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venerdì 11 luglio 2014

U.K.: pugno duro contro i padroni di cani pericolosi e in Italia? Federfauna agli addestratori: fatevi sentire!!

"Nessuno sconto nei confronti dei padroni di cani pericolosi nel Regno Unito: il governo di Londra impone il pugno duro e inasprisce le condanne per i proprietari di cani ritenuti responsabili per attacchi mortali effettuati dai loro animali.  In Inghilterra e Galles viene così modificato il Dangerous Dogs Act con le condanne massime che passano da un massimo di due anni di prigione previsti fino ad ora ad un massimo di 14.  Aumento di pena -da due a cinque anni- anche nel caso in cui l’aggressione provochi lesioni, mentre al testo viene aggiunta una parte dedicata alla protezione dei cani guida, che se attaccati vedranno il proprietario rischiare fino a tre anni in carcere. Pene previste anche nel caso in cui l’attacco avvenga nella casa del padrone del cane aggressore, a meno che la vittima non sia un intruso.  (fonte: La Stampa)
Nel "Bel paese" la situazione avanza a colpi di Ordinanze.
L'ordinanza del 3.3.2009, firmata dal sottosegretario alla salute, Francesca Martini, che all'art. 1 comma 4, recita: “Vengono istituiti percorsi formativi per i proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione denominata patentino. Detti percorsi sono organizzati da parte dei comuni congiuntamente con le aziende sanitarie locali, in collaborazione con gli ordini professionali dei medici veterinari, le facolta' di medicina veterinaria, le associazioni veterinarie e le associazioni di protezione degli animali.”
L'ordinanza del 6 Agosto 2013, firmata dal Sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda, che sostanzialmente ripropone la precedente del 2009.
L'ultimo caso di cronaca relativo all'aggressione di due donne a Latina ci spinge a riproporre un nostro comunicato stampa (datato 2009) che senza ombra di dubbio porterà ad una seria riflessione sull'accaduto.
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"FederFauna" chiede: e gli addestratori? Gli addestratori cosa fanno? La Martini ritiene abbiano meno competenza sulla materia delle “associazioni di protezione degli animali”? Considerando che l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI), nel disciplinare degli addestratori cinofili e dei valutatori cinofili, all’articolo 1 scrive: “L'Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI), per assicurare il controllo dell’affidabilità e dell’equilibrio psichico dei cani iscritti ai Registri genealogici, e per consentire un più alto grado di responsabilizzazione dei proprietari nel gestire i propri cani, istituisce l’albo degli addestratori cinofili e l’albo dei valutatori cinofili” non si può fare a meno di chiedersi se chi ha scritto l’ordinanza, avrà volutamente o meno, dimenticato una categoria di operatori. 
E chi dovrebbe tutelare gli operatori, avrà volutamente o meno dimenticato di farlo? L’affermazione di Francesca Martini, riportata da Ansa, “L'obiettivo e' quello della creazione di un corretto rapporto uomo-cane, un rapporto antico ma spesso mal gestito nella nostra società” a chi sarà riferita? Può anche darsi che a questi corsi si pretenda solamente di “insegnare” ai proprietari quello che per qualcuno è “un corretto rapporto uomo-cane” e che poi, si sia considerato che se qualcuno vuole effettivamente insegnare al cane l’educazione, il lavoro, l’agility, ecc. ,debba comunque rivolgersi a chi fa quello per lavoro… Chissà?!... 
FederFauna teme comunque che addestratori, le quali competenze sono dimostrate da risultati concreti sugli animali, siano superati da persone che hanno, come unica competenza, la tessera di un’associazione animalista ed invita quindi le associazioni di categoria degli addestratori a far sentire la loro voce.

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