiegato che quasi la metà delle sue entrate proviene ormai dal noleggio degli alveari che gli vengono richiesti per impollinare i mandorli. “Ma ora sto perdendo oltre il 30 percento delle api e lo stesso capita a molti altri apicoltori”, spiega.
Dall’inchiesta si evince che la decimazione delle api è dovuta, in primis, all’uso smodato di pesticidi nelle piantagioni di mandorle. Nello specifico, l’uso del “roundup” indebolirebbe le difese batteriche delle api, debilitandole fino alla morte. Inoltre, l’impollinazione è molto faticosa perché costringe le api a interrompere il riposo invernale uno o due mesi prima del previsto, stravolgendone così il bioritmo. Dall’altro lato è necessario una sforzo maggiore in termini di manutenzione rispetto all’impollinazione di altre piantagioni.
Ma come se non bastasse la concentrazione di miliardi di api nello stesso luogo è a rischio epidemie. Secondo i produttori americani, il fenomeno andrebbe arginato con l’impiego di programmi a basso uso di pesticidi e con ambienti a maggiore biodiversità.

Fonte: The Guardian