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mercoledì 18 giugno 2014

Canili Roma. Attento Sindaco Marino, ''chi tocca la rete muore''!

16 Giugno 2014 Stampa     

Non e' la rete elettrica e nemmeno quella del web: il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha "osato toccare" la rete delle gabbie dei canili gestiti dalle associazioni animaliste, rete di interessi che FederFauna denuncia da tempo, ed ora si trova "sotto assedio".
Ma veniamo ai fatti: il 22 maggio scorso la giunta capitolina si fa carico di un capitolo spinoso, quello dei randagi. In un comunicato ufficiale del PD di Roma, l'assessore Estella Marino, comunica i risultati di un'indagine sulle strutture di accoglienza per i randagi della capitale. I dati sono sconcertanti, a fronte della valanga di fondi pubblici spesi. Viene dunque approvata all'unanimita' la delibera 148/2014 che prevede la chiusura di strutture inadeguate ed inadeguabili e l'affidamento degli animali a strutture a norma tramite gare d'appalto, nell'interesse di tutti, animali compresi.
Gli animalisti, a cui Marino ha toccato "l'osso", gridano allo scandalo. Scendono in piazza a protestare, fanno le fiaccolate. Partono pesanti accuse al Sindaco e dai vari blog e si reitera la solita litania di indignazione. I termini sono sempre i soliti: lager, deportazione, vivisezione ecc.: collaudato metodo di comunicazione per far leva sull'emozione irrazionale.
La realta' e' un'altra. I canili e la loro gestione animalista non risolvono il problema, anzi, dal 1991 (anno di promulgazione della legge 281 da loro voluta) ad oggi, i numeri dicono esattamente il contrario: il randagismo e' aumentato. E il randagismo di Roma (e non solo di Roma) e' divenuto un'altra icona dello sfacelo sud-europeo come la mafia, la corruzione, lo sperpero di fondi pubblici, la dolce-vita di furbi e sfaccendati.
Ma gli animalisti, se qualcuno glielo fa presente, si indignano. Tra i piu' indignati c'e' Simona Novi (canile di Porta Portese), che ha da difendere la sua AVCPP: un apparato da oltre cento dipendenti (documentati in audizione in Commissione Affari Sociali), anche se l'associazione continua a chiamarli "volontari".
Ma anche Monica Cirinna', Senatrice anche lei del PD, ma da sempre vicina agli animalisti e che evidentemente ritiene vadano difesi i loro privilegi consolidati, minaccia addirittura di incatenarsi alle gabbie per non far portare via i cani.
Invece, Marco Ciarafoni, portavoce nazionale degli Ecologisti Democratici, giudica positivamente l'intenzione della giunta, soprattutto, se saranno gli animali a trarne i vantaggi e non coloro che ne hanno fatto una "mission interessata". Dichiara: "Ho avuto l'impressione che dietro la gazzarra inscenata dai manifestanti ci siano piu' gli interessi delle associazioni che la tutela del benessere animale. Ho trovato anche l'intervento di Monica Cirinna' imbarazzante e fuori luogo ed assolutamente irresponsabile per chi rappresenta il PD nelle istituzioni."
Gli replica nuovamente Simona Novi, dicendosi "mossa da sentimenti veri, da forza interiore e da onesta', oltre che anche lei tesserata PD dai tempi di Berlinguer": solita ideologia animalista per cui e' un'etichetta a fare i buoni e i cattivi.
Ma a questo punto altri animalisti entrano nella mischia: il Partito animalista europeo stigmatizza gli stipendi dei "volontari" della Novi, denunciando che assorbano oltre l'80% dei fondi versati dal Comune. Altro che gli animali!... Stavolta la Novi ammette, rivendicando presunte necessita' di accudire gli animali. Crolla quindi il castello di favole del "volontariato", altra realta' piu' volte denunciata da FederFauna: le Onlus animaliste gestiscono giri di soldi esorbitanti, da s.p.a., ma con i privilegi del no profit.
Nella bagarre non poteva mancare il Movimento 5Stelle di Beppe Grillo, che fedele alla nuova vocazione di destra, si ritrova a difendere gli antichi e torbidi privilegi capitolini ed attaccare il Sindaco.
Sindaco che, appunto, ora si trova sotto assedio. Gli animalisti hanno addirittura creato su Facebook una pagina intitolata "assalto animalista in Campidoglio".
Certo, affidare a regolare gara d'appalto un servizio che parrebbe da sempre essere stato gestito in modo clientelare e' un bell'affronto.
Il comune avrebbe anche il vantaggio di non dover piu' spendere soldi pubblici per adeguare strutture che rappresentano un debito eterno, ma anche qui si sa, non fare appalti e' un vantaggio per i cittadini ma non per tutti, dipende dai punti di vista.  Attorno ai canili pubblici girano anche gli interessi della sanita' (veterinari), del soccorso ecc., tutte cose che se privatizzate toglierebbero rendite e posti.
E gli animalisti tremano, anche perche' l'esempio romano potrebbe diventare virale e sconvolgere il loro giro d'affari in tutta Italia.
Di positivo c'e' che questa volta pare che anche i media non diano loro piu' grande attenzione: riportano come si ritrovino in pochi.
L'aria forse sta cambiando e la crisi  aiuta a capire che le tasse non sono soldi di nessuno ma di tutti, e vanno spesi con attenzione e responsabilita'.
Speriamo che finalmente qualcuno si trasferisca altrove, lasciando spazio al cambiamento della nuova politica e smettendo di speculare su cittadini e animali.

Fonte: Ufficio Stampa FederFauna

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