I numeri dell'indagine Assalco-Zoomark disegnano il
rapporto fra piccoli amici e proprietari: per il 74% vivere con Fido o Micio fa
bene al fisico e alla mente, per il 95% aiuta a combattere ansia, stress e
problemi legati alla depressione e spinge a muoversi di più
Italiani pazzi per cani, gatti e piccoli animali:
sono 60 milioni. Per loro spendiamo 2 miliardi all'anno. SIAMO letteralmente
pazzi di loro. Fido, Micio e piccoli animali fra cui pesci, uccelli, rettili e
roditori. Sono 60 milioni. Per l'esattezza 14 milioni fra cani (48,2%) e gatti
(51,8%) e 46 milioni mettendo insieme tutti gli altri. L'ottava edizione del
rapporto stilato da Assalco, l'Associazione nazionale tra le imprese per
l'alimentazione e la cura degli animali da compagnia, e dal salone bolognese
Zoomark al via oggi sulla considerazione socioculturale dei piccoli amici,
concesso in anteprima a Repubblica.it, dà un quadro estremamente ricco del
rapporto degli italiani con i loro pet. L'indagine è completata da uno studio
Gfk Eurisko condotto nei primi mesi dell'anno.
Cosa ne esce? Numeri che raccontano un grande
amore. Per esempio che gli italiani sono fermamente convinti dell'influenza
positiva della presenza di un animale da compagnia in famiglia. Gli
attribuiscono infatti la capacità di generare benessere e di favorire uno stile
di vita sano e piacevole. Viverci insieme (lo sostiene il 67% degli italiani e
il 74% dei proprietari) può far bene a fisico e psiche.
La passione degli italiani per gli animali da
compagnia. Per il 92% fanno parte della famiglia
Per il 95% accudire un cucciolo in casa produce
infatti benefici psicologici profondi come riduzione dell'ansia, diminuzione
della tensione e attenuazione dei problemi legati alla depressione. Inoltre chi
ha un cane accanto testimonia positive ricadute nel praticare più attività
fisiche all'aria aperta come passeggiare e correre insieme (94%). Se ne
avvantaggiano anche la socialità e la comunicazione: gli animali in famiglia
trasmettono infatti a gran parte dei proprietari intervistati serenità e gioia
(43% del totale) mentre tra i giovani fra i 14 e i 24 anni si accentuano
l'allegria e il divertimento (55%).
I dati di quest'anno rafforzano inoltre un'evidenza
emersa da un'altra indagine, la Iri 2014 inclusa nel settimo rapporto promosso
dalle stesse sigle. E cioè il fatto che il 92% delle persone che vivono con un
animale da compagnia ritiene di non poterne più fare a meno. Una volta accolto,
l'animale fa parte della famiglia. Un sentimento legato non solo a cani e
gatti, protagonisti d'altronde di numerosi studi che confermano questo legame e
le sue ricadute, ma anche ai pesci o agli uccellini da compagnia.
"Il legame che si può instaurare tra animali
da compagnia ed esseri umani è una relazione dinamica di reciproco
beneficio - si legge nell'indagine -
grazie alla quale, sulla base di osservazioni scientifiche e cliniche
sempre più numerose, gli animali vengono utilizzati in pratiche terapeutiche e
riabilitative destinate a malati, bambini, anziani, attraverso programmi di
'pet therapy', che possono affiancare la medicina tradizionale. Progetti del
genere sono attivi in Italia presso strutture sanitarie come l'ospedale
Niguarda di Milano, il Cardarelli di Napoli, l'ospedale pediatrico Meyer di
Firenze ma anche in comunità di recupero come quella di San Patrignano e presso
scuole, residenze sanitarie assistenziali e istituti penitenziari".
Non solo. In ogni Regione è infatti attivo almeno
un progetto di terapia assistita con animale: il Friuli-Venezia Giulia si è per
esempio dotata di Linee guida per le pratiche di "pet therapy"
nell'ottobre dell'anno scorso mentre la Regione Toscana ha approvato due mesi
dopo alcune regole per permettere ai pazienti ricoverati in ospedale di
ricevere la visita dei loro amici animali, ovviamente nel rispetto delle
esigenze sanitarie e ambientali di pazienti e animali. Ma, dal decreto del 2003
che sancì "la collaborazione con animali da compagnia ai fini di pet
therapy", sono state molte le amministrazioni a muoversi: il Veneto già
nel 2005, la Puglia nel 2008, il Piemonte nel 2010.
Anche gli ultimi interventi legislativi, nonostante
alcuni possibili scivoloni evitati sul filo di lana come quello sulla
depenalizzazione dei maltrattamenti, sembrano accompagnare questo forte
sentimento comune, specie su due ambiti precisi: le norme per la salvaguardia e
la tutela della salute e quelle per consentire a tutti di accogliere un animale
da compagnia in casa. Addirittura diverse proposte di legge, interventi
parlamentari e di associazioni puntano a includere cani, gatti, conigli, pappagallini
e criceti nel prossimo Censimento generale della popolazione, previsto per il
2021, e al loro inserimento nella Costituzione come avviene altrove, per
esempio in Austria o Germania.
"Gli
animali da compagnia sono a tutti gli effetti membri delle nostre famiglie e il
benessere che scaturisce da questa relazione è un fatto confermato da studi
scientifici e clinici - ha commentato Gianmarco Ferrari, presidente
di Assalco - per questo la cura per la loro alimentazione,
la loro igiene e il loro benessere fa
parte della quotidianità ed è sempre più importante, come conferma la crescita
a valore del nostro comparto del +2,4% nel 2014".
Un'altra parte del rapporto ha infatti toccato
proprio il tema del mercato del "pet food", cioè dei prodotti alimentari.
Per Fido e Micio spendiamo moltissimo, circa 1,8 miliardi di euro l'anno con
cui acquistiamo 544mila tonnellate di cibo. Una crescita contro ogni crisi
(+2,4% sul 2013, superiore ai livelli dell'anno precedente) pur con una lieve
flessione dei volumi. Il 54% (992
milioni di euro) finisce ai gatti, i cui padroni appaiono molto attenti, mentre
il 46% va ai cani (838 milioni).
Agli altri animali destiniamo 18 milioni di euro (uccelli 55,7%, roditori 40,7%, tartarughe 2%, pesci 1,6%) mentre tirano molto gli accessori (66 milioni di euro) e l'universo dell'igiene: shampoo, spazzole, ossi masticabili e per dentizione, deodoranti sono cresciuti del 12,8% a valore e del 10,7% a volume.
Agli altri animali destiniamo 18 milioni di euro (uccelli 55,7%, roditori 40,7%, tartarughe 2%, pesci 1,6%) mentre tirano molto gli accessori (66 milioni di euro) e l'universo dell'igiene: shampoo, spazzole, ossi masticabili e per dentizione, deodoranti sono cresciuti del 12,8% a valore e del 10,7% a volume.
Fonte: www.repubblica.it
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