Centinaia di aziende zootecniche rischiano di sparire in tutto il Lazio e così adesso alzano un muro contro il taglio del prezzo del latte alla stalla. Protesta martedì 10 a Roma, dove decine di allevatori della Coldiretti - soprattutto dalla Ciociaria e dalla provincia di Latina - sono arrivati all’incrocio di via Cristoforo Colombo, nel centro commerciale Euroma2, per contestare il prezzo contro il taglio del prezzo del latte alla stalla, imposto dalla multinazionale Lactalis, titolare dei marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli.
La «marcia su Roma» ha visto anche l’adesione di numerosi allevatori delle province di Roma, Rieti e Viterbo. Con appena 34 centesimi a litro riconosciuti ai produttori di latte, tantissime aziende laziali (in tutto sono 1413) non ce la fanno più ad andare avanti: ormai non riescono più a coprire neanche i costi, che oscillano da 38 a 41 centesimi a litro. Quello che ricevono, spesso non basta neppure a sostenere le spese per alimentare il bestiame. Una situazione che sta mettendo in notevole affanno gli imprenditori zootecnici nell’intera regione, in particolare nel Frusinate e nel Pontino, dove esistono, nell’ordine, trecento e mille aziende. Già mille le stalle chiuse quest’anno in Italia e per evitare la stessa fine, i produttori laziali sono pronti alla «guerra del latte» a oltranza. «In tutto il Lazio – ha detto il direttore regionale di Coldiretti, Aldo Mattia – ci sono centinaia di aziende che rischiano di cessare l’attività. Quelle più penalizzate si trovano nelle province di Frosinone e Latina, perché consegnano il latte nei caseifici. Vogliono imporre un prezzo che farà chiudere le stalle. Noi lottiamo anche per difendere la qualità del nostro latte e la tracciabilità».
Tre cartoni su quattro di latte venduti in Italia, secondo l’organizzazione agricola, non contengono il prodotto italiano (ben 86 milioni di quintali sui 110 della produzione nazionale sono importati). «La difesa della zootecnica del Lazio – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Sonia Ricci, che è andata tra gli allevatori durante la protesta a Roma – è una priorità della giunta Zingaretti, anche perché ha un grande scopo sociale legato al consumo del suolo. Alla Regione c’è un tavolo permanente e l’obiettivo è di arrivare a un prezzo minimo garantito su base annua per gli allevatori». In Ciociaria il quadro è preoccupante. «Da noi – ha dichiarato il direttore di Coldiretti Frosinone, Giuseppe Campione - la situazione è drammatica, con tante aziende zootecniche in forte difficoltà. Ci aspettiamo,perciò, interventi concreti da governo e Regione. Se nulla cambierà – ha concluso -, non tarderemo ad aumentare la protesta». Forse la «guerra del latte» è solo all’inizio.
Fonte: roma.corriere.it
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