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giovedì 13 agosto 2015

RANDAGISMO E INCENTIVI ALLE ADOZIONI. QUELLO CHE REALMENTE SUCCEDE...

RIPORTIAMO INTEGRALMENTE LA LETTERA INVIATA DA ASSOCANILI AL MINISTERO AFFINCHE INTERVENGA SU SOSPETTE MODALITA' DI INCENTIVAZIONI.









        
    Spett.-le   Ministero della Salute
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Oggetto: Incentivi Adozioni -


Facendo riferimento all’incentivo in denaro che alcuni Comuni, mettono in atto, per l’adozione di cani randagi catturati, ci permettiamo di elencare una serie di considerazioni  in merito all’iniziativa, che, tra l’altro, riteniamo non risolutiva, e dannosa rispetto al fatto che potrebbe finalizzare l’adozione ad un fatto di mera convenienza economica piuttosto che ad una consapevole scelta. Nelle considerazioni appresso elencate si vogliono  rappresentare i vari aspetti rispetto ad una serie di meccanismi con finalità in ordine ai metodi, finalità scopi e conseguenze.

1.  L’adozione, riferendosi ad un essere senziente (“essere che percepisce e comprende quello che avviene”), non può essere che “cosciente“, per cui non si capisce come ciò possa avvenire, in molti casi, PER DELEGA ( scritta su pezzi di carta senza ufficialità di alcun tipo) e senza che, molte volte chi adotta, possa mai aver visto il cane;

2.   L’adozione di un cane comporta l’assunzione di precise responsabilità dettate dalla normativa vigente (vedi Codice Civile e Leggi sulla tutela del benessere animale, nel particolare Legge 281/91, nonché Leggi Regionali).

3.Il risultato di un' adozione dipende, solo e sempre, da processi di informazione, formazione, compatibilità del binomio e SUCCESSIVE VERIFICHE. E’ parte essenziale incaricare personale professionalmente qualificato che aiuti gli interessati nella scelta del cane secondo caratteristiche psichiche e fisiche, all’ambiente, alla composizione, all’esperienza e alle aspettative della famiglia adottante.

4.La ricerca di una famiglia per i cani randagi costituisce uno dei punti cardine della lotta al randagismo, ma NON PUÒ E NON DEVE ESSERE MOTIVO DI CONVENIENZA PER L’ASPIRANTEL’incentivo non può essere di carattere economico poichè potrebbe innescare possibili fenomeni di speculazione tenendo conto che esiste l’attuale gravissima problematica della tratta dei cani la cui destinazione è spesso (troppo) verso paesi dove non esistono strumenti di controllo come anagrafe canina o leggi che non tutelano il benessere degli animali. Inoltre la convenienza potrebbe esaurirsi con l’esaurirsi dell’incentivo stesso. La possibilità economica, di scegliere, nonchè, necessaria per accudire un cane, deve esserci a prescindere e non può dipendere da opportunità temporali.

5. E' necessario prevedere un SISTEMA DI CONTROLLO E MONITORAGGIO applicabile nel tempo, che garantisca il miglioramento del reale benessere del cane adottato, specie se il cane viene adottato fuori provincia, peggio fuori regione o al di fuori dal confine nazionale.

In particolare sembrerebbe che, nell' ambito del territorio nazionale, persone singole e/o per conto di associazioni animaliste, stiano alimentando il fenomeno del commercio di cani randagi.

Le modalità adottate sono sempre le stesse :

1)      richiedere ai Comuni, a mezzo dell' associazione animalista a cui appartengono, campagne finalizzate alla concessione di un CONTRUIBUTO PRO-ADOZIONE, garantendo alle amministrazioni un risparmio in denaro;

2)      proporsi ovviamente come PROMOTORI,  CONTROLLORI GARANTI E .......  BENEFICIARI DI PROGETTI,  per i quali si stipulano convenzioni con elargizione di denaro;

3)      ADOTTARE SINGOLARMENTE O PER CONTO DELL' ASSOCIAZIONE O PER DELEGA i cani presenti nei canili convenzionati con l'ENTE pubblico che ha sposato il "Progetto", trasferendo i cani in strutture il più delle volte nemmeno censite ( stalli). A tal proposito si fa presente che la frequenza di adozioni effettuate da NOMINATIVI RICORRENTI, (si parla, per il 2012, anche di n. 15/20 cani adottati da un unico nominativo e n. 8/10 per delega allo stesso nominativo) è tale che allarma, dal momento che un tale numero di cani dovrebbe quantomeno essere stabulato in apposita struttura autorizzata,  a tutela del benessere animale o essere garantito da una posizione economica e abitativa, auspicabilmente “ agiata” da parte chi ne fa richiesta ;

4)     riscuotere il contributo;

5)    reinserire, in alcuni casi, il cane nel circuito delle adozioni ( facebook, ecc.) nei giorni successivi. ( sindrome di “svanimento di amore ed interesse”, che dimostra che la compatibilità del binomio, necessaria e opportuna valutazione nell’atto dell’adozione, non è presa in considerazione, recando, pertanto, un grave probabile disagio al cane).
Ovviamente, anche in questo caso, il CONTROLLORE È ANCHE  IL CONTROLLATO e dunque non si procede ad effettuare controlli pre affido nè tantomeno ( ovviamente) post affido; LA BONTÀ DELLE ADOZIONI NON PUO’ ESSERE GARANTITA DALLA STESSA ASSOCIAZIONE CHE SI DEFINISCE "ANIMALISTA" e non può bastare la sola etichetta che per autoreferenzialità garantisce “ a prescindere”. 

Le adozioni non sono e non devono essere un obbiettivo numerico in un circuito di competizioni tra gruppi che ignorano, i bisogni, le esigenze ed i percorsi che necessitano ad un cane affinchè l’ adozione abbia il giusto successo.Questo principio ha innescato un meccanismo di costituzione di Associazioni travestite i cui obbiettivi guardano più al mercato economico che ad un costruttivo contributo volontario finalizzato alla risoluzione del problema.

Merita ricordare che già il Ministro della Sanità, Garavaglia, con Circolare 12 agosto 1993 , n. 33, Esportazione di cani randagi“. (G.U. Serie Generale, n. 230 del 30 settembre 1993), definiva che (testuale) :
“……Inoltre nelle modalita' di cessione degli animali, occorre una valutazione attenta relativamente alle garanzie di buon trattamento che i privati devono assicurare o nel caso si tratti di associazioni protezionistiche relativamente all'affidabilita' delle stesse. Sarà opportuno non cedere cani conto terzi ma direttamente all'interessato, valutando le motivazioni delle richieste caso per caso, e limitando, se occorre, il numero dei cani ceduti per persona, come pure non cedere cani in tempi differenti alla stessa persona se non dopo aver accertato o fatto accertare lo stato degli animali precedentemente prelevati. Egualmente con particolare cautela devono essere considerate le richieste che pervengono da parte di persone non residenti o addirittura residenti all'estero. Si ravvisa l'opportunita' di segnalare a questo Ministero, per esperire le necessarie indagini i casi sospetti soprattutto in relazione a cessioni o a richieste di cessioni ricorrenti nel tempo da parte della stessa persona o dello stesso Ente.”
          
  In merito a quanto sopra ,  invitiamo la S.V.,  ad intervenire in merito alla questione affinchè azioni, anche se di legittimo e sensibile intento da parte delle Amministrazione, non siano strumento adottato per interessi tutt’altro che a favore del benessere degli animali in questione .

Sicuri di un riscontro alla presente, approfittiamo per inviare i più cordiali saluti.

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