Dovrebbe sorgere sulla via Prenestina
un nuovo impianto a biomasse per il trattamento dei rifiuti organici con
produzione di energia: un lembo di terra situato a confine tra i quartieri
Colle Monfortani e Colle Prenestino.
Foto archivio dal web |
L’impianto, proposto dall’azienda
agricola Salone a.r.l., sita in Via Prenestina 1280 prevede il trattamento di
75.000 t/a di rifiuti organici con produzione di energia: un impianto di
dimensioni maggiori rispetto a quello che sarebbe dovuto nascere all’interno di
Rocca Cencia.
I Comitati di Quartiere sono sul piede di guerra: “Noi siamo contrari perché l’impianto sorgerebbe nelle immediate
vicinanze di una scuola e di una chiesa, perché la sua presenza inciderebbe in
maniera considerevole su una viabilità già profondamente compromessa e perché
pensiamo che il territorio di Roma Est abbia già dato” ha detto al nostro
giornale Giuseppe Lanzillotta, presidente del comitato Colle Prenestino che
“vanta” sul suo territorio anche la presenza di un impianto per il trattamento
degli sfalci. “
Di assoluta contrarietà alla
realizzazione dell’impianto anche il gruppo Lega del sesto: “Presenteremo
mozione in aula per far arrivare al Sindaco Raggi e al Presidente Zingaretti,
un no forte a nuovi impianti nel territorio. Il M5S e il PD esprimano in aula,
insieme a noi, il dissenso – ha detto la capogruppo Pamela Strippoli - Al netto
dei colori politici dobbiamo dimostrare unità nell’interesse dei cittadini. La
periferia est della città, già fortemente martoriata, va tutelata”. “
“Come è stato per il biodigestore
proposto dall’ex sindaco Marino la nostra posizione non può che essere di
assoluta contrarietà a questo nuovo progetto, non solo per la tipologia di
impianto, ma per la sua collocazione all’interno di un territorio
particolarmente vessato dal trattamento dei rifiuti provenienti da Roma e dal
Lazio – ha detto al nostro giornale l’assessora all’ambiente Katia Ziantoni a
margine della riunione - Un carico
insostenibile che si ripercuote già ora sulla qualità dell’aria, sulla
viabilità e sulla qualità stessa della vita, come da anni denunciano i residenti
del versante”. “
Nel frattempo assessorato e commissione ambiente stanno
lavorando ad un atto per inserire il Municipio VI tra le cosiddette “aree a
rischio” per bloccare, una volta per tutte, qualunque altra impiantistica sul
territorio. “Si tratta di uno strumento regionale nuovo che sfrutteremo per
cambiare la vocazione di un Municipio ridotto a “mondezzaio” grazie all’assenza
di una pianificazione regionale e di una politica di tutela dell’Agro Romano” ha
concluso Ziantoni“
Fonte: torri.romatoday.it
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