Non e' la rete elettrica e nemmeno quella del web:
il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha "osato toccare" la rete delle
gabbie dei canili gestiti dalle associazioni animaliste, rete di interessi che
FederFauna denuncia da tempo, ed ora si trova "sotto assedio".
Ma veniamo ai fatti: il 22 maggio scorso la giunta
capitolina si fa carico di un capitolo spinoso, quello dei randagi. In un
comunicato ufficiale del PD di Roma, l'assessore Estella Marino, comunica i
risultati di un'indagine sulle strutture di accoglienza per i randagi della
capitale. I dati sono sconcertanti, a fronte della valanga di fondi pubblici
spesi. Viene dunque approvata all'unanimita' la delibera 148/2014 che prevede
la chiusura di strutture inadeguate ed inadeguabili e l'affidamento degli
animali a strutture a norma tramite gare d'appalto, nell'interesse di tutti,
animali compresi.
Gli animalisti, a cui Marino ha toccato
"l'osso", gridano allo scandalo. Scendono in piazza a protestare,
fanno le fiaccolate. Partono pesanti accuse al Sindaco e dai vari blog e si
reitera la solita litania di indignazione. I termini sono sempre i soliti:
lager, deportazione, vivisezione ecc.: collaudato metodo di comunicazione per
far leva sull'emozione irrazionale.
La realta' e' un'altra. I canili e la loro gestione
animalista non risolvono il problema, anzi, dal 1991 (anno di promulgazione
della legge 281 da loro voluta) ad oggi, i numeri dicono esattamente il
contrario: il randagismo e' aumentato. E il randagismo di Roma (e non solo di
Roma) e' divenuto un'altra icona dello sfacelo sud-europeo come la mafia, la
corruzione, lo sperpero di fondi pubblici, la dolce-vita di furbi e
sfaccendati.
Ma gli animalisti, se qualcuno glielo fa presente,
si indignano. Tra i piu' indignati c'e' Simona Novi (canile di Porta Portese),
che ha da difendere la sua AVCPP: un apparato da oltre cento dipendenti
(documentati in audizione in Commissione Affari Sociali), anche se
l'associazione continua a chiamarli "volontari".
Ma anche Monica Cirinna', Senatrice anche lei del
PD, ma da sempre vicina agli animalisti e che evidentemente ritiene vadano
difesi i loro privilegi consolidati, minaccia addirittura di incatenarsi alle
gabbie per non far portare via i cani.
Invece, Marco Ciarafoni, portavoce nazionale degli
Ecologisti Democratici, giudica positivamente l'intenzione della giunta,
soprattutto, se saranno gli animali a trarne i vantaggi e non coloro che ne
hanno fatto una "mission interessata". Dichiara: "Ho avuto
l'impressione che dietro la gazzarra inscenata dai manifestanti ci siano piu'
gli interessi delle associazioni che la tutela del benessere animale. Ho
trovato anche l'intervento di Monica Cirinna' imbarazzante e fuori luogo ed
assolutamente irresponsabile per chi rappresenta il PD nelle istituzioni."
Gli replica nuovamente Simona Novi, dicendosi
"mossa da sentimenti veri, da forza interiore e da onesta', oltre che
anche lei tesserata PD dai tempi di Berlinguer": solita ideologia
animalista per cui e' un'etichetta a fare i buoni e i cattivi.
Ma a questo punto altri animalisti entrano nella
mischia: il Partito animalista europeo stigmatizza gli stipendi dei
"volontari" della Novi, denunciando che assorbano oltre l'80% dei
fondi versati dal Comune. Altro che gli animali!... Stavolta la Novi ammette,
rivendicando presunte necessita' di accudire gli animali. Crolla quindi il
castello di favole del "volontariato", altra realta' piu' volte
denunciata da FederFauna: le Onlus animaliste gestiscono giri di soldi
esorbitanti, da s.p.a., ma con i privilegi del no profit.
Nella bagarre non poteva mancare il Movimento
5Stelle di Beppe Grillo, che fedele alla nuova vocazione di destra, si ritrova
a difendere gli antichi e torbidi privilegi capitolini ed attaccare il Sindaco.
Sindaco che, appunto, ora si trova sotto assedio.
Gli animalisti hanno addirittura creato su Facebook una pagina intitolata
"assalto animalista in Campidoglio".
Certo, affidare a regolare gara d'appalto un
servizio che parrebbe da sempre essere stato gestito in modo clientelare e' un
bell'affronto.
Il comune avrebbe anche il vantaggio di non dover
piu' spendere soldi pubblici per adeguare strutture che rappresentano un debito
eterno, ma anche qui si sa, non fare appalti e' un vantaggio per i cittadini ma
non per tutti, dipende dai punti di vista.
Attorno ai canili pubblici girano anche gli interessi della sanita'
(veterinari), del soccorso ecc., tutte cose che se privatizzate toglierebbero
rendite e posti.
E gli animalisti tremano, anche perche' l'esempio
romano potrebbe diventare virale e sconvolgere il loro giro d'affari in tutta
Italia.
Di positivo c'e' che questa volta pare che anche i
media non diano loro piu' grande attenzione: riportano come si ritrovino in
pochi.
L'aria forse sta cambiando e la crisi aiuta a capire che le tasse non sono soldi di
nessuno ma di tutti, e vanno spesi con attenzione e responsabilita'.
Speriamo che finalmente qualcuno si trasferisca
altrove, lasciando spazio al cambiamento della nuova politica e smettendo di
speculare su cittadini e animali.
Fonte: Ufficio Stampa FederFauna
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