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mercoledì 18 giugno 2014

Canili Roma: interviene Michele Visone, AssoCanili

Visone (AssoCanili): Quando il benessere animale ha solo un valore "simbolico" rispetto ad interessi opinabili

Marino, decide di adeguare i canili, che in una società normale dovrebbe essere un iniziativa opportuna e auspicabile, visto che versano in condizioni tali da non assicurare il benessere degli animali ospitati, e chi si oppone? Chi dovrebbe essere stato il promotore di tali adeguamenti affinchè i cani ospitati avessero il dignitoso trattamento malgrado l’incolpevole detenzione in un canile.
E’ chiaro a tutti che Marino ha “attentato” ad un interesse che potrebbe mettere in discussione un monopolio di chi in venti anni di gestione economica del mercato nazionale sul randagismo continua a galleggiare su slogan e frasi pietistiche. Diventa difficile non concordare con Marco Ciarafoni ed Angelo Troi che nei loro interventi sulla questione, hanno sottolineato la palese difesa di un interesse che nulla ha a che fare con il benessere degli animali. E’ singolare come fino ad ora nessuno aveva posto l’attenzione sulle condizione strutturali dei canili che ospitavano i cani e sulle modalità di gestione.
Ma la questione è ormai vecchia, questo interesse in Italia, che per il 75% è nelle mani di un mondo associazionistico, continua ad essere affrontato con soliti appelli e slogan pietistici finalizzati a creare nella gente il principio che il benessere animale possa e sia garantito da un etichetta.
La gestione delle strutture e degli animali dovrebbe prescindere dalle etichette. Privati o Associazioni vanno repressi ed annientati quando non gestiscono in modo corretto e competente gli animali. La modifica della 281/91 dovrebbe creare le condizioni e le regole capillari della gestione dei canili. Ma le proposte di una parte continuano a puntare su un sistema di monopolizzazione che nulla ha a che fare con l’assicurazione del benessere animale. Noi abbiamo fatto una serie di proposte che danno l’idea che il punto non può essere improntato su gestioni di carattere ideologico, ma solo ed esclusivamente su competenze, qualità e professionalità a carattere reale e non certo autoreferenziali.
Livello delle mortalità, figure professionali obbligatorie, quali educatori per la formazione dei cani e dove opportuno il recupero, procedure di gestione certificate, valutazione sulle campagne di sensibilizzazione, limiti sulla movimentazione cani ( e sarebbe opportuno parlare delle deportazioni e di chi le gestisce) ecc, queste sono alcune delle nostre proposte che, non sono state prese in considerazione da chi continua a sostenere un sistema la cui unica capacità riconoscibile in questi anni è stata quella della costruita popolarità mediatica. Queste proposte necessiterebbero di investimenti da parte di chi gestisce le strutture e questo per qualcuno sarebbe non auspicabile visto che di proprio non investe.
Il volontariato vero in Italia va tutelato, esso è una fonte indispensabile al settore e non può essere sfruttato da chi si continua a nascondere dietro bandiere ed etichette vendendosi per animalista ed utilizzando il 70% dei propri introiti, acquisiti da contributi dei cittadini, per la promozione ed il
mantenimento delle proprie organizzazioni.
Si continua a tentare di occupare le istituzioni per monopolizzare il settore, non bastano le monopolizzate Commissioni Regionali dove si tutelano interessi propri invece che benessere degli animali, adesso manca il garante, che potrebbe essere opportuno, ma che non abbiamo dubbi che debba essere di una parte, perché è sempre più necessario “ garantire” una parte non certo i cani. Facciamolo questo garante ma facciamo in modo che garantisca gli animali e non le etichette.
Chiudo con la mia solita frase che credo identifichi il problema italiano: “differenziamo chi da una passione si inventa un progetto, da chi da un progetto si inventa una passione”.

Autore: Michele Visone, Presidente Nazionale AssoCanili, Consigliere FederFauna

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