Dopo una giornata lunga e movimentata, con 165 sì e 111 no (due gli astenuti), il governo incassa la fiducia sul Jobs Act.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scritto su Twitter: ''Molto bene sul Jobs act. Adesso decisi e determinati su semplificazione fisco''
Ecco, in sintesi, cosa cambia:
A neoassunti solo indennizzo per licenziamenti economici - Per i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, si va all'eliminazione del reintegro per i licenziamenti economici, che viene sostituito dal solo indennizzo "certo" e crescente, appunto, con l'anzianità.
Sì al reintegro per disciplinari gravi - Sì alla possibilità del reintegro, invece, per i licenziamenti ingiustificati di natura disciplinare "particolarmente gravi", le cui fattispecie saranno poi specificate nel decreto delegato. Sempre per i neoassunti.
Resta il reintegro per i licenziamenti discriminatori - Come più volte ribadito, il reintegro previsto dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori resta per i licenziamenti discriminatori.
Contratti "stabili" meno onerosi - Nel maxi-emendamento presentato dal governo si punta a promuovere il contratto a tempo indeterminato "come forma privilegiata" rendendolo "più conveniente rispetto agli altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti". L'obiettivo è che il contratto a tutele crescenti "costi meno, sia più attrattivo e contenga meno incertezze e, quindi, incentivi l'imprenditore ad investire e assumere di più.
Meno tipologie di contratto, stop ai co.co.pro - La scelta è per un "drastico" riordino delle tipologie contrattuali, con l'abolizione delle forme "più permeabili agli abusi e più precarizzanti, come i contratti di collaborazione a progetto". Il fine è definire un Testo organico semplificato dei contratti e rapporti di lavoro.
Possibile cambiare mansioni, ma senza toccare il salario - Sì alla revisione delle mansioni del lavoratore (altro punto regolato fino ad oggi dallo Statuto dei lavoratori all'articolo 13) in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale su "parametri oggettivi", per "la tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita" ma anche "economiche", con limiti alla modifica dell'inquadramento. E quindi al demansionamento. Nella revisione delle mansioni anche la contrattazione aziendale e territoriale può individuare "ulteriori ipotesi".
Per i voucher resta il tetto dei 5mila euro - Il ricorso ai voucher viene esteso ma torna il tetto dei 5mila euro l'anno, elevato nel testo di partenza della delega sul lavoro.
1,5 miliardi per nuovi ammortizzatori, tutele per un milione di persone in più - Il governo assume l'impegno a finanziare con 1,5 miliardi aggiuntivi i nuovi ammortizzatori sociali. L'obiettivo è di estenderli. In tutto sul piatto ci sono 11-12 miliardi, come spiegato dal responsabile economico del Pd Filippo Taddei, e tutele per un milione di persone in più. Si punta anche sulle politiche attive e su una maggiore tutela della maternità.
Salario minimo anche ai collaboratori - Resta l'obiettivo di introdurre "eventualmente anche in via sperimentale" il compenso orario minimo anche per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, nei settori non regolati da contratti nazionali.
Ferie solidali - Confermata la possibilità per il lavoratore che ha un plus di ferie di cederle a colleghi che ne abbiano bisogno per assistere figli minori che necessitano di cure.
Contratti di solidarietà "espansivi" per maggiore occupazione - Si punta a semplificare e ad estendere il campo di applicazione dei contratti di solidarietà potenziandone l'utilizzo in chiave "espansiva", per aumentare cioè l'organico riducendo l'orario di lavoro e la retribuzione del personale.
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