L’assegnazione dei pascoli, tra leggi inutili e mancanza di regolamenti, ma oggi un altro problema è quello delle terre collettive sempre più in balia delle speculazioni....
Il caso delle concesioni dei pascoli è arrivato in Commissione di Vigilanza del Comune dell'Aquila ma il problema sembra estendersi ben oltre i confini regionali.
Sul tavolo la richiesta di confronto di alcuni
allevatori per verificare la possibilità di assegnare i pascoli non
annualmente, ma su base triennale o
quinquennale.
Molte perplessità sono emerse proprio da quest'ultima proposta proprio perchè come ha riferito l'assessore D’Angelo: "Non so quanti conoscano l’ambiente agricolo montano, ma è un vero e proprio far west....occorre gestire certe presenze che non hanno a cuore il territorio e potrebbe essere dannoso affidare loro pascoli per 3 o 5 anni”. Sul tavolo anche i problemi di viabilità causati dagli animali lasciati liberi di scorrazzare.
Molte perplessità sono emerse proprio da quest'ultima proposta proprio perchè come ha riferito l'assessore D’Angelo: "Non so quanti conoscano l’ambiente agricolo montano, ma è un vero e proprio far west....occorre gestire certe presenze che non hanno a cuore il territorio e potrebbe essere dannoso affidare loro pascoli per 3 o 5 anni”. Sul tavolo anche i problemi di viabilità causati dagli animali lasciati liberi di scorrazzare.
Di ben altro avviso, molto più preoccupante, è lo studio della dottoressa Lina Maria Calandra
che ha illustrato gli esiti della nota ricerca portata avanti per
l’Univaq. Una ricerca che per la dottoressa ha rilevato una “regia”, un
“sistema organizzato ad alti livelli” per far soldi facili giocando
illecitamente con il “traffico di titoli”, marche auricolari e le
concessioni dei pascoli, attraverso anche intimidazioni e condotte
criminali. In tre parole, mafia dei pascoli.
Un sistema di gestione dei pascoli consentite da una legislazione carente e da regolamenti inesistenti.
Ma come avvengono le assegnazioni dei pascoli a l'Aquila?
A L’Aquila, come a Lucoli e in molti altri comuni vicini, almeno a
livello burocratico la questione di favorire gli allevatori locali è
“superata” da un iter che prevede, come spiegato dall’assessore Fabrizio Taranta,
prima l’assegnazione ai residenti con tariffe da 20 a 25 euro a ettaro,
in base al fatto che si tratti di pascoli di alta o media montagna.
I
pascoli “avanzati” vengono poi assegnati attraverso aste. Questo non
impedisce evidentemente a chicchessia di aprire un’azienda con sede
locale sul territorio o “appoggiarsi” a soggetti del posto. Inoltre il
sistema dell’asta fa lievitare le tariffe.
Per quanto riguarda invece la
richiesta di concedere i pascoli su base triennale o quinquennale,
l’assessore ha illustrato il parere dell’avvocatura comunale,
per la quale si potrebbe fare, ma a determinate condizioni, ovvero
attraverso una “sorta di prelazione” sui terreni da parte di chi aveva
ottenuto l’assegnazione nell’anno precedente. Il che comunque non
risolverebbe il “problema” sottinteso alla richiesta tesa ad evitare
lungaggini burocratiche.
Insomma, la questione appare più che mai complessa e non di facile
soluzione.
Ci si augura che il tutto non
finisca con un’accorata presa di coscienza e un italico
scaricabarile....
Fonte: www.ilcapoluogo.it
NEL LAZIO COME AVVENGONO LE ASSEGNAZIONI DEI PASCOLI?
NEI PROSSIMI GIORNI TORNEREMO SULL'ARGOMENTO DOPO AVER ANALIZZATO IL CASO DI QUALCHE ENTE DI GESTIONE DELLE TERRE COLLETTIVE CHE TRA "DIMENTICANZE" E "NON RICORDO" HANNO CONTRIBUITO AD IMPOVERIRE UN COMPARTO GIA' FORTEMENTE COMPROMESSO QUALE APPUNTO QUELLO AGRO-ZOOTECNICO.
IL PASSAGGIO TRA IL "FERTILE PASSATO" E l'ARIDO FUTURO...
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