Andrea Severi, presidente dell’Arci Caccia di Roma
e provincia scrive al Vicesindaco Nieri
“Lei è un cacciatore? Per “l’efferatezze” che
commette quasi quasi non le fornisco l’informazione”: questa la risposta di una
centralista del Comune di Roma ad un cittadino cacciatore che giovedì 4
settembre alle 12.38 circa ha chiamato il numero 060606 per richiedere il
numero di telefono di dell’ufficio sport e caccia del municipio 9 (ex 12).
Il cittadino cacciatore in questione intendeva
conoscere gli orari di apertura e chiusura al pubblico dell’ufficio per evitare
viaggi a vuoto tenendo conto che per legge il municipio è tenuto alla consegna
del tesserino venatorio regionale a fronte della presentazione della ricevuta
delle tasse pagate.
Il Cittadino Cacciatore, costernato della reazione
imprevista, ha ritenuto di telefonare al presidente provinciale dell’Arci
Caccia, Andrea Severi, e raccontare l’episodio soprattutto in virtù del fatto
che trattasi di un servizio pubblico che rappresenta in maniera palese Roma
Capitale.
Presa carta e penna Andrea Severi ha scritto al
vice sindaco Luigi Nieri, con delega al personale sottolineando che “un vostro
dipendente o collaboratore si è permesso di fare considerazioni gravemente
offensive ad un cittadino in cerca di informazioni peraltro in merito ad
un’attività perfettamente legale e che nella fattispecie rientra anche tra le
incombenze amministrative del Comune di riferimento”.
Per questo motivo Andrea Severi ha chiesto al Vice
sindaco Nieri di “conoscere quanto prima le eventuali azioni che i suoi uffici
intendono intraprendere per censurare l’operato di questa persona per evitare
che possa verificarsi nuovamente.
Preciso che ho segnalato ora indicativa e giorno (4
settembre) poiché il nostro iscritto non ha sentito bene il numero
identificativo dell’operatore certo che nessuno mai potesse rispondere con un
atteggiamento offensivo di tal sorta, dimostrando totale assenza di
professionalità e un preconcetto ideologico che dovrebbe lecitamente (ma a mio
avviso incoerentemente) riservare alla vita privata.
Personalmente sono stufo di dover difendere
l’esercizio di un’attività legale, svolta all’aria aperta a contatto con
l’ambiente e peraltro fonte di un consistente gettito fiscale attraverso il
pagamento di tasse di concessione governativa, provinciali e quant’altro
(imposte che per legge vengono dedicate alla salvaguardia ambientale e non per
“uccidere” animali)”.
In attesa del riscontro che il vice sindaco Nieri
dovrà dare c’è inoltre da segnalare la “coerenza” della centralinista che posta
di fronte alla domanda del cittadino cacciatore se “mangiasse pesce” ha risposto:
“ regolarmente ma io non uccido”.
E’ notorio che i pesci utilizzati per
l’alimentazione sono quelli morti per vecchiaia!
Fonte www.ilcacciatore.com
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