Il
Comune di Borgorose, realtà rurale della provincia di Rieti, ai confini con l'Abruzzo, rientra insieme ai
comuni di Petrella Salto, Pescorocchiano e Fiamignano nel comprensorio della
Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa, istituita con L.R. 7 giugno
1990 n. 70 al fine prioritario di tutelare e ripristinare gli ecosistemi
naturali in tutte le componenti, biotiche e abiotiche, promuovere ed
organizzare il razionale e duraturo utilizzo delle risorse naturali, promuovere
lo sviluppo sociale, economico e culturale della comunità locale interessata e
promuovere e regolamentare le attività di fruizione compatibili con le finalità
di conservazione e salvaguardia dell'ambiente naturale.
Al
momento della sua istituzione il territorio della riserva naturale delle
"Montagne della Duchessa" la zoonizzazione del territorio prevedeva quattro zone di rispetto, ed in particolare nella zona "A
di riserva integrale" dove erano esclusi interventi di qualsiasi tipo e zona
"B di riserva orientata" ove erano consentiti i soli interventi
destinati alla tutela, recupero o ripristino degli ecosistemi naturali
originari, nonchè il transito per la conduzione delle attività tradizionali di
allevamento compatibili con l'ambiente.
In particolare all'art.11, strumenti di attuazione, L.R. 70/90, in merito al Piano di tutela ed utilizzo dei prati pascolo dovevano essere individuati gli eventuali interventi necessari per la salvaguardia ed il ripristino delle loro caratteristiche naturali e prossimo-naturali nonchè alla razionale fruizione zootecnica degli stessi, fatte salve le esigenze dell'uso civico di pascolo da parte della popolazione residente oltre ad indicare (lett. a) le zone, le misure e gli interventi necessari per la tutela ed il ripristino della composizione floristica naturale e prossimo-naturale associazioni di particolare interesse fito-sociologico, (lett.b) la suddivisione in zone ecologicamente omogenee del territorio destinato all'esercizio dell'uso civico di pascolo da parte della popolazione residente e le modalità di sua razionale fruizione zootecnica mediante la previsione, per le singole zone individuate, del carico ottimale e massimo tollerabile di bestiame domestico pascolante, distinto per qualità delle specie e relativi periodi; (lett.c) le eventuali zone in cui incentivare le attività zootecniche compatibili con le finalità della riserva naturale e le modalità di intervento.
In particolare all'art.11, strumenti di attuazione, L.R. 70/90, in merito al Piano di tutela ed utilizzo dei prati pascolo dovevano essere individuati gli eventuali interventi necessari per la salvaguardia ed il ripristino delle loro caratteristiche naturali e prossimo-naturali nonchè alla razionale fruizione zootecnica degli stessi, fatte salve le esigenze dell'uso civico di pascolo da parte della popolazione residente oltre ad indicare (lett. a) le zone, le misure e gli interventi necessari per la tutela ed il ripristino della composizione floristica naturale e prossimo-naturale associazioni di particolare interesse fito-sociologico, (lett.b) la suddivisione in zone ecologicamente omogenee del territorio destinato all'esercizio dell'uso civico di pascolo da parte della popolazione residente e le modalità di sua razionale fruizione zootecnica mediante la previsione, per le singole zone individuate, del carico ottimale e massimo tollerabile di bestiame domestico pascolante, distinto per qualità delle specie e relativi periodi; (lett.c) le eventuali zone in cui incentivare le attività zootecniche compatibili con le finalità della riserva naturale e le modalità di intervento.
Nel
2013 il Comune di Borgorose in qualità
di Ente gestore della Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa, ha
trasmesso alla Regione Lazio gli atti relativi alla Proposta di Piano di
Assetto della Riserva stessa,prevedendo innanzitutto un ampliamento della "zona A di riserva integrale", con ampie
porzioni di territorio in quota (con originaria destinazione di pasci-pascolo),
e l’intero complesso del Lago della Duchessa, dove per effetto delle
prescrizioni di cui alla lett c) “è vietato l’accesso al bestiame al pascolo e
all’abbeverata. Per il lago della Duchessa, è fatto salvo
il carico di
bestiame necessario al
mantenimento di idonee
condizioni dell’habitat,
tale carico di
bestiame è stabilito
dall’Ente di gestione
sulla base delle
risultanze del monitoraggio svolto in accordo con il CRA”, (ora CREA
-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria).
Da ricordare come, nel corso di anni l'Ente Gestore,circa l’utilizzazione ai fini di prati-pascolo del territorio montano, non abbia mai discusso ed approvato alcun regolamento comunale ma bensì esclusivamente commissionata una relazione tecnica denominata genericamente PIANO DI TUTELA ED UTILIZZO PRATI PASCOLO, datata 2003, che contiene una mera “Proposta di regolamento per l’esercizio del pascolo”, a cui però gli Enti interessati non hanno mai dato seguito formale.
