L'ARUAL ha trasmesso "agli alti papaveri della Regione Lazio", in vigenza dell’art. 3 comma 7 della Legge 20 novembre 2017 n. 168 art.3 c.7 una diffida stragiudiziaria a dare attuazione a quanto stabilito dalla citata normativa." Dopo 24 anni la Regione ha dimostrato la propria incapacità di legiferare legalmente in materia e di fregarsene delle problematiche esistenti sui demani collettivi. Prosegue il Presidente Marian "Quasi alla scadenza del termine perentorio assegnatogli dalla L.167/2017, voleva fare ancora una volta una legge illegittima, con forti connotazioni incostituzionali, tentando di riprendersi quello che la novella normativa nazionale le ha tolto. Nuovamente , la regione, voleva manomettere l’autonomia statutaria degli enti, prevedere la “sanatoria” di manufatti D/10 (agriturismi ecc.) e limitare i diritti di uso civico di taglio del materiale legnoso, proponendo una legge che avrebbe avuto il solo scopo di castigare i diritti di collettivo godimento delle popolazioni interessate. Di tale arroganza verrà interessata la Magistratura contabile competente. La Legge 168/2017 assegna alle U.A., grazie al principio di autonormazione, di approvare norme utili alla soluzione di problemi annosi senza deludere le aspettative dei nostri utenti".
L'ARUAL si auspica, a tal proposito, che ogni rappresentante di un Dominio Collettivo residente in ognuna delle regioni italiani inadempienti, faccia quanto abbiamo fatto noi nel Lazio e diffidi la propria regione dall’adottare norme legislative che sarebbero illegali e violative, del principio di LEALE collaborazione con lo Stato, che ogni ISTITUZIONE PUBBLICA ha il dovere di adempiere nel rispetto della Costituzione sulla quale, non dimentichiamolo mai, i nostri amministratori Comunali , “Provinciali” e Regionali GIURANO.
Fonte: Arual
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