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venerdì 25 maggio 2018

Roma. L'ecopastorizia in città. Sarà un idea folle davvero?

Vashon Island, sobborgo di Seattle, 2004.
Tammy Dunakin, le sue dieci pecore ed il fido cane pastore, un sito internet dove dispensa consigli a chi ha intenzione di muovere i primi passi per avviare un fidato «noleggio di capre» e..l'impresa è fatta!
Dunakin ha iniziato così nel 2004, partendo da zero ed arrivando ad affermare la sua idea con grande successo in tutto il mondo, perchè con «l'affitto» di un gregge più o meno nutrito di capre, si può rasare a zero il prato di qualunque giardino, parco o ranch, e l'idea è perfettamente in linea con i migliori dettami ecosostenibili che sta prendendo sempre più piede in Usa, Canada e Australia per svariati motivi: le capre assolvono perfettamente il compito di tosaerba, non inquinano e permettono di risparmiare.
A Parigi nel 2011 la pulizia dei duemila metri quadrati di verde che circondano l’edificio degli Archivi di Parigi, nel diciannovesimo arrondissement, ai confini della circonvallazione (e dunque della civiltà), era stata affidata a quattro pecore. Pascolano, mangiano l’erba e la concimano, senza costi né economici né ambientali. E poi, a differenza dei giardinieri a due zampe, non chiedono aumenti di stipendio e non scioperano...
La storia dell’Occidente industrializzato ha sempre visto le macchine soppiantare gli animali nel lavoro nei campi ed in Italia  il noleggio delle capre è poco noto, ma non per Nora Kravis, veterinaria newyorkese che trent’anni fa ha lasciato i grattacieli di Manhattan per ‘sposare’ le colline chiantigiane, che ha rilanciato questa soluzione innovativa, ecologicamente inappuntabile per ripulire terreni agricoli abbandonati che si vogliono riportare alla produzione estendendo il servizio anche a piccoli privati con la possibilità di noleggiare una sola capra... 
Così anche ad Aliminusa, in provincia di Palermo, dove la soluzione l'hanno trovata una capra ed alcune pecore da un idea del sindaco Filippo Dolce, che ha pensato di impiegare ovini e caprini dello zoo del paese, risparmiando ben cinquemila euro l'anno, la somma che sarebbe stata pagata ad un giardiniere "umano" per pulire le aiuole. La capra e le pecore sono "guidate" da un operatore ecologico che, dopo avere spazzato le strade e sistemato i prati, "avvia" gli animali al pascolo....
Ora tocca a Roma, dove l'esercito di "Dolly" sta per conquistare le aree agricole lasciate per anni nell'incuria e nel disinteresse:  
- IV Muncipio: Parco d'Aguzzano; 
- V Municipio: Parco Casacalda, Parco Tobagi, Parco Centocelle, Parco Palatucci (zona acquedotto);
- VI Muncipio: Parco Via Gastinelli;
- VII Municipio: Tor Vergata, Parco degli Acquedotti;
- IX Muncicipio: Parchi campagna Spinaceto, Parco Via Malpeli, Parco Tor de Cenci, Parchi Mostacciano e Casal Brunori, Parco Achille Campanile, Parco Orsa Maggiore, Parco Boschiero-Devitis;
- XI Municipio: Parco Pino Lecce;
- XIV Munciipio: Parco Valle Aurelia, Parco del Pineto;
- XV Municipio: Tenuta dell'Inviolatella Borghese, Tenuta dell'Inviolatella-Tor Crescenza-Acqua Traversa.

La Sindaca di Roma, suo malgrado, non ha certamente inventato nulla di nuovo e sebbene la sua proposta abbia alimentato il sarcasmo di alcuni suoi predecessori, altri invece ricordano bene quando nel 2016 partì il primo progetto "innovativo" di ecopastorizia a guida PD nel V Municipio Prenestino-Casilino, con la fienagione del Parco di Centocelle, naufragato poi con "Mafia Capitale".
E allora, chiaramente, visti i tempi di forti restrizioni, perchè non pensare almeno una volta ad offrire una seconda vita, una seconda possibilità ai piccoli ruminanti, magari fare impresa e sviluppare nuove forme di cooperazione con il mondo agricolo e zootecnico e perchè no magari anche a...."salvare capre e cavoli"... 



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