Da ricordare come, nel corso di anni l'Ente Gestore,circa l’utilizzazione ai fini di prati-pascolo del territorio montano, non abbia mai discusso ed approvato alcun regolamento comunale ma bensì esclusivamente commissionata una relazione tecnica denominata genericamente PIANO DI TUTELA ED UTILIZZO PRATI PASCOLO, datata 2003, che contiene una mera “Proposta di regolamento per l’esercizio del pascolo”, a cui però gli Enti interessati non hanno mai dato seguito formale.
Le questioni sollevate per il Piano della Riserva Naturale della Duchessa, da molti totalmente ancora sconosciuto, riveste invero un importanza strategica anche e soprattutto per la pianificazione di un vasto territorio che comprende, oltre a quello Laziale, anche un estesa porzione del Parco Regionale Abruzzese Velino-Sirente (54.361,22 ettari).
Numerose ed importasntissime quindi le questioni sul tavolo ed è per questo che in perfetta sintonia, i rappresentati del Sindacato Venatorio Italiano, FederFauna Lazio ed l'ASBUC hanno valutato la necessitàì, quanto l'oppotunità, di proporre un prossimo incontro insieme all'Ente Gestore della Riserva con l'obiettivo principale di favorire un sereno confronto tra le parti interessate a tutela del territorio a pascolo e
della biodiversità.Gabriele Milani, in rappresentanza di FederFauna Lazio ha espresso le sue perplessità in merito: "Chiaramente, interpretando le prescrizioni realtive alla Zona A di riserva Integrale possiamo immaginare come sia stato totalmente prevaricato il ruolo della zootecnia montana che, oltre ad arrestare lo spopolamento delle zone montane
interne, rappresenta anche unha fondamentale forma di economia
sostenibile per le popolazioni locali oltre a garantire una fonte di
reddito per gli allevatori che sono iveri custodi del territorio. Migliorare le condizioni di lavoro degli
allevatori e rafforzare così un comparto produttivo fortemente in crisi, è possibile, attraverso
piani di pascolamento razionali costruiti con la condivisione di criteri per la
regolamentazione delle attività di pascolo da parte dei numerosi Enti coinvolti
e l’individuazione di forme di collaborazione nella cura concreta dei pascoli
alla luce anche dell’art. 24 L.167/2014 (c.d. “sblocca Italia”) che ha previsto
la possibilità per i Comuni di definire con apposita delibera forme di
collaborazione con i cittadini per la manutenzione e riqualificazione di beni e
aree di interesse generale".
Il Presidente dell'ASBUC di Corvaro e S.Stefano dal canto suo ci tiene a ribadire che: "I nostri allevatori sono un patrimonio perchè senza di loro tutto il territorio rimarrebbe abbandonato, perchè sono coloro che nel bene e nel male riescono a tenere il nostro territorio ancora vivibile, perchè è la loro montagna, dove i loro padri sono vissuti, con sacrifici immensi, e per questo non molleranno mai, ed insieme potremmo risultare vincitori, e l'amministrazione di cui sono presidente, sarà sempre a fianco di tutti loro, perchè è il mio territorio, il nostro territorio".
Il Presidente dell'ASBUC di Corvaro e S.Stefano dal canto suo ci tiene a ribadire che: "I nostri allevatori sono un patrimonio perchè senza di loro tutto il territorio rimarrebbe abbandonato, perchè sono coloro che nel bene e nel male riescono a tenere il nostro territorio ancora vivibile, perchè è la loro montagna, dove i loro padri sono vissuti, con sacrifici immensi, e per questo non molleranno mai, ed insieme potremmo risultare vincitori, e l'amministrazione di cui sono presidente, sarà sempre a fianco di tutti loro, perchè è il mio territorio, il nostro territorio".
Perplessità sono emerse anche dal delegato del Sindacato Venatorio Italiano per il Comune di Borgorose
- Federico Marzuolo, che oltremodo si chiede come: "sarebbe interessante capire quali possano essere le differenze normative, tra Riserva Regionale e Parco Nazionale, in merito proprio al diritto degli usi civici (legnatico, pasci-pascolo- risorse idriche...),
alla viabilità, alla normativa sulle aree confinanti o aree contigue ed in
generale a tutte le attività che permettano la fruibilità del territorio da parte delle popolazioni residenti" - e continua Marzuolo - "come
Sindacato Vemnatorio Italiano ci impegneremo affinchè venga data massima
diffusione di ciò che è in programma da anno nel nostro territorio, cercando di
sensibilizzare le Istituzioni tutte sulle problematiche più importanti prima
della definitva approvazione del Piano di Assetto".
Il Piano di Assetto della Riserva entra quindi nel vivo della discussione e non si esclude le necessità e l'opportunità di coinvolgere direttamente anche i paesi confinanti Abruzzesi per una chiara e condivisa Pianificazione dell'intero territorio montano.
Il Piano di Assetto della Riserva entra quindi nel vivo della discussione e non si esclude le necessità e l'opportunità di coinvolgere direttamente anche i paesi confinanti Abruzzesi per una chiara e condivisa Pianificazione dell'intero territorio montano.
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