Il ministero della salute conferma: Macellare in casa i maiali per destinarne le carni all'uso domestico si può. Eccome. Non c'è alcuna controindicazione.
La tradizione è salva. Mario Rigoni Stern, sublime cantore nelle "Stagioni di Giacomo" di un rito caro alla memoria ma tuttora diffuso nel Vicentino e nel Veneto, può riposare in pace. E le famiglie dell'Alto Vicentino che, fino ad oggi, hanno abbattuto il suino in casa per preparare salami, sopresse, salsicce e cotechini da consumare per tutto il tempo dell'anno, potranno continuare a farlo.
La vicenda era iniziata a metà ottobre quando i sindaci dei 32 Comuni che fanno parte dell'Ulss 4 (Alto Vicentino) si erano visti recapitare la circolare firmata da De Stefani. Un fulmine, come si dice, a ciel sereno. Da 86 anni tutto è andato liscio e nessuno si era mai sognato di mettere in dubbio una consuetudine che si tramanda, da generazioni, di padre in figlio. De Stefani aveva motivato il suo veto rifacendosi a un decreto che, sotto il sigillo monarchico di Vittorio Emanuele III, stabilisce come la macellazione ad uso privato, fuori di un macello pubblico, di animali destinati all'alimentazione, può essere permessa dal sindaco solo in via eccezionale.
Subito sono fioccatele proteste. Anche perché negli 89 Comuni delle altre 3 Ulss della provincia - Vicenza, Arzignano, Bassano - la macellazione a domicilio prosegue senza problemi. I sindaci, anche quest'anno, hanno autorizzato chi è in possesso del nulla-osta sanitario a macellare in casa fino a un massimo di due suini per nucleo familiare, osservando ovviamente tutte le regole che si ripetono da anni per tutelare l'igiene pubblica ed evitare sofferenza all'animale. La stessa cosa accade in tutti gli altri Comuni del Veneto. Ma nell'Alto Vicentino era stata vietata. Lo era, perché adesso il Ministero ha chiuso la questione.
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