RIETI - L’intenzione era di criticare l’operato
del sindaco, ma le conseguenze sono state disastrose: quella definizione di
«comportamento ridicolo del ragionier Cammarano», è costata 8 mila euro al
presidente dell’associazione regionale delle università agrarie del Lazio
(Arual), Marcello Marian, condannato dal tribunale di Rieti per aver leso
l’onore e la reputazione del primo cittadino di Longone Sabino. Offese
contenute nella lettera che Marian aveva indirizzato non solo a Cammarano, ma
anche al presidente della giunta regionale, al prefetto, al procuratore della
repubblica e ad altre autorità, al punto da far perdere alla missiva qualsiasi
connotazione di critica politica ma facendogli piuttosto assumere valore
denigratorio «visto che - scrive il giudice Elena Fulgenzi - il contenuto è
inequivocabilmente offensivo della persona non facendosi riferimento
all’attività di sindaco e non specifica con fatti debitamente spiegati il
severo giudizio di ridicolaggine espresso».
All'origine della lettera c'era la richiesta
rivolta dal sindaco all'Università Agraria di Longone Sabino di pubblicare
all’albo pretorio del Comune gli atti deliberativi adottati dall’ente in tema
di appalti, forniture e liquidazioni. Per il presidente regionale tale pretesa
aveva fatto guadagnare a Cammarano «un posto d’onore nella galleria degli
amministratori comunali nemici dei nostri enti, amministratori che soffrono
della sindrome del capo stecca da caserma». Il tribunale è andato oltre: a
risarcire i danni al sindaco, in solido, sarà anche l’associazione regionale
visto che il presidente ha scritto in nome e per conto di essa, su tanto di
carta intestata.
Fonte: www.ilmessaggero.it
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