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martedì 24 luglio 2018

Azienda Agro Patrimoniale Passerano. Dopo il vincolo cos'altro?

C'è un villaggio incantato lungo la Via Maremmana II a Gallicano nel Lazio. Si chiama Passerano. 
Poi c'è un Azienda agro-patrimoniale di circa 1000 ettari (1/1000 della Superficie Agricola Laziale) perennemente in sofferenza economica a causa di pressioni e dinamiche difficili da comprendere. 
Ma anche no.
Ci sono stalle con belle frisone (circa 560 capi) che fanno il latte, tanto latte...e una piccola mandria di cavalli (circa 35 nel 2016). 
Poi ci sono i terreni coltivati ad orzo, triticale, mais, avena, piselli, erbai, grano, girasole e altre colture destinati al mercato. Circa tre ettari dell’Azienda sono coltivati a olivo per la produzione di olio extravergine.
Quanti "circa" nella nostra storia, ma Passerano è così da tempo: circa, più o meno...
Tra le altre componenti c'è anche la Regione Campania che dal '79 ne ha acquisito la proprietà, oltre al personale e le funzioni del soppresso Ente Patronato Regina Margherita pro-ciechi “Istituto Paolo Colosimo” in Napoli, a cui erano destinate le risorse economiche provenienti proprio dall'eredità del Barone Quintieri  che nel suo testamento olografo stabiliva: “…lascio tutti i miei beni presenti e futuri al Patronato Regina Margherita per non vedenti, Istituto Paolo Colosimo di Napoli perchè siano devoluti all'assistenza, istruzione, educazione, beneficenza dei non vedenti ricoverati nell'istituto medesimo.
Passerano bisogna guardarlo bene, magari stando seduti su una delle sue tante collinette, per rivivere atmosfere romantiche e ricordi mai del tutto sopiti. 
Tra le valli si scorge Clarabella che pascola sorridente, nella casa c'è Nonna Papera che prepara la torta per i nipotini, mentre Cip e Ciop saltano tra i rami di una quercia, Paperino pesca nel laghetto e Paperon de' Paperoni accumula ricchezze.
L'onda emotiva ci pervade ma questo mondo Disneyano non basta più. Non può bastare.
Non basta per creare occupazione, per aumentare la competitività e ridare stabilità economica ad un patrimonio ricco ma inesorabilmente friabile.
A pensare che da oltre quarant'anni la forza lavoro in azienda sia drasticamente scesa da 46 braccianti (nel '79) a poco meno di 15 lavoratori di oggi, peraltro con impiego a termine, ci viene la pelle d'oca come anche la storica mancanza di investimenti stia gradualmente portando al totale deperimento degli immobili presenti nell'Azienda che al contrario, opportunamente riqualificati, potrebbero rappresentare una sicura fonte di reddito ed il ricavo accertato nel 2016 del +1,96% rispetto all'anno precedente non ci rincuora affatto. Rimangono granelli di sabbia...
Se poi di sfondo aggiungiamo il gravame di una burocrazia senza eguali per le Aziende Pubbliche (qual'è proprio quella di Passerano) e la stringente vincolistica imposta da regolamenti e normative in vigore il titolo del quadro è ben chiaro a tutti: il buio.
La Sauie chiude così, nel 2016, e per il secondo anno consecutivo, il proprio bilancio in perdita e tale risultato deriva proprio dall'influenza della concessione delle due Aziende Agricole di Passerano e Montecoriolano e alle condizioni di gestione attuali non vi sono motivi per immaginare proiezioni di segno inverso.
Torneremo a breve sull'argomento perchè la tutela di un patrimonio Agro Zootecnico ricco peraltro di storia, cultura e tradizioni non può prescindere da investimenti e innovazione.

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