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lunedì 6 novembre 2017

Le Università Agrarie tra perizie, consulenze, debiti, interessi e Commissari.

Se le intenzioni del Governatore del Lazio Zingaretti, ad inizio della sua legislatura, erano quelle di affrontare una seria riforme strutturali degli Enti di secondo livello, troppi e inutili, a poco meno di un anno dalle elezioni regionali possiamo affermare, con chiarezza e assoluto distacco, che il Suo progetto è fallito.

A complicare la vita di Zingaretti, oltre alle Comunità Montane, mai realmente abolite ma al contrario recentemente rifinanziate ad Agosto 2017 (anche se in realtà c'è stato solo un cambio di nome e nient'altro, ovvero da "Comunità Montane" si è passati a "Unioni di Comuni") a complicare la vita politica del PD Laziale ci sono anche le Università Agrarie, ovvero quegli Enti che operano sottotraccia, ben mimetizzati nell'intricata giungla dei livelli di governo del territorio (oltre a 378 comuni, a cinque Province e all’Ente Regione, nel Lazio, senza tener conto delle Asl e degli enti e aziende regionali,  si individuano altri 13 livelli di governo e 244 enti).

Recentemente il caso dell'Università Agraria di Valmontone (quando a seguito di dimissioni di una maggioranza del CdA, la Giunta Regionale ha disposto prima il commissariamento dell'Ente e poi, a poco meno di un paio di mesi, è tornata sui propri passi per vizi procedurali, annullando in autotutela i propri atti) ha riaperto la questione spinosa dell'inefficace ruolo svolto dalla Regione Lazio in materia di controllo sull'operato degli enti sottoposti.

A Tarquinia, il Commissario dell'Università Agraria nominato dalla Regione, con propria ed autonoma iniziativa, delibera prima modifica lo Statuto dell'Ente e poi torna sui propri passi, annullando in autotutela il suo stesso atto, vista anche l'imminente data delle elezioni per il rinnovo dei consigli di Amministrazione degli Enti Agrari, previste per il 10 dicembre. 

Se il Governo Zingaretti a Valmontone ritira in extremis il Commissario, mentre a Tarquinia tenta il ribaltone a "colpi di Statuto" a Gallicano, già nel caos, lascia tutto in balia della sorte...e per Zingaretti & Co. la questione sembrerebbe davvero spinosa, visto che da quando abbiamo cominciato a scoprire la "pentola", a qualcuno è cominciato a scarseggiare il companatico e allora come si dice in questi casi: "quando il condimento è poco, basta solo per sporcare la pentola"

Dopo quattro anni di nostre dure e martellanti iniziative - l'ultima è stata quella in cui la Regione Lazio aveva intimato all'Ex Sindaco, ora dimissionario (e comunque inadempiente)di segnalare eventuali omissioni da parte del CdA dell'Ente in merito all'aggiornamento dello Statuto, (Usi Civici Gallicano nel Lazio. Il Difensore Civico invita il Sindaco a segnalare tempestivamente alle Autorità le inadempienze dell'Ente U.A.) - sono arrivate repentine quanto inaspettate le dimissioni dei tre consiglieri di maggioranza (già citati nella nota del Difensore Civico) che "con l'intento di dare un forte segnale di discontinuità nella gestione dell'Ente..." hanno rimesso il proprio mandato a poco meno di un mese dalle elezioni. (dimissioni dalla carica dei consiglieri di amministrazione).

Saranno stati forse i giudizi pendenti nei vari Tribunali che gravano e graveranno pesantemente sulla cassa dell'Ente? Oppure le verifiche effettuate dalla Corte dei Conti, oppure i ricorsi persi contro il Consorzio Stradale? Oppure altri mille motivi a far "redimere i dimissionari"? Ma soprattutto cosa succederà ora? Difficile rispondere. 

Quello di cui siamo certi però è che, nonostante il waltzer delle poltrone, sono ancora tantissime le persone che neanche immaginano "le terre che non sanno di avere".

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