È uscito di scena in sordina, senza i riflettori che ne hanno accompagnato la vita e la carriera da artista sotto il tendone del circo. Nando Orfei, cognome che evoca una delle famiglie più note e antiche del mondo circense in Italia, è morto oggi all'ospedale San Raffaele di Milano. Aveva 80 anni, il vecchio leone stremato da una lunga malattia, lui che i leoni, le tigri e gli elefanti aveva saputo tenere a bada con dolcezza, guardandoli negli occhi senza paura e sempre con rispetto.
Agli animali, la grande attrazione di sempre , il suo circo aveva rinunciato negli ultimi anni, perché – aveva confessato con un po’ di amarezza - non si potevano più ignorare le proteste e il boicottaggio dello spettacolo da parte degli animalisti. E così con il suo “Magico Circo” aveva dovuto inventare un altro copione. Lui che con i due fratelli Liana e Rinaldo negli anni Settanta aveva portato a un nuovo splendore il circo, assediato dalla tv e dal cinema, con un sontuoso e sfavillante chapiteau che racchiudeva tre piste, con troupe internazionali di artisti che si esibivano in tre spettacoli contemporaneamente. Il mitico Circo delle Mille e Una Notte che aveva affascinato e sedotto Fellini.
Non fu un caso che proprio Nando fu chiamato a lavorare in Amarcord e ne I Clowns. Come un regista che non può sempre fare lo stesso film, Nando ha saputo rinnovare la propria vocazione che lo ha visto giovane acrobata poi giocoliere, domatore e insieme grande anima della dinastia.
Negli ultimi anni, con i tre figli Paride, Ambra, Gioia e la moglie Anita aveva dato vita e vigore a un nuovo spettacolo attingendo alle proprie origini e alle proprie tradizioni, con l’Antico Circo Orfei. Un marchio garantito da oltre cent’anni.
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