La battaglia animalista per introdurre in Italia il
divieto assoluto di impiego di animali nei circhi è appoggiata dalla Federazione
dei Veterinari, ma si basa su uno studio senza alcuna validità scientifica.
E tra le opzioni per gli animali prevede anche l'eutanasia....
Che fine faranno gli animali dei circhi?
Ce lo spiega GIULIA CORSINI, veterinaria, in un interessante articolo pubblicato nel quale tra l'altro svela che "Sembra un’assurdità ma l’eutanasia è una delle
opzioni dell’ormai prossima al voto proposta di legge avanzata
dall’associazione animalista LAV (Lega Anti Vivisezione) e dalla Federazione
Nazionale dei Medici Veterinari Italiani FNOVI che si basa su uno studio senza
alcuna validità scientifica" ed inoltre "da veterinaria faccio presente che la FNOVI parla
a nome della categoria senza interpellarla, infatti il Sindacato dei Veterinari
Liberi Professionisti ha preso le distanze e i veterinari che lavorano nei
circhi non hanno neppure avuto diritto di replica.
Il provvedimento dedicato alla proposta di riforma
del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini (Disegno di Legge 2287-bis
sul Codice dello Spettacolo) è ispirato alla posizione assunta dalla
Federazione dei Veterinari Europei (FVE), a sua volta sottoscritta da FNOVI che
in sostanza dice di “proibire l’utilizzo di mammiferi esotici nei circhi in
quanto non vi è affatto la possibilità che le loro esigenze fisiologiche,
mentali e sociali, possano essere adeguatamente soddisfatte”. Tali
provvedimenti si otterranno tramite l’eliminazione degli animali dai circhi,
con il reinserimento degli stessi nelle strutture destinate al recupero degli
animali esotici (che sono poche e senza regole) e in ultimo, come alternativa,
dell’eutanasia. Impossibile, ovviamente, pensare a reintrodurli in natura, si
tratta di generazioni e generazioni che hanno sempre vissuto in cattività e non
sopravviverebbero altrimenti.
In Italia gli animali dei circhi verrebbero
affidati a particolari strutture riconosciute dal Ministero: alcune, guarda
caso, sono gestite dalle associazioni animaliste. Si tratta dei CRASE (Centro
di Recupero per Animali Esotici) – che, come sostengono le associazioni
animaliste stesse, sarebbero inadeguate dal punto di vista della capacità
numerica, inoltre non ci sarebbero adeguate discipline normative destinate a
tutelare il benessere degli animali, a differenza di zoo, circhi et similia.
Anzi, nel rapporto stilato da ANMVI e WWF risulta che: “La carenza di precise
norme su come le strutture devono essere costruite e su come, soprattutto,
devono essere gestite per rispondere alle finalità di legge, favorisce, a
volte, la nascita di strutture al limite della legalità, il cui livello
qualitativo è ben lontano dai principi etici che devono ispirare l’attività di
riabilitazione degli animali selvatici e, in generale, l’organizzazione del
sistema dei Centri di Recupero in Italia”.
I circhi devono sottostare alle linee guida CITES e
ai regolamenti ASL sul benessere animale e ogni circo deve dotarsi di un
veterinario consulente e viene ispezionato periodicamente dalle ASL, dal corpo
Forestale dello Stato e dai NAS. Viene regolato qualsiasi aspetto,
dall’alimentazione, al trasporto, dal registro degli animali alle attività,
dalle misure sanitarie fino agli spazi. Nei riferimenti citati dal position
paper della FVE non si trova nessun articolo scientifico: ci sono pareri non
scientifici su detenzione, importazione e compagnia di animali esotici, sugli
animali selvatici in cattività e non riguardano specificatamente i circhi
tranne uno, quello della Bradshaw. Sia sufficiente sapere che come referenze a
questo ultimo documento è stata spessissimo utilizzata la testimonianza di un
certo Tom Rider. Le associazioni animaliste che lo hanno corrotto offrendo
190.000 dollari per testimoniare il falso sul Ringling Bros. and Barnum &
Bailey Circus, sono state condannate a risarcire ai circhi la somma di 9,3 milioni
di dollari.
Il documento sui circhi che ignora gran parte delle
pubblicazioni sui circhi
La LAV e la FNOVI citano gli studi di un certo biologo, Steven Harris, definito da loro come uno dei massimi esperti in materia anche se non ha mai condotto uno studio in un circo. Lo studio è questo: “A review of the welfare of wild animals in circuses”(2006, Harris, Iossa, Soulsbury)”. Questo documento non è però uno studio pubblicato su riviste scientifiche ma un rapporto commissionato da un’associazione animalista inglese, la RSPCA! Possibile che un’associazione di categoria di professionisti, quale la FNOVI, si sia basata su tale studio per esprimere un parere? Uno studio che non ha subito il processo di revisione scientifica quanto può essere affidabile? Al tempo questo report aveva fatto discutere, tanto che ci sono state pressioni per vietare i circhi con gli animali nel Regno Unito. Il parlamento inglese (dal quale il parlamento italiano DEVE prendere esempio) aveva dunque creato un gruppo di lavoro, il “Circus Working Group”, dove gli esperti delle due parti, animalista e circense, portavano tutta la letteratura scientifica presente e doveva essere giudicata da una Commissione Accademica super partes. Così l’anno seguente è stato pubblicato The Radford Report, nel quale la Commissione Accademica ha concluso che non ci sono abbastanza elementi scientifici per vietare la presenza degli animali del circo! Possibile che anche questo importante lavoro sia stato ignorato?
Fonte: Next quotidiano
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