La revisione da parte del Governo delle norme riguardanti l'IMU sui terreni agricoli si concretizzerà durante il Consiglio dei Ministri che si terrà quest'oggi.
Come ormai ben noto a tutti gli addetti ai lavori, ildecreto ministeriale del 28 novembre 2014 ha stabilito che l'esenzione dal pagamento IMU sui terreni agricoli è limitata ai terreni situati in comuni con un "altitudine al centro" (altitudine della sede comunale) superiore a 600 metri s.l.m. Nello specifico, il decreto ha ampliato il raggio d'azione dell'IMU a tutti i terreni dei comuni con "altitudine al centro" fino a 280 metri s.l.m., e nelle località in cui l'altitudine si colloca tra i 281 e 600 metri s.l.m. è stato imposto il pagamento ai proprietari che non sono coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Con il successivo decreto legge n. 185/2014 è stato inoltre previsto che il termine di versamento dell'IMU 2014 su detti terreni è prorogato al 26 gennaio 2015 e che l'aliquota da applicare, per i comuni che non hanno deliberato una specifica aliquota per i terreni, è quella del 7,6 per mille.
A fine dicembre, però, il TAR del Lazio con decreto 6651/2014 ha sospeso l'efficacia del decreto ministeriale del 28 novembre 2014 a fronte dell'"assoluta incertezza dei criteri applicativi", fissando l'udienza per la decisione circa l'annullamento del decreto stesso a domani, 21 gennaio 2015.
Dal momento che il Tar del Lazio domani potrebbe con buone probabilità, decidere di non annullare il suo precedente pronunciamento, il Governo è impegnato da diverse settimane in una revisione della normativa vigente, al fine di rendere la norma sufficientemente equa, così da non essere soggetta a sospensioni e, al contempo, ottenere il pagamento del tributo entro il termine fissato del 26 gennaio.
Nell'incontro di lunedì scorso a Roma fra oltre 500 sindaci di comuni montani e gli esponenti del Governo sono venuti alla luce posizioni differenti, con i primi che chiedono la cancellazione o almeno la proroga della data prevista per il pagamento, anche perché il 26 gennaio risulta troppo ravvicinato per dare ai Comuni, ai CAF, ai consulenti, ai cittadini e agli agricoltori la possibilità di assolvere agli adempimenti richiesti. La scorsa settimana, tra l'altro, il Ministro Maurizio Martinaaveva affermato "la necessità e l'urgenza di una revisione strutturale dei criteri di esenzione ai fini IMU dei terreni agricoli, che tenga conto di parametri certificati in ordine alle caratteristiche e peculiarità dei terreni e dei territori comunali". In tale direzione il Ministro aveva ribadito l'esigenza di riservare un trattamento specifico agevolato, come già avviene attualmente, per i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
Le scelte più probabili del Governo
Dalle indiscrezioni che riporta la testata Forexinfo.it, l'ipotesi più probabile è che il Governo metta in campo nel Consiglio dei Ministri di oggi una ridefinizione dei criteri con cui si individuano i comuni montani, differente rispetto a quella prevista dall'Istat. In questo sarebbero i limiti e gli standard altimetrici a variare, dando luogo a una differente platea di contribuenti.Altre possibili soluzioni potrebbero essere:
- l'introduzione di criteri più stringenti per individuare la reale altitudine del terreno agricolo (nella normativa attuale si fa riferimento all'altitudine del Comune di residenza) e la revisione dei parametri che identificano un comune come montano;
- un ulteriore rinvio del pagamento del tributo, la cui scadenza potrebbe slittare ai prossimi mesi (è opportuno ricordare a tal proposito che, in sede di Legge di Stabilità, la proroga del pagamento era stata originariamente fissata al 16 aprile);
- l'annullamento del tributo, con conseguente introduzione di nuove accise, per recuperare il mancato gettito fiscale.
Quali conseguenze dell'IMU agricola
Fonte: www.italiafruit.net
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