Nelle puntate precedenti, abbiamo parlato della Sardegna. Rimaniamo ancora un po' in questa meravigliosa isola,
dove comuni quali Barrali o Settimo San Pietro, entrambi in provincia di
Cagliari, hanno recentemente emesso bandi rivolti a associazioni o cooperative
di stampo animalista che prevedono rispettivamente compensi di mille o 500 euro
per ogni esemplare estratto dai canili locali.
"E' semplicemente pazzesco" dice Anna
Rita, volontaria sul territorio. "Sembrano provvedimenti ideati a beneficio
di organizzazioni ben note. Costoro, prendono gli animali da strutture più che
decenti e li trasferiscono in rifugi pessimi, quando non li spediscono
direttamente a Nord o all'estero. Nel frequente caso della Germania"
prosegue "i cani sono pagati di nuovo, a quanto pare, dagli adottanti.
Diverse centinaia di euro per ogni animale, anche invalido o malato. Sì, lo so,
gli esportatori sostengono che lassù è regola versare una tassa di rimborso a
chi ha organizzato il trasporto, ma allora, perché la cifra non è sempre la
stessa, ma varia fra i 150 e i 500 euro?"
Quanto denaro può fruttare un meticcio del Sud a
chi lo movimenta? Fra la regalia una tantum del comune di appartenenza e
l'obolo del presunto cittadino tedesco, già si può ipotizzare un pacchetto fra
800 e 1.500 euro. A questo si aggiunga la raccolta di sostegni promossa sui
social, anche attraverso pagine e siti inaccessibili dal nostro Paese. Si punta
a ragion veduta sulla sincera generosità di tanti italiani e stranieri,
soprattutto quando l'animale è disabile o in pessimo stato di salute.
"All'inizio dell'anno, presso un centro
commerciale di Quartu Sant'Elena (Cagliari) ho incontrato una sedicente
animalista che trasportava nella propria auto quattro cani in condizioni
pietose" racconta ancora Anna Rita. "il più in forma era cieco da un
occhio. Lei disse che partivano tutti per la Germania alla volta di adozioni
del cuore. Questa persona collabora con un'altra donna che, fino a poco tempo
fa, aveva intestati a proprio nome oltre 200 animali, ritengo già esportati.
Come possiamo credere che i tedeschi incamerino tanti esemplari sfortunati e
malati, per giunta pagandoli?"
Il dubbio tuttavia non attanaglia i servizi
veterinari regionali della Sardegna, che dichiarano: "La collaborazione fra le associazioni italiane e
quelle tedesche nasce circa 15 anni fa, grazie alla presenza di turisti nelle
nostre città del nord dell’isola, in particolare Olbia e Sassari. Costoro,
sensibili all’accoglienza di animali da affezione hanno costituito una rete di adozione Imponente,
vista la quantità di animali che le amministrazioni sarde consegnano a tali
referenti".
La fiducia delle istituzioni sarde in questo tipo di
iniziativa benefica è così salda da delegare alle associazioni non solo il
destino di cani e gatti, ma pure il compito di contrastare il randagismo. Di
recente infatti la Regione Sardegna ha stanziato 200mila euro per la
sterilizzazione dei randagi, consegnando tale somma alle associazioni locali:
di quali associazioni si tratta, quali riscontri effettivi avete
dell'investimento, e come mai la somma stanziata non è stata utilizzata
affinché le preposte Assl assolvessero a tale compito?
La banca dati regionale registra solo l’ultimo
movimento nella Regione. I movimenti che
avvengono in altre regioni o in stati esteri sono registrati presso le
rispettive banche dati. Considerato che,
limitatamente alla Assl Olbia, le adozioni vengono organizzate da sei
associazioni tedesche: Streunerherzen,
Saving dogs, Niemandshunde, Sardinien Hunde, Resperktier,
Protier, gli animali vengono intestati al rappresentante di
ciascuna che così si ritrova
proprietario di grandi numeri. Nella
banca dati si trovano numerosi proprietari registrati più volte (con piccole
differenze anagrafiche): il problema esiste sia per gli intestatari residenti
all’estero che per quelli residenti in Regione.
Se allora della banca dati non ci si può fidare, sappiamo quanti TRACES
relativi a cani e gatti inviati all'estero da associazioni o singoli titolari
di associazioni sono stati emessi in Sardegna dal 1 gennaio 2014 a oggi?
Limitatamente alla Assl di Olbia, nel 2014 sono
stati emessi 310 TRACES. 470 nel 2015, 659 nel 2016 e 668 nel 2017 (2.107
TRACES in 4 anni emessi da una sola Assl ndr). Quasi tutti i certificati
concernevano per adozioni o cessioni da parte di associazioni di volontariato
(l’art. 3. Lettera A, regolamento UE 576 del 2013 inserisce anche queste
movimentazioni, perché esiste comunque un passaggio di proprietà di animale di
compagnia). Sono invece pochissimi, nell’ordine di 2 o 3 all’anno, quelli per
movimentazioni commerciali.
Questi dati
riguardano Olbia, e non a tutta la Regione. Almeno, verso quanti e quali paesi
stranieri sono stati emessi i suddetti TRACES, e quali garanzie e controlli
prevede il TRACES sulla reale identità del ricevente?
I TRACES relativi alla movimentazione di animali
per adozioni sono stati indirizzati prevalentemente in Germania, pochi casi in
Svizzera, Francia, Gran Bretagna. Il
Sistema TRACES prevede che il ricevente, ovvero l’associazione tedesca, sia
validato dall’Autorità sanitaria locale che, a campione, verifica la
corrispondenza di quanto dichiarato e certificato. I controlli vengono
registrati nello stesso sistema TRACES. Noi stessi verifichiamo gli animali in
arrivo (quali? ndr) che ci vengono notificati via TRACES.
Per legge si prevede che il proprietario o
detentore di un cane sia tenuto a comunicare alla Asl competente, in aggiunta
alla nascita o all’acquisizione del possesso, ogni variazione concernente lo
stato anagrafico del (art. 4, comma 2 e 6 e art.11 L.R. 21/1994): morte, furto
o smarrimento, cessione di proprietà (entro quindici giorni) o cambio di
residenza (entro trenta giorni). In caso di cambio di proprietà, chi cede il
cane deve provvedere alla registrazione in anagrafe presso la Asl, mediante
consegna di apposita documentazione (notifica di cessione e documenti
d’identità di ambo le parti). Qualora non lo faccia si dovrebbe configurare,
quantomeno, una sanzione amministrativa.
Perché allora seguitare a intestare cani a qualcuno
che viola ripetutamente la normativa italiana e quella regionale?
Fonte: R.it
Nessun commento:
Posta un commento