RADDOPPIA IL PREZZO PER IL PECORINO ROMANO
Le quotazioni all’ingrosso del Pecorino Romano, stanno per sfondare i 9 euro/kg, un valore superiore per la prima volta nella storia a quelle del Parmigiano Reggiano, il più apprezzato e imitato formaggio di latte vaccino del mondo. Secondo l’analisi di Coldiretti, l’aumento della domanda ha determinato la progressiva escalation del prezzo che è praticamente raddoppiato negli ultimi tre anni, a partire dal 2011 quando era a 4,8 euro/kg.
Sono aumentati sia le quantità esportate (+10%) sia il valore (+22%) e ci si aspetta che la tendenza si consolidi grazie al tasso di cambio euro/dollaro che favorisce le esportazioni negli Usa dove è diretto quasi un terzo della produzione nazionale di Pecorino Romano dop.
La produzione è stata di 24.700 t nel 2013 di 10 mila sono state esportate negli Usa e 5.200 nell’Unione Europea. Secondo le analisi condotte dalla Coldiretti se il prezzo del latte seguisse il trend del Pecorino dovrebbe essere pagato ai pastori a non meno di 1,15 euro/L nel 2015: un importo che consentirebbe almeno di coprire i costi di produzione in continuo aumento.
Questo apre buone prospettive in Italia per la produzione di latte ovino, che oggi è attestata su 400 mila t, e dei formaggi derivati per 67mila t all’anno.
MUNGITURA MIGLIORE CON LA «LANA DI LEGNO»
In diversi ambienti zootecnici, molti dei quali anche alpini, si usa da tempo e si continua ad usare una tipica lana di legno per pulire la mammella subito prima della mungitura. Si tratta di un prodotto particolare preparato con legno sano, ben secco e con sicura assenza di inquinanti, di schegge o spine e che tagliato in striscioline crea una sorta di «lana di legno» distribuita in sacchetti o piccole balle di plastica.
Tale lana, utilizzata dall’addetto alla mungitura, riesce a pulire con delicatezza la superficie della mammella e i singoli capezzoli predisponendo così bene l’animale all’eiezione del latte.
Oggi sia in Alto Adige che in diverse regioni di Francia, Svizzera, Austria si sostiene che la «messa a latte» fatta con tale lana di legno faciliterebbe talmente l’emissione del latte da far riscontrare un accorciamento di durata per ogni mungitura e garantendo inoltre alla mammella uno svuotamento più completo.
LA MANZA DA LATTE COSTA, MA RIPAGA SE BEN ALLEVATA
Alla luce delle attuali condizioni produttive intensive, la bovina da latte è spesso soggetta ad alti tassi di riforma, che mettono a rischio il completo ammortamento del costo dei primi 2 anni di vita speso per la manza.
Dalla elaborazione di dati raccolti partendo dai primi giorni di vita di vitelle seguite in ogni fase della loro gestione e della loro crescita, sino alla loro uscita dalla stalla al termine della carriera produttiva, è stato possibile trarre alcune indicazioni estremamente interessanti per gli operatori. Da un lato, si è avuta la conferma di come, già nella fase attorno allo svezzamento, sia possibile modifi care a tal punto il corretto sviluppo della bovina da infl uire sulle prestazioni produttive in prima lattazione (Heinrichs e Heinrichs, 2011).
Dall’altro lato, cosa molto innovativa e di grande interesse pratico, si è visto come la gestione della manza possa determinare la longevità della bovina in allevamento. Vediamo, attraverso alcuni spunti forniti da questa nota, come la fase di manza possa contribuire alla «costruzione» della bovina longeva. Se vogliamo riassumere la gestione della fase di manza in 3 obiettivi ben defi niti da raggiungere, possiamo individuare i seguenti: un adeguato sviluppo del sistema digerente e del metabolismo (precoce e funzionale); un corretto sviluppo scheletrico (perun benessere duraturo); un appropriato sviluppo dell’apparato riproduttivo (mammella inclusa), per una bovina fertile e produttiva. È il primo obiettivo da raggiungere, in ordine cronologico, nella giovane bovina perché rappresenta a sua volta lo strumento per raggiungere gli altri due obiettivi successivi.
fonte: www.informatoreagrario.it
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