Furti di cavalli, gli allevatori lanciano allarme
L’ipotesi è che ci sia in zona un macello clandestino. Oltre agli equini, rubate anche mucche
di GRAZIAROSA VILLANI
BRACCIANO - Allevatori in grande allarme in tutta la zona di Bracciano per i crescenti furti di cavalli e vacche. L’ultimo furto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsa. Rubati in particolare tre cavalli ad un veterinario. L’allarme sta montando di giorno in giorno. Si calcola che dall’inizio dell’anno siano oltre ottanta i capi, tra cavalli e vacche, rubati nottetempo in zona. Si comincia a pensare che in zona sia stato allestito un macello clandestino dove gli animali, una volta sottratti ai legittimi proprietari, vengono immediatamente macellati in modo da far sparire ogni traccia di vello. Alcune indiscrezioni circolate sui social parlano anche di macellerie “legali” che si approvvigionerebbero con carne sottratta illecitamente. Un allevatore della zona si è visto rubare in una sola notte ben tredici cavalli. Sotto tiro in particolare le aree attorno a Castel Giuliano, le campagne verso Manziana, l’area del Sambuco. Ma il fenomeno può dirsi esteso all’intero territorio di Bracciano. I carabinieri della locale stazione sono al corrente dei fatti. Numerose infatti le denunce presentate. Ma ad oggi i responsabili di abigeato non sono stati individuati. Secondo l’Arma sarebbe necessaria la flagranza di reato. Avviti, fanno sapere dalla Compagnia di Bracciano, alcuni controlli anche se sulle indagini ancora nulla è stato fatto trapelare. Le denunce, tuttavia, sarebbero in numero minore rispetto ai furti realmente compiuti. I malviventi agiscono in genere nel corso della notte tra le tre e le quattro. Giorno preferito per il colpo, secondo una prima analisi, sarebbe il venerdì. I cavalli rubati sono per lo più mezzosangue. Non mancano quelli di razza tolfetana. Anche le vacche, da quanto si è appreso, sono di razza maremmana. Nell’ambiente cresce la preoccupazione anche perché non ci si sente abbastanza tutelati dalle forze dell’ordine. Alcuni dei cavalli hanno il microchip in linea con la più recente normativa in materia. Molto probabile che i malviventi si avvalgano di basisti in grado di segnalare le “prede” migliori, gli spostamenti degli allevatori, i percorsi da seguire. Non è la prima volta che il territorio viene fatto oggetto di abigeato. Ma gli episodi più eclatanti risalgono ormai agli anni Novanta del secolo scorso. E’ evidente che in questo periodo nuovi appetiti si sono levati sulla zona, facendo leva sulla presenza di molti allevatori di capi di bestiame e sulla passioni di molti per i cavalli per lo più per escursioni, in linea con la tradizione buttera locale.
Fonte: civonline.it
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