Ed alla fine le varie segnalazioni, formali e non,
che il nostro gruppo (Nuova Agraria) sta portando avanti da diversi mesi hanno
avuto, purtroppo, puntuale conferma.
L’epilogo ovvio è una lettera con cui la Regione intima e diffida l’Ente Agrario
ad annullare gli atti connessi nonché ritiene necessario trasmettere il
fascicolo degli atti alla Procura Regionale della Corte dei Conti, all’Avvocatura
Regionale ed alla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Velletri per le
valutazioni di circostanza. Ennesima squallida storia di personaggi che operano
in barba alle leggi ed alle normative vigenti.
Gli aspetti inquietanti sono essenzialmente due:
spesso e volentieri abbiamo tacciato di
incompetenza chi è stato chiamato a gestire l’Università Agraria ma questa
volta c’è qualcosa che va oltre la semplice ignoranza: c’è “dolo”. Sbagliare si
può, tutti lo facciamo, ma l’errore di cui parliamo era stato a più riprese e
nelle opportune sedi evidenziato quindi, chi doveva decidere,era perfettamente
cosciente che stava dando il proprio assenso a procedimenti illegittimi.
La domanda è: cui prodest? Prima si dà vita ad una
gara senza alcuna autorizzazione della Regione come se il terreno fosse di
proprietà privata e non demaniale. Poi si fa ricorso al TAR del Lazio contro la
determinazione della Regione che, a tutela degli interessi dell’Ente Agrario e
dei cittadini che rappresenta, impone di fissare la base d’asta ad un prezzo
maggiore rispetto a quello fissato dal buon Pizzuti. Infine con i soldi
pubblici si pagano gli avvocati per difendere questa follia amministrativa.
Ora, se le Procure avvieranno procedimenti contro l’Ente Agrario, chi difenderà
e con quali soldi questi alquanto incauti Amministratori?
L’altro aspetto che occorre sottolineare è che
adottare queste procedure rappresenta la normalità per questa Amministrazione.
Questo è solo l’apice di un iceberg fatto di provvedimenti discutibili se non
illegittimi, una policy che normalmente viene adottata anche in seno
all’Amministrazione Comunale, l’altra faccia della stessa moneta. Ricordiamo
che il Presidente Pizzuti è uomo del Sindaco Latini.
Ci chiediamo se un fatto così grave che alimenta i
già tanti luoghi comuni contro la politica, non imponga al Presidente
dell’Università Agraria di fare un passo indietro e rassegnare le proprie
dimissioni. Di sicuro noi ci attiveremo per individuare tutti i responsabili di
questa vicenda ed in particolare, oltre al Presidente, tutti gli Assessori ed i
Consiglieri che hanno contribuito con il proprio voto favorevole a questa
vergognosa vicenda e faremo di tutto affinché paghino a spese proprie per aver
arrecato danno erariale all’Ente che stanno amministrando. Poi, come al solito,
continueremo a vigilare e denunciare in qualsiasi sede tutto quello che
riteniamo contrario ad una buona amministrazione.
L’ennesima dimostrazione che i dubbi che solleviamo
sono fondati e non si fa caccia alle streghe per demagogia politica.
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