Illustrate in VIII
commissione due proposte di legge in materia di agricoltura. Si
tratta, nel primo caso, delle "Norme per la valorizzare e sostenere il
consumo dei prodotti agricoli e alimentari di qualità provenienti da filiera
corta". Prima firmataria è la consiglieraCristiana Avenali (Per il
Lazio). La seconda proposta è di iniziativa di Silvia Blasi e
diSilvana Denicolò del Movimento cinque stelle e ha come titolo
"Valorizzazione dell'agricoltura contadina: disposizione per la
lavorazione, trasformazione e vendita di limitati quantitativi di prodotti
agricoli nell'ambito della filiera corta e produzione locale". Il
presidente Mario Ciarla (Pd) ha rinviato il dibattito generale sui
due testi a giovedì prossimo a mezzogiorno.
FILIERA CORTA. Quanto alle proposte di legge sulle quali si è incentrata la seduta
di oggi, Cristiana Avenali ha illustrato quella a sostegno della filiera corta,
sottoscritta assieme aRiccardo Valentini, Marta
Bonafoni e Daniela Bianchi, tutti del gruppo Per il Lazio, e lo
stesso Ciarla. Al centro il rilancio delle aziende, combinando sostenibilità e
qualità. Tra le misure: prodotti a chilometri zero nei mercati e nelle mense
pubbliche, no a organismi geneticamente modificati e prodotti chimici, supporto
a giovani e piccole imprese. Previsti bandi per la tutela di specie tipiche e
del pesce povero, oltre che l'istituzione di tre fondi per la promozione e la
valorizzazione.
"La Regione - ha
detto Avenali - definisce 'prodotti provenienti da filiera corta' quelli per il
cui trasporto dal luogo di produzione al luogo previsto per il consumo si
producono meno di 25 chilogrammi di anidride carbonica equivalente per
tonnellata". Prodotti che devono però rientrare tra quelli tradizionali,
stagionali, "sostenibili", oppure con una denominazione o indicazione
di origine, che usino nome ed emblema di un'area protetta o un marchio
collettivo, realizzati con risorse genetiche autoctone di uso agrario o siano
prodotti ittici a miglio zero
PRODOTTI CONTADINI. La proposta di legge regionale del M5S vuol sostenere le piccole
produzioni agricole in ambito locale. "Tengo a sottolineare l'espressione
'piccole produzioni'", ha detto Silvia Blasi nel corso della relazione di
oggi pomeriggio. Si propongono procedure semplificate per la lavorazione, la
trasformazione e la vendita di limitati quantitativi di prodotti agricoli.
"I destinatari degli interventi sono gli 'agricoltori contadini' e i loro
familiari, che trasformano, per la vendita o la degustazione, i propri prodotti
in azienda o nella propria abitazione, senza l'utilizzo di personale
esterno". Non sono previsti oneri finanziari per la Regione.
Scopo della normativa,
a detta delle proponenti, è l'"istituzionalizzazione" di un modello
agricolo che da sempre caratterizza il variegato panorama produttivo del Lazio.
"Ci riferiamo - secondo la relazione di accompagnamento al testo - a
un'agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e
sull'economia familiare, caratterizzata dall'utilizzo di tecniche agronomiche
conservative e di basso o nessuno impatto ambientale, orientata
all'autoconsumo, alle diversificazioni colturali e alla vendita diretta e alla
riproduzione delle sementi e razze autoctone". Un'agricoltura che, negli
obiettivi della proposta, è strumento di conservazione delle biodiversità
agricole, mantiene vivi saperi, tecniche e prodotti locali, potrebbe
contrastare lo spopolamento delle campagne, che significa occupazione e meno
costi ambientali per lotta al dissesto idrogeologico e manutenzione dei suoli.
Nel corso della seduta
Ciarla ha annunciato l'invio di una lettera al presidente del Consiglio,Daniele
Leodori, a proposito dell'assegnazione di due proposte di legge (la n. 234 e la
n. 235 su aree e nuclei produttivi e industriali) alla Bilancio anziché all'VIII
commissione. L'iniziativa è stata presa su sollecitazione del
vicepresidente Mario Abbruzzese (Pdl Forza Italia), poi condivisa
all'unanimità.
Fonte: Ufficio
stampa del Consiglio Regionale del Lazio
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