La corsa al “Parco” sta coinvolgendo tutti. Ma a noi non sembra una corsa normale. Ci appare più una competizione tra idealisti, sognatori ed incorreggibili integralisti animal-ambientalisti.
Ma aldilà delle loro scorribande, che possono interessarci fino ad un certo punto, forse è giunto il momento in cui i decisori, quelli che in particolari momenti della vita politica si dichiarano da sempre vicini al mondo rurale, prendano coscienza e si interroghino sugli effetti dannosi che tali “istituzioni” potrebbero comportare e delle effettive ricadute socio-economiche sui territori.
Occorre mettere un freno a questa dilagante moda di imporre vincoli, limitazioni che stanno causando lo spopolamento delle aree marginali e l’abbandono di tutte quelle attività legate al mondo rurale, veri cardini dell’economia locale, ristretta, d’eccellenza. Occorre ripartire dal territorio, insomma, anche quello venatorio.
Si legge spesso del territorio sottratto all’esercizio venatorio che in molte regioni è ben superiore ai limiti imposti dalla L. 157/92 e tutto questo in moltissimi casi è dovuto anche al lassismo di molte AA.VV. che preferiscono indugiare silenti per non urtare la sensibilità “altrui”. Ma i cacciatori e le loro cospicue tasse non hanno la stessa sensibilità?
Da tempo l'associazione ACR sta invitando le Istituzioni a rispettare la legge quadro sulla caccia ricalcolando il territorio cacciabile con dati certi e soprattutto aggiornati, perché il mondo venatorio lamenta da anni il depauperamento di superfici sui quali esercitare le proprie attività, dovuto in molti casi ad urbanizzazioni intensive e conseguente compromissione degli habitat ma anche da un numero considerevole di Parchi e Aree Protette, anch’esse frutto di una visione miope ed ideologica animal-ambientalista atte a limitare fortemente tutte le attività rurali anziché contrastare l'abusivismo edilizio, l'inquinamento, la distruzione dell'ambiente.
E’ notizia oramai confermata che il carteggio riguardante l’istituzione del Parco Naturale Regionale “Prenestino-Tiburtino” (comprendente parte del Comune di Roma, S.Gregorio da Sassola e Gallicano nel Lazio) sia arrivato sui tavoli degli Enti interessati e prova ancora più certa sono le numerose adesioni dei Comuni ricadenti nell’Area individuata ed anche di Comuni limitrofi.
Ci chiediamo se davvero attraverso l’imposizione di restrizioni e vincoli si possa credere ad uno sviluppo del territorio e conseguentemente ad una crescita economica delle popolazioni locali.
Ci chiediamo soprattutto perché, pur non condividendo affatto la proposta di istituzione del Parco, non si sia richiesta un’apertura collaborativa con gli allevatori e agricoltori del posto, con il mondo venatorio e della pesca, di tutte quelle attività rurali che conoscono, rispettano e traggono sostentamento da questi territori in una sana logica di convivenza e fattiva collaborazione.
Prendiamo atto anche dell’iniziativa di alcune Associazioni Venatorie dell’area Prenestina, che hanno fatto rilevare il proprio dissenso e le preoccupazioni sugli effetti che la creazione dell’Ente Parco “Prenestino-Tiburtino” potrebbe comportare sui territorio. La voce ai cacciatori prenestini va ascoltata e per questo confidiamo di condividere da oggi il percorso unitario per portare sul tavolo le diverse questioni da affrontare per veder riconosciuti i diritti dell’intera categoria di tutti i portatori del Mondo Rurale.
L’ACR vuole per questo rimarcare l’importanza di consolidare il rapporto con tutte le realtà portatrici della Cultura Rurale perché solo attraverso la condivisione delle esperienze e delle reali necessità è possibile ricreare quel sano rapporto di fiducia e collaborazione che possa servire anche da volano per la rinascita economica delle aree rurali e la tutela delle aree protette, passando dai vincoli alle opportunità, dai divieti alle regolamentazioni, dall‘integralismo animal-ambientalista all’approccio razionale di chi vive le reali problematiche del territorio, dal fanatismo al buon senso, dalla protezione assoluta alla gestione.
Roma 09.04.2021
Il Referente Regionale
Gabriele Milani
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