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mercoledì 28 gennaio 2015

IMU AGRICOLA, il Governo “esenta” altri 2mila comuni: scadenza rinviata al 10 febbraio

Roma - Sul filo di lana, quando mancavano tre giorni alla scadenza del pagamento dell’Imu agricola, il governo ha varato in un consiglio dei ministri straordinario un decreto legge che rivede i contestati criteri altimetrici per il pagamento dei comuni montani introdotti con decreto interministeriale il 28 novembre scorso tornando ai vecchi parametri Istat.
Il decreto torna ad esentare quindi tutti i comuni montani e, nei comuni parzialmente montani, vengono esentati tutti i terreni di proprietà o in affitto a imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. Questo allarga la platea dei comuni esenti a 3456 (prima erano 1498); 655 i comuni parzialmente esenti.
Per chi dovrà comunque pagare l’Imu agricola, non rientrando nei parametri di esenzione, il termine di pagamento è stato posticipato al 10 febbraio. «Abbiamo lavorato per una soluzione definitiva e strutturale della vicenda Imu sui terreni montani. Con il decreto di oggi abbiamo risolto i problemi amministrativi sopravvenuti e tutelato ancora di più coloro che vivono di agricoltura nei territori rurali» - osserva il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina che per risolvere la vicenda si era incontrato stamane con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan trovando un’intesa a favore delle richieste del mondo agricolo, spalleggiato anche da un’ampio schieramento politico, e con buona pace dei circa 100 milioni, secondo la stima del viceministro del Mipaaf Andrea Olivero («ma è giusto fare questo sforzo e non caricare di ulteriori pesi i comuni montani») che mancherebbero all’appello degli incassi del Fisco.
«Una soluzione positiva che risolve la controversa questione dell’Imu agricola, tenendo conto delle indicazioni del Parlamento e ripristinando, così, criteri più equi e rispettosi della condizione degli agricoltori» - è il commento del sottosegretario al Mef, Pier Paolo Baretta. «La scelta di comprendere nei nuovi criteri anche il 2014 - aggiunge - chiude positivamente la vicenda».
In chiaroscuro le posizioni delle organizzazioni agricole. Coldiretti apprezza l’esito e sottolinea come il premier Renzi e il ministro Martina «abbiano dimostrato grande sensibilità nei confronti di quanti vivono e lavorano nelle aree di montagna, dove svolgono un ruolo di presidio del territorio insostituibile per l’intera collettività». Copagri si dice invece insoddisfatta e dice che quanto determinato «non risolve assolutamente la questione e, anzi, l’agricoltura si trova a pagare la necessità di fare cassa».

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