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giovedì 10 settembre 2015

Entro il 30 ottobre l’Imu sui terreni agricoli per l’anno 2015

Con l’approvazione della legge sull’agricoltura sociale si dovrebbe procedere a eliminare l’IMU agricola.

agricolo
Per l’anno 2015, il pagamento della prima rata dell’IMU sui terreni agricoli, come stabilito dai combinati disposti di cui agli artt. art. 13, comma 5 del DL 201/2011 (conv. L. 214/2011) e 1 del DL 4/2015 (conv. L. 34/2015), può essere effettuato entro il termine del 30 ottobre, senza applicazione di sanzioni e interessi. Lo prevede l’art. 8, comma 13-bis del DL 78/2015, recante disposizioni in materia di enti territoriali, la cui legge di conversione (L. 6 agosto 2015 n. 125) è stata pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 49 della Gazzetta Ufficiale n. 188 del 14 agosto ed entra in vigore a partire dal 15 agosto.
Sicché, mentre il TAR Lazio (sezione seconda) ha spostato – ancora una volta – al 4 novembre 2015 la trattazione dei criteri dell’imposta (sentenze nn. 10606/2015 e 10630/2015), dichiarando invece l’improcedibilità di altri ricorsi (fra tante, sentenze nn. 10650/2015 e 10660/2015), il legislatore ha pensato bene di concedere più tempo ai contribuenti per eseguire il versamento della prima rata dell’IMU dovuta sui terreni agricoli per l’annualità in corso, anziché varare la totale eliminazione dell’imposta nei confronti dei coltivatori diretti (CD) e degli imprenditori agricoli professionali (IAP persone fisiche e società).
Vi è però da aggiungere che l’approvazione in via definitiva, il 5 agosto scorso, del progetto di legge in materia di agricoltura sociale, in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dovrebbe indurre il legislatore a eliminare (senza se e senza ma) l’IMU sui terreni agricoli, così come da più parti è stata proposta l’inapplicabilità dell’ICI/IMU sui fabbricati posseduti e utilizzati dagli enti non commerciali, compresi gli enti religiosi, per lo svolgimento dell’attività didattica (scuole paritarie), dopo la pronuncia delle “famose” sentenze nn. 14225/2015 e 14226/2015.
Come affermato dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, l’agricoltura sociale è un strumento concreto di riabilitazione per l’intero settore, oltre a costituire una grande opportunità economica anche perché il provvedimento è stato varato nell’anno dell’Expo. La finalità del nuovo provvedimento, infatti, è quella di tutelare la persona e la sua dignità, nonché – conclude il Ministro – quella di creare una sinergia virtuosa tra obiettivi economici e responsabilità sociale, al fine di rafforzare la crescita della multifunzionalità delle aziende agricole contribuendo allo sviluppo sostenibile dei nostri territori.

Le principali novità contenute nella legge sull’agricoltura sociale sono:
l’introduzione della definizione di “agricoltura sociale”, che abbraccia una serie di attività che prevedono: l’inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e lavoratori svantaggiati, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti nei progetti di riabilitazione sociale; le prestazioni e le attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura; le prestazioni e i servizi terapeutici anche attraverso l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante; le iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche;
la promozione, da parte delle Regioni, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, di specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale;
la possibilità, per le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere, di inserire, come criteri di priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura, la provenienza dei prodotti agroalimentari da operatori di agricoltura sociale;
la previsione, da parte dei Comuni, di specifiche misure di valorizzazione dei prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nel commercio su aree pubbliche;
criteri di priorità, disposti dagli enti pubblici, per favorire lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nell’ambito delle procedure di alienazione e locazione dei terreni pubblici agricoli;
la possibilità, per gli enti pubblici territoriali, di dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell’agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata.
Infine, con decreto del MIPAAF verrà istituito l’Osservatorio sull’agricoltura sociale, che dovrà definire le linee guida in materia e assumere funzioni di monitoraggio per il coordinamento con le politiche rurali.
Come anticipato, con l’approvazione della legge sull’agricoltura sociale si dovrebbe procedere senza indugio a eliminare l’IMU agricola, considerato il ruolo centrale del settore agricolo nell’ambito della collettività, così come si starebbe confezionando l’agevolazione agli enti non commerciali e, in particolare, agli enti ecclesiastici, per la gestione delle scuole paritarie (e fors’anche di altre attività) che pure hanno una funzione sociale.

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