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venerdì 8 luglio 2016

Le praterie delle Montagne della Duchessa e l'arduo sentiero della partecipazione popolare

Tra il Lazio e l'Abruzzo, in quel vasto territorio di quasi 100.000 ettari protetto a livello nazionale dalla Riserva Naturale Orientata Monte Velino, tra quello regionale dal Parco del Sirente-Velino (oltre che dalla Riserva Naturale Gole di San Venanzio) in Abruzzo e la Riserva Naturale Montagne della Duchessa nel Lazio, si combatte una battaglia politica molto silenziosa, ma soprattutto si delinea quotidianamente un quadro preoccupante sulla gestione degli Enti Parco esistenti e mai entrati in funzione.
Questione di perimetrazione o forse di riperimetrazione del territorio del Parco Velino Sirente, e se c'è chi sostiene che  dietro la "riforma" a cui sta lavorando la Regione Abruzzo ci sia la volontà di ridurre i confini del parco, dall'altra sponda c'è chi intende sottolineare come la questione "è di snellire i consigli di amministrazione, vicini ad una concezione più simile a quella di una comunità montana piuttosto che a quella di un parco", certo è che l'Ente Parco in 26 anni, tra commissariamenti e beghe interne non ha minimamente guardato al valore reale del parco stesso nè attuato le politche di difesa di flora e fauna esistenti.
In questo clima di incertezza anche la Regione Abruzzo e Strade dei Parchi sembrerebbero aver avviato le procedure per la realizzazione di due nuovi caselli autostradali sull'A24. Il primo dei caselli ipotizzati sarebbe da realizzare proprio all’altezza del comune di Lucoli, l’altro invece al nucleo industriale di Pile, il tutto per un organico e strategico sviluppo del territorio.
Ma per i cittadini e per gli operatori economici di Lucoli l'ipotesi di un eventuale ingresso nel Parco Nazionale Velino-Sirente sembrerebbe proprio indigesta e allora il Sindaco ha lanciato la "consultazione popolare" sull'annessione del territorio al Parco, in virtù anche di una deliberazione del Consiglio comunale, risalente agli anni 80, nella quale si osservava come il territorio lucolano, si era mantenuto integro e naturalisticamente interessante nel corso dei secoli nonostante le tradizionali attività umane e che il regime vincolistico allora vigente (sito di interesse comunitario) non avrebbe richiesto ulteriore avvento di istituzioni sovra ordinate all’amministrazione comunale. Chiaramente è utile evidenziare come a maggiore superficie concessa corrispondono medesimi vincoli imposti alla popolazione.
Sul versante laziale, nel territorio di Borgorose (RI) le cose non sembrerebbero andare meglio. Il principale nodo da sciogliere è quello relativo alla salvaguardia degli alti pascoli ricadenti nell'area protetta che, stante alla proposta di Piano di Assetto della Riserva attualmente in attesa di approvazione da parte della Regione Lazio, verrebbero ricompresi nella Zona A "di riserva integrale" con forti limitazione al pascolo brado o semi-brado abitualmente praticato dagli allevatori del territorio cicolano.
La problematica del pasci-pascolo è essenzialmente riconducibile ad un insufficiente regolamentazione dei flussi di bestiame e l'utilizzo non omogeneo dei pascoli, con conseguente rischio di desertificazione (nei casi di eccesso di calpestio e sfruttamento) o di totale abbandono delle aree scarsamente pascolate.
Come FederFauna, da sempre al fianco di allevatori e commercianti, ed il contributo di delegati S.V.I., (i veri "cultori" del territorio), abbiamo partecipato ad alcuni incontri presso il Comune di Borgorose e l'ASBUC di Corvaro, duranti i quali sono emerse, da parte di imprenditori ed agricoltori, forti preoccupazioni circa le possibilità di sviluppo economico e occupazionale delle imprese zootecniche alla luce dell'imminente approvazione del nuovo Piano di Assetto della Riserva, ed particolare per le norme di salvaguardia della biodiversità nei pascolo di alta quota. 
Il nostro obiettivo resta chiaramente quello di scrivere un Regolamento dei pascoli, valido per tutta l’area protetta, insieme agli allevatori, agli usi civici e alle amministrazioni comunali che hanno confermato la massima disponibilità e collaborazione in questa prima fase di incontri, non dimenticando che solo coniugando e armonizzando le ragioni di chi lavora nel Parco e di chi ha il dovere di tutelare flora, fauna e paesaggio di un’area protetta, sarà possibile risolvere concretamente i problemi, e porre le basi di un durevole e fecondo sviluppo locale.

PER CONOSCERE LE NOSTRE INIZIATIVE SUL TERRITORIO CONTATTARE DIRETTAMENTE IL DELEGATO PER LA PROVINCIA DI RIETI - SIG. GABRIELE FRANCIA.

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