Lo scorso maggio ci eravamo interessati della problematica legata ai pagamenti dovuti ai proprietari o conduttori di terreni ricompresi all'interno delle aree vocate all'attività venatoria per servitù venatoria. (CLICCA QUI)
Avevamo così sensibilizzato il Presidente della Regione Lazio, l'Assessore Onorati ed il Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Lazio, a porre in essere, in vista dell'approvazione della proposta di legge n°294/2021,ogni possibile iniziativa al fine di veder stanziati i fondi necessari per la liquidazione delle spettanze dovute ai tanti proprietari di fondi agricolo interessati dall'attività venatoria.
In questi giorni in Consiglio Regionale è stato presentato così un emendamento alla proposta di Legge 294/2021, che apporta un integrazione all'art.24, comma1 della stessa legge, stabilendo la data del 30 settembre 2021 quale termine ultimo per stabilire l'erogazione del contributo ed il 31 dicembre il termine per adottare il regolamento per l'erogazione degli stessi contributi.
Per quanto riguarda il Capo V (articoli 21-24), unanime consenso ha ricevuto l’emendamento presentato da Enrico Panunzi e sottoscritto da molti altri consiglieri, che ha interamente sostituito l’articolo 24, mantenendo le modifiche previste alla legge regionale 17/1995 (“Norme per la tutela della fauna selvatica e la gestione dell’esercizio venatorio”) in materia di zone per l’addestramento dei cani da seguita per la specie cinghiale e in materia di controllo delle specie di fauna anche nelle zone vietate alla caccia, e aggiungendo importanti disposizioni a tutela delle produzioni agricole e zootecniche, del suolo e del patrimonio storico-artistico in riferimento ai danni causati dai cinghiali. In particolare, l’emendamento Panunzi prevede che tale contenimento potrà essere attuato dalle guardie dipendenti dalle province e dalla Città metropolitana, che potranno avvalersi anche dei proprietari o dei conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani di salvaguardia, delle guardie forestali e comunali, purché tutti siano muniti di licenza per l’esercizio venatorio.
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