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lunedì 19 febbraio 2018

Legna da ardere: il rapporto prezzo_fregatura. Seconda puntata

Oggi parliamo della stagionatura.
Come si fa ad ottenerne una compatibile con l’utilizzo?La risposta è molto semplice.
La regola non scritta, che vale dalla notte dei tempi, prevede l’acquisto del materiale nel periodo primavera- estate, di modo che possa godere di un congruo numero di mesi caldi per seccarsi a dovere.
Chi ha qualche carnevale in più, infatti, si ricorda che nelle case contadine era usanza andare a “boscare” (gergale che significa “abbattere”) i rispettivi lotti nel periodo tra l’autunno e l’inverno, seguendo precisamente il lunario.
D’estate non si andava, se non in montagna da parte di chi l’abbattitore lo faceva di mestiere, perché le impellenze arano altre.
Il materiale, poi, una volta lavorato, sarebbe stato accatastato per l’inverno successivo, appunto perché per allora sarebbe risultato pronto.
Regoletta semplice, come vedete, e di buon senso.
Sorpresa! Vale anche nell’era di internet!
Sembra incredibile ma sarebbe importantissimo che il legno venga abbattuto in luna vecchia e, possibilmente, prima della gemmazioneo a foglia adulta, o quando questa è totalmente caduta.
Ciò perché l’afflusso della linfa di fotosintesi risente direttamente della vicinanza del satellite terrestre e nelle fasi di sviluppo e crescita i vasi cribrosi e legnosi (le vene/arterie, chiamiamole così, della pianta) ne vengono irrorati maggiormente. Tale irrorazione è facilitata con la luna nuova.
Così, se l’essenza in questione viene lavorata nel periodo sbagliatotenderà a seccarsi con più fatica e l’eccesso di umidità, dovuta alla presenza massiccia del liquido clorofilliano, renderà la stessa più vulnerabile al tarlo e ad altre bestioline. 
Più umido è il legno, più è lavorabile, anche dagli animali.
Ricordate cosa vi dicevo sui tronchi da lavorazione?
Naturalmente, per questioni di mera produzione, le vecchie regole di cui vi ho testé parlato non sono più rispettate: il mercato, per come si è lasciato che strutturasse, non ne consente la sistematica applicazione e gli addetti boschivi hanno bisogno di stipendi anche in luna nuova.
Da qui la necessità assoluta che il materiale venga acquistato all’inizio del caldo e consumato entro la stagione, pena, nel primo caso, un faticoso rendimento e, nel secondo, la perdita di consistenza e durata del legno durante l’utilizzo.
Ciò vale soprattutto per chi vanta tecnologie a ventilazione controllata come un caminetto termoventilato.
Vi starete chiedendo se la stagionatura non debba essere garantita dal venditore.
La cosa potrebbe anche funzionare così, basta che il cliente si rassegni a pagare la maggiorazione che la perdita del peso, subita durante la giacenza in magazzino dal materiale, comporta: il commerciante ha pagato quei quintali persi con l’essiccazione e non può rinunciare al corrispondente denaro, pena il fallimento.
Il faggio, per fare un esempio, può superare anche il 30% del calo dal commerciante all’utilizzatore finale.
Pertanto, per stare nel corretto (intendo che il commerciante a giusto prezzo faccia risultare il peso corretto), al prezzo di cui vi abbiamo parlato nel precedente articolo, per pretendere materiale subito secco, dovreste aggiungere una maggiorazione pari almeno al 30%.
Nel caso non siate disposti a ciò, bisogna che vi rassegnate a fare come si è sempre fatto.
La terza via non è data.
Ah, quando dico che il faggio cala del 30% c.ca da commerciante a cliente, non significa che il volume del carico acquistato si riduce nella medesima proporzione....
Quell’ effetto è molto più contenuto. Ma su questo ci ritorniamo su, promesso....
Fonte:www.dovatu.it

